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'Di che famiglia sei? Legami fra amore e diritto'

'Di che famiglia sei? Legami fra amore e diritto'

La genesi ed il significato di un'iniziativa che vuol riflettere sulla laicità e sui modelli di famiglia. A partire dalle suggestioni e dagli stimoli dell'Antigone di Maria Zambrano.

Mercoledi, 25/05/2011 - Con Chiara Zamboni, docente di filosofia del linguaggio e Wanda Tommasi, docente di Storia della filosofia contemporanea dell’Università di Verona, entrambe autorevole esponenti della Comunità filosofica “Diotima” , avevamo intravisto la possibilità di un confronto su un piano di pratica politica femminista per contaminare arendtianamente, i mondi della teoria filosofica e dell’azione nella società. Come IFE Italia (Iniziativa Femminista Europea) siamo interessate a ragionare e promuovere iniziative sul principio di laicità articolato nei suoi differenti aspetti. In questa prospettiva ci interessa far emergere nel dibattito politico in corso, quello della famiglia intesa con sensibilità laica. Intendiamo la famiglia come luogo di relazione e di affetti, di scambio emozionale e di condivisione, piuttosto che come istituzione regolata e sancita da codici autoritari, religiosi e non o come “ soggetto produttore di risposte” ai bisogni sociali in diretta concorrenza con il sistema pubblico dei servizi. Il rischio che si arretri a una visione asfittica della famiglia – coppia eterosessuale con figli, legata dal sacro vincolo del matrimonio – è grande. Così come è forte la possibilità che attraverso un uso strumentale della “famiglia” si privatizzano servizi e prestazioni educative e/o sociali.

La difesa della “famiglia tradizionale”, alla “Conferenza nazionale sulla famiglia”, tenutasi recentemente a Milano, avanzata inizialmente dal ministro Sacconi, che ha parlato di aiuti “solo agli sposi con figli” e poi dal sottosegretario con delega alle politiche della famiglia, Giovanardi, docet! Le parole di quest’ultimo: “Io ho detto che sono contrario sia all’adozione da parte di single che di gay perché ciò significherebbe danneggiare le coppie regolarmente sposate che sono in lista d’attesa” sono emblematiche di una regressione culturale che ci fa andare indietro di decenni.

Se a questo aggiungiamo la constatazione che un po’ ovunque si assiste alla creazione di “Agenzie per la Famiglia”, (Comune di Parma in primis), il cui primario obiettivo è proprio quello di arrivare a gestire in proprio quella fetta sempre più esigua di risorse stanziate a favore delle politiche sociali per ridurre, in pratica, il ruolo del pubblico a pura assistenza, il quadro si fa ancora più fosco.

La relazione con Chiara Zamboni e Wanda Tommasi ci ha consentito di intrecciare questi temi con il piano squisitamente filosofico ragionando su Antigone (in particolare sull’Antigone di Maria Zambrano così come descritta ne “La tomba di Antigone”) l’eroina sofoclea che si ribella alla fredda legge di stato. Nel testo citato la Zambrano propone la vicenda in una chiave rivisitata rispetto alla tradizionale tragedia: qui, infatti, la giovane non muore suicida, bensì continua a vivere in quello spazio angusto che è la tomba in cui è stata confinata, avendo l’opportunità di riflettere in merito alla propria condizione e di raggiungere la verità del suo essere oltre le leggi della città e il potere arrogante maschile. L’Antigone di di Maria Zambrano è dunque una donna che, in quanto tale, rivendica la volontà dell’essere femminile di integrare affetti e passione con la ragione e di contrastare l’antinomia fra sapere/potere/logica e amore/diritto. La nostra sfida è coniugare/contaminare il discorso filosofico, finalmente volto anche alla dimensione terrena e quotidiana dell’esperienza vissuta propria delle donne con un discorso di pratica politica, nel caso specifico sulla famiglia, che per poter incidere veramente nelle azioni sociali deve toccare la trasformazione e la crescita culturale.

Grazie ad un intenso lavoro delle prof. Maria Grazia Borla e Danila Baldo con una classe del liceo “M.Vegio” di Lodi , si è realizzata , con la competente regia di Tommaso Urselli, una rappresentazione teatrale dell’opera di Maria Zambrano. Nell’iniziativa del 28 maggio 2011 a Lodi renderemo pubblica la nostra riflessione e lo faremo intrecciando la rappresentazione teatrale, le parole della filosofa Wanda Tommasi e un primo confronto politico all’interno di una tavola rotonda, moderata da Nicoletta Pirotta,IFE Italia, a cui parteciperanno due Assessore del Comune di Lodi, Silvana Cesani e Giuliana Cominetti ed esponenti delle Associazioni che fanno parte della Consulta delle Famiglie: Stefania Baroni(IFE Lodi), Silvia Bortoluzzi (Vice-Presidente del Forum Prov.le delle Ass.ni Famigliari). Isa Veluti (Ufficio di Pastorale Famigliasre-Diocesi di Lodi), Daniela Verdi (Associazione Formanimando).

Ci auguriamo che l’iniziativa del 28 possa confermare l’utilità del “mettere in relazione” differenti livelli di ragionamento e di pratica e che dunque possa divenire l’ inizio di un percorso politico e culturale condiviso.

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