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DEPENALIZZARE IL REATI DI STALKING E’ UN GRAVE ERRORE

DEPENALIZZARE IL REATI DI STALKING E’ UN GRAVE ERRORE

attenzione alla riforma del diritto penale approvato dal Governo Gentiloni il 14 giugno 2017, si mette mano anche sul reato di stalking

Sabato, 01/07/2017 - Come è noto, e speriamo a tantissime donne, nella riforma del diritto penale approvato dal Governo Gentiloni il 14 giugno 2017, è stato inserito l’articolo 162 ter che prevede la possibilità di estinguere i reati procedibili a querela di parte (e per i quali si può rimettere la querela) con l’offerta di un risarcimento alla vittima.

La somma pattuita potrà essere pagata in comode rate.

Tra questi reati rientra lo stalking che in pratica può essere depenalizzato con un provvedimento di legislatori, chiaramente quelli e quelle che hanno espresso parere favorevole, che hanno sottovalutato il reato di stalking, dimostrando tra l’altro, superficialità e poca attenzione a garantire i diritti.

Sarebbe passato tutto inosservato se alcune donne, ma solo alcune, parlamentari e sindacaliste non avessero reso pubblico ciò che stava accadendo sulla pelle donne. Il sottosegretario Migliore ha dichiarato che la notizia diffusa era una bufala e alcune parlamentari del PD, sul web, si sono mobilitate a difesa del provvedimento.

Autorevoli interventi di avvocate di destra e di sinistra, da Giulia Bongiorno ad Antonella Anselmi, giusto per citarne due, oltre ad altri interventi delle varie associazioni e gruppi femministi, hanno dettagliatamente sviscerato le criticità dell’articolo in questione.

Da un Parlamento che rispetto al passato registra una maggiore presenza femminile, ci si aspettava una maggiore attenzione e maggiore interesse per un problema così grave che “dal punto di vista psicologico genera incubi e sofferenze” - come sostiene Antonella Anselmo – che tra l’altro afferma che “il dato politico è che la dignità e la libertà delle donne è sacrificata sull’altare delle inefficienze e dell’incapacità di amministrare la giustizia”.

Demolite, con questo provvedimento legislativo, le tante battaglie che le donne hanno messo in campo e tra queste la manifestazione in contrasto alla violenza del 25 novembre 2016 a cura del Movimento “Non Una di meno”. Un provvedimento che nei fatti annulla la propria dignità, la propria vita.

Altro poteva fare il Governo per fronteggiare concretamente questo gravissimo fenomeno-reato, a cominciare dall’applicazione della convenzione di Istanbul e finire, all’interno di un percorso partecipato e democratico, allo stanziamento di finanziamenti significativi.

Il ministro della Giustizia Orlando, casca delle nuvole e al fine di evitare equivoci rispetto all’interpretazione degli uffici i cui funzionari affermano a suo dire che le preoccupazioni avanzate risultano infondate (noi ci chiediamo se lui la legge l’ha letta), dichiara di voler rivedere il provvedimento. Pur nutrendo dubbi sulle intenzioni del ministro a lui, non gli resta che agire e cambiare gli uffici e il sottosegretario Migliore.

Un reato come lo stalking, in paese Italia dove si registrano ogni giorno, e con conclusioni anche drammatiche, fatti di questo tipo, non può essere assolutamente depenalizzato.

Il Movimento “Non Una di Meno Taranto e paesi vicini”, chiedono una immediata sostanziale marcia indietro a quanto previsto nella riforma del diritto penale approvato dal Governo Gentiloni, relativamente al reato di stalking.

Si auspica una maggiore volontà politica ponendo attenzione alle condizioni di tantissime donne che vanno aiutate a superare i loro gravissimi problemi inerenti l’argomento in questione e per uscire e non acutizzare il senso di solitudine in cui si trovano e riconquistare, almeno un po’, la fiducia nelle istituzioni.

Movimento

Non Una di Meno

Taranto e paesi vicini

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