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Dinamiche, consorziate e immigrate

Dinamiche, consorziate e immigrate

Imprenditoria femminile - Le imprese femminili aumentano e incrementano lo sviluppo nel nostro Paese. 2 aziende su 3 sono di immigrate

Ribet Elena Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009

La crescita delle imprese al femminile in Italia, nei settori più disparati, fa sì che il saldo complessivo sia positivo. Il contributo dell’imprenditoria immigrata è determinante per questo risultato, grazie alle imprese individuali aperte da donne provenienti da Paesi al di fuori dell’Unione Europea: 3.921 in più nel periodo considerato su 5.523, rilevate nei 12 mesi compresi tra giugno 2007 e giugno 2008, cifra che rappresenta il 71% delle iniziative imprenditoriali.
Questi e altri aspetti sono evidenziati dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile, che ha curato l’indagine semestrale Unioncamere. L’indagine viene effettuata dai Comitati per l’imprenditoria femminile su dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, in base al Protocollo di intesa siglato con il Ministero dell’Industria nel 1999.
“Il settore più dinamico alla base della crescita dell’imprenditoria femminile si conferma quello dei servizi alle imprese (+6.132 nei dodici mesi considerati) al cui interno sono inclusi – tra gli altri – i servizi immobiliari, le attività professionali, l’informatica e la ricerca. Seguono il settore delle costruzioni (+2.851) e quello dei trasporti (+2.115), in cui sono incluse le agenzie di viaggio e i servizi di taxi; il tradizionale settore della ricettività e ristorazione (+1.480) e quello altrettanto consueto dei servizi alla persona (+1.392), nel quale vengono considerate – sempre tra le altre – le attività legate al benessere e alla cura della persona, allo sport, allo spettacolo, ai servizi di pulizia” si legge nel rapporto presentato a fine 2008. In costante diminuzione invece il numero in agricoltura con oltre 6mila unità in meno nel periodo di riferimento.
Nelle attività dei servizi alla persona un’impresa su due è femminile. Nel settore sanitario il tasso di femminilizzazione è altissimo, con il 42,2%, e nel settore alberghiero e di ristorazione, oltre che dell’istruzione, siamo a quota rispettivamente 33,7% e 32,6%.
“Le nazionalità immigrate più rappresentate tra le donne titolari d’impresa sono quella cinese (12.152 attività), marocchina (3.725) e nigeriana (2.947). Tra le prime dieci comunità per numero di presenze, le più dinamiche, nei dodici mesi considerati, sono state le Ucraine (cresciute del 26,8%) e le albanesi (+24%)” prosegue la nota diffusa da Unioncamere.
Sono numeri che dimostrano la capacità imprenditoriale delle donne, ma che hanno anche una valenza dal punto di vista culturale e di integrazione, evidenziando potenzialità, competenze e capacità nel lavoro.
Isabella Rauti, la Capo Dipartimento delle Pari Opportunità, ha commentato così le rilevazioni semestrali dell’Osservatorio: “Esse rappresentano una fonte privilegiata di dati che rivelano al Paese una componente importante del suo tessuto imprenditoriale. Si conferma, dunque, il trend positivo - già registrato - dell'imprenditoria femminile che arriva addirittura ad invertire un saldo complessivo altrimenti negativo. È anche sulla base di questi dati che, insieme all’Unioncamere, il Dipartimento per le Pari Opportunità e il Ministero dello Sviluppo Economico stanno lavorando al Secondo Rapporto sull'Imprenditoria femminile che sarà pubblicato a breve".
Al 30 giugno scorso, l’universo dell’imprenditoria femminile ha raggiunto il numero di 1.243.824 imprese attive, con + 5.523 imprese in dodici mesi, dal giugno 2007 allo stesso mese del 2008. Un incremento del +0,45%, che risulta significativo in confronto al “panorama complessivo del tessuto imprenditoriale del paese il cui tasso di crescita, nello stesso periodo, ha fatto segnare esattamente lo 0,00%” (dati Unioncamere).
“Il Rapporto vuole essere un contributo fattivo per individuare le tipologie e le modalità degli interventi di cui oggi c’è bisogno per sostenere quelle migliaia di donne che ogni anno scommettono sull’impresa per affermarsi.” ha dichiarato il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello.
Le regioni trainanti (relativamente alle nuove imprese) sono Lazio, Lombardia e Campania, anche se al Sud il bilancio è tendenzialmente negativo: qui le imprese femminili si riducono complessivamente di 1.142 unità.
La maggior concentrazione di imprese femminili, con due punti percentuali e mezzo in più della media nazionale, è al Sud: le regioni a più alta concentrazione di imprenditrici sono Molise (31,7), Basilicata (29,5) e Campania (28,6), più che altro per la massiccia presenza di imprese guidate da donne in agricoltura.
Le imprese che hanno adottato la forma giuridica della società a responsabilità limitata sono cresciute. In Lombardia si trova il maggior numero di società di capitale, seguono il Lazio e la Campania. In Lombardia, Campania e Sicilia si trova la maggior parte delle ditte individuali ‘in rosa’. A preferire la forma cooperativa, le imprenditrici siciliane.
Analizzando i dati più in specifico, si rileva un calo delle iniziative individuali a fronte di un aumento delle società di persone e di consorzi. C’è da dire però che su 5.169.084 imprese in Italia, 1.243.824 sono quelle femminili, solo il 24,06%: come dire, potremmo fare di meglio.
L’unione fa la forza e, forse, da sole si tende a non farcela. Affrontare l’attuale crisi economica è difficile per tutti, ma condividere i rischi oltre che i benefici può essere un incentivo alla collaborazione e al lavoro di gruppo, con le capacità specifiche e trasversali delle donne, grazie alla loro intelligenza organizzativa, cognitiva e relazionale.


COMITATI PER L’IMPRENDITORIA FEMMINILE

Composti da rappresentanti delle associazioni di categoria sul territorio, hanno il compito di realizzare e favorire azioni promozionali per la valorizzazione dell'imprenditoria femminile.

MAGLIA ROSA

È un concorso promosso dai Comitati per l’Imprenditoria, rivolto a imprenditrici e imprenditori di tutti i settori produttivi che sperimentano un positivo rapporto tra etica e mercato, capaci di valorizzare le risorse umane, l’ambiente e il territorio.
Premio 'maglia rosa' - migliore esperienza di implementazione delle pari opportunità o di realizzazione di misure di conciliazione tempi di vita e di lavoro;
Premio 'maglia verde' - migliore esperienza di valorizzazione e tutela dell'ambiente;
Premio 'maglia ciclamino' - esperienza imprenditoriale più innovativa e dinamica;
Premio 'maglia bianca' - migliore giovane promessa.

www.unioncamere.it



foto:

Opera di Giovanna Da Por Sulligi – da “Feminae e altro” – Roma, 3 maggio 2007 – Galleria Etoile Piazza S. Lorenzo in Lucina, in occasione della presentazione del 2007 Anno europeo delle pari opportunità per tutti


(24 febbraio 2009)

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