Giovedi, 15/07/2010 - Siamo operatori che lavorano nei consultori del Servizio Sanitario Nazionale e che da anni si occupano di salute delle donne e di salute riproduttiva.
Crediamo sia il momento di dire basta a tutti quei politici che con arroganza e noncuranza vogliono modificare la legge regionale sui consultori famigliari e legiferare sul corpo delle donne.
È ora di finirla carissimi, le vostre proposte di modifica dei consultori familiari sono indecenti!
Sono un insulto alla storia per i diritti delle donne , alle esperienze dei servizi, al lavoro degli operatori, alla cultura di decenni, che hanno costruito diritti e promosso libertà per le donne.
Sono un attacco spudorato alla legge 405/75 sulla Riforma Sanitaria e alla legge 194 /78, un attacco aperto alla sanità pubblica, cancellando non solo il diritto ma persino la parola “salute sessuale e riproduttiva”, inventando servizi privati e prevedendo persino che a questi vengano dati in gestione i consultori pubblici.
Sono il prodotto della peggiore propaganda confessionale, che arriva persino a inventare comitati di bioetica per controllare le attività dei consultori e considera il prodotto di concepimento come “membro della famiglia”, confondendo deliberatamente le strategie di promozione della natalità con le politiche di sanità pubblica per la riduzione degli aborti.
Sono proposte che inaugurano un federalismo eversivo, che entrano sfacciatamente in collisione con le competenze nazionali costituzionalmente previste di garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza.
Siete una classe dirigente di ipocriti che predica bene e razzola male, che straparla di etica e di diritto alla vita, ma è sempre più lontana dalla quotidianità e dai bisogni dei cittadini e delle cittadine.
Lo abbiamo detto e ribadito tante volte. La 194 non si tocca!
Chiediamo a tutti gli operatori e a tutte le donne di reagire, di denunciare quello che sta avvenendo nei servizi, con il taglio delle risorse, bloccando il “turn over”, con lo smantellamento deliberato dei consultori pubblici.
Convochiamo un incontro pubblico sulla salute riproduttiva ed i diritti negati su parto, gravidanza, aumento dei cesarei, aborto e contraccezione.
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