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DIASPORE RESISTENTI: quando la migrazione è donna

DIASPORE RESISTENTI: quando la migrazione è donna

Un progetto della Casa Internazionale della Donne di Roma fa il punto sulla condizione delle donne che lasciano il loro paese per guerre, persecuzioni e necessità economiche

Domenica, 17/12/2023 - Ci sono tanti modi di parlare di quello che da troppo tempo è visto solo come un’emergenza, una minaccia, sempre un problema: le migrazioni di esseri umani. Con il progetto “Diaspore Resistenti”, presentato alla Casa Internazionale delle donne il 13 dicembre, con ospiti e relatrici sia di istituzioni internazionali che di associazioni che operano sul campo, si è data una lettura che capovolge ottiche e luoghi comuni, scegliendo come protagoniste del tema finalmente le donne e, soprattutto, ricostruendo tutti gli anelli che legano il fenomeno che oggi viene spesso enfatizzato per altri fini con la dimensione più ampia e globale che caratterizza da molto tempo il processo migratorio.
Per questo si è scelta la parola Diaspore che indica il senso di storie lunghe nel tempo, di processi che hanno dietro non solo fughe da situazioni disperate ma anche processi di ricostruzione, di nuovi insediamenti e di vite di persone.
Il progetto, realizzato nel corso del 2023 dalla Casa Internazionale delle Donne, in collaborazione con RADIO BULLETS e WILPS ITALIA (Lega Internazionale di donne per la Pace e la Libertà) e finanziato dal Fondo 8XMille dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, ha scelto la strada di un lavoro che oltre ad approfondire aspetti reali e sul piano della situazione dei diritti di alcune diaspore femminili, dall’Afghanistan all’Iran, dalla Palestina all’Ucraina, ha coinvolto come protagoniste un gruppo di donne di queste diaspore, testimoni privilegiate sulla condizione delle loro connazionali e attive in associazioni che da tempo lavorano su questo terreno (Associazione di solidarietà per donne-ASDD, il collettivo Donna Vita e Libertà di Roma, l’Associazione dei giovani e il Movimento degli Studenti Palestinesi di Roma, l’Associazione Donne lavoratrici Ucraine in Italia).
In una serie di incontri sia organizzati per singole nazionalità che in forma mista, le donne si sono confrontante e scambiate informazioni ed esperienze. Da qui l’idea di elaborare, attraverso un percorso costruito su singoli temi, un documento, una sorta di Piano di azione comune per sollecitare non solo l’attenzione della società e dei livelli politici e istituzionali ma anche per indicare concrete possibilità di interventi in questo campo. Innanzitutto partendo dalle difficoltà che queste comunità di donne vivono nei paesi dove sono immigrate ma anche tenendo in considerazione le specificità e diversità dei loro legami con i paesi di origine.
Tanti gli ambiti su cui ci si è soffermati: le Informazioni sui diritti basilari per condurre nei paesi di immigrazione una vita normale, il superamento delle barriere burocratiche, il diritto all’istruzione, l’accesso alle cure e al sistema sanitario, l’inserimento al lavoro, il problema della casa, ma anche la valorizzazione delle competenze che molte donne portano con sè dai paesi di origine e soprattutto il diritto ad esprimere liberamente nei nostri paesi il loro attivismo sociale e politico come donne e per sostenere le loro azioni di solidarietà con le comunità che sono state costrette a lasciare.
Attraverso questo documento il progetto continuerà nel prossimo anno con incontri con i Municipi romani, le commissioni parlamentari Esteri, l’Unità di genere dell’OSCE e il Consiglio dei Diritti Umani.
La Conferenza di conclusione del Progetto si è aperta con una relazione di Ginevra Demaio del Centro Studi e Ricerche IDOS che ha fatto un quadro aggiornato e puntuale delle tendenze dei fenomeni migratori e dei rifugiati dal punto di vista delle donne, fornendo dati di grande interesse anche sui cambiamenti in corso.
Da segnalare su questo il recentissimo volume prodotto dal Centro Studi e Ricerche IDOS e Istituto di Studi politici S.Pio V e distribuito in occasione della presentazione del Progetto “Le migrazioni femminili in Italia. Percorsi di affermazione oltre le vulnerabilità”.
La mattinata poi si è svolta in due sessioni: la prima dedicata alla visione che le donne migranti hanno dell’Italia, le loro difficoltà, i loro desideri. Testimonianze vere e appassionanti che parlano non solo dei bisogni a cui dare risposte concrete ma anche dei desideri di libertà e protagonismo che queste donne vogliono vedere riconosciuti come singole e come comunità di donne nel mondo a partire dal nostro paese. Interessante il confronto dei racconti sulle diversità e sui cambiamenti intervenuti nelle diverse migrazioni e diaspore delle donne duranti questi anni: quelle frutto delle persecuzioni contro le donne per i regimi oltranzisti e religiosi, quelle frutto delle guerre, quelle, come nel caso delle donne ucraine, che se qualche anno fa erano originate da ragioni economiche e di ricerca di un lavoro oggi si trovano nel nostro paese accomunate ad altre donne per situazioni di guerra.
Nella seconda parte della giornata sono poi intervenute esponenti di istituzioni e organismi internazionali. “Il lavoro fatto dal Progetto - ha detto l’on. Lia Quartapelle, Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera - da un quadro più completo di quella parte di migrazioni vissute dalle donne e fornisce indicazioni precise anche per il Governo italiano in materia di vera integrazione delle donne in un’ottica globale di ricerca della pace e di un assetto diverso del mondo”.
Maryna Vyrvykhvos
t dell’OIM ha sottolineato il ruolo cruciale delle organizzazioni diasporiche all’interno dei processi di integrazione e di sviluppo sociale ed economiche delle comunità nei paesi di origine e di immigrazione.
Margherita Gabriele
dell’UNHCR ha ricordato che si è raggiunto il record di 110 milioni di persone costrette a fuggire da guerre e persecuzioni e che c’è la necessità per quanto riguarda le donne di agire in maniera più forte contro la diffusa violenza di genere che si perpetra nei loro confronti.
“Le diaspore sono state una fonte essenziale di informazione per il sistema di reporting delle Nazioni Unite” ha detto Maria Grazia Giammarinaro, magistrata e già relatrice speciale sul traffico di esseri umani delle Nazioni Unite.
A concludere Loretta Bondi di Archivia e Patrizia Serpetti coordinatrice del progetto, di WILPF Italia.
Il Progetto “Diaspore resistenti è anche un podcast in quattro puntate, pubblicato sul sito di Radio Bullets e che è stato presentato nell’incontro da Barbara Schiavulli e Angela Gennaro, podcast che parte dalla viva voce delle protagoniste, come il Documento Finale che sarà proposto alle Istituzioni.

Per informazioni https://www.casainternazionaledelledonne.org/eventi/diaspore-resistenti/
Il trailer del podcast https://www.radiobullets.com/rubriche/diaspore-resistenti-trailer/ Podcast Diaspora Afghana
https://www.radiobullets.com/rubriche/diaspore-resistenti-afghanistan/
Podcast Diaspora Iraniana https://www.radiobullets.com/rubriche/diaspore-resistenti-iran/ Podcast Diaspora Palestinese https://www.radiobullets.com/rubriche/diaspore-resistenti-palestina/ Podcast Diaspora Ucraina https://www.radiobullets.com/rubriche/diaspore-resistenti-ucraina/
Contatti https://www.casainternazionaledelledonne.org/ www.radiobullets.comBullets e sulle principati piattaforme di podcast.
 

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