Dieci inverni posson bastare

Dieci episodi per dieci inverni, dal 1999 al 2009, in una laguna gelida e addormentata che sveste i panni dell’eleganza opulenta per indossare quelli della sobria quotidianità, senza perdere per questo il suo fascino. La storia di Camilla e Silvestro, dal loro primo incontro-scontro sul vaporetto fino ad un sospirato e riepilogativo lieto fine, si dipana senza fretta nell’arco di dieci anni. Vediamo così i due studenti diciottenni, profondamente insicuri ma rannicchiati dietro un’ingenua spavalderia ed un improvvido orgoglio, crescere, allontanarsi e ritrovarsi, imparando ad apprendere i misteri della vita, fra le amicizie comuni, la fine degli studi, i primi lavori, il desiderio e la paura di incontrarsi faccia a faccia. Lei, Camilla, studentessa di letteratura e teatro russo, affronta uno dei suoi dieci inverni a Mosca, dove si fidanza con un professore agé; lui, Silvestro, si trastulla con le clownerie per bamibini, le barche a motore e gli allevamenti di rane, inanellando un fallimento sentimentale dietro l’altro. Stante la naturale simpatia dei due protagonisti, attor giovani di vero talento (lei, Isabella Ragonese, lanciata da Crialese e Virzì, sembra davvero la ragazza della porta accanto; lui, Michele Riondino, diretto da Risi e Vicari, è già un attore di grande personalità) e l’autenticità della storia, raccontata sommessamente, senza orpelli e schiamazzi, si può dire un piccolo film riuscito, diretto dal giovane Valerio Mieli proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Indiscussa protagonista del film è pero lei, Venezia, colta nel suo lato popolare e solitario, così perdutamente bella.



(marzo 2010)