Domenica, 14/02/2021 - Auguri al presidente Draghi e a tutte le ministre e i ministri del Governo. Auspichiamo tutte che riesca nell'intento e che governi con successo.
Si, il numero di ministre del governo Draghi non ci soddisfa. Non siamo al 50 e 50. Ma non sono meno rispetto ai governi precedenti. E sarebbero state di più se il centro sinistra avesse indicato anche donne, pur apprezzando l'autorevolezza delle scelte effettuate per i ministri. Non possiamo essere così ingenue da pensare che l'intensificazione della nostra attività in questi mesi avrebbe cambiato radicalmente e definitivamente questo paese, e lo sappiamo noi che sul fronte delle pari opportunità e della democrazia paritaria siamo impegnate da decenni, conquista dopo conquista, in un cammino non lineare, talvolta con arretramenti e rischi moltiplicati, come in questa fase. Dispiace soprattutto che non ci siamo ministre a capo dei ministeri in cui si disegnerà il futuro (transizione ecologica, innovazione), ma faremo arrivare le nostre proposte.
Continueremo la nostra attività quotidiana, di contrasto alle discriminazioni e alle scelte inconsapevoli, ma soprattutto sul piano dell'elaborazione. L'ho personalmente ripetuto come un mantra in questi ultimi due mesi: occorre una legge, fortemente innovativa, che imponga temporaneamente magari - è da discutere - l'equilibrio di genere nella composizione del Governo.
Ci penso da anni, la proposta è nuova, ma credo che sia arrivato il momento di parlarne pubblicamente. E di deciderlo per i prossimi Governi. Non ha aiutato, in questi giorni, l'accentuazione da parte di tante sul solo destino del ministero delle Pari Opportunità e sul portafoglio del medesimo, in un periodo in cui è decisivo innervare di pensieri femminili e di Pari Opportunità tutte le scelte. E in cui occorre fare proposte severe e sagge, senza allungare i tempi con scelte organizzative non essenziali.
Ovviamente non sono sufficienti i suggerimenti sul versante normativo, non bastano per conferire autorevolezza e per definire i contorni di una forte leadership femminile nella politica, che le donne dei partiti non possono delegare alle associazioni e tanto meno a qualche tecnica. Anzi, il nodo del rapporto tra tecnica e politica è essenziale, e va oltre le ingenue semplificazioni alle quali questo periodo ci ha abituato. A mio parere, è da annoverare tra i danni di questi mesi l'oscillare tra l'ingenuo affidarsi ai tecnici, considerati depositari di vetuste concezioni della scienza oggettivamente intrisa di verità inconfutabili, e il ricorso a figure demiurgiche alle quali fare ricorso.
Le donne hanno il dovere di stare dentro questa discussione, non solo di indicare qualche nome di esperta. Non possono fare incursioni nel dibattito, ma anzi, devono condurlo, esserne protagoniste, e non solo in qualche apparizione televisiva.
Dunque, interlocuzione con tutto il Governo, legge sulla composizione del Governo per il riequilibrio di genere, riflessione sulla leadership femminile e sul ruolo tra tecnica e politica mi paiono direzioni utili di lavoro.
Ovviamente è prioritario l'approfondimento finalizzato nell'immediato all'iniziativa per il Recovery Plan, e su questo Noi Rete Donne ha programmato un ciclo di seminari. Mettiamo a disposizione le nostre competenze, con la sobrietà che la fase richiede e nella consapevolezza che non siamo le sole e che occorra riconoscere tutti i luoghi in cui si producono proposte qualitativamente attendibili. Riportiamo lo sguardo alla nostra campagna: Per noi Democrazia Paritaria è ... Aggiungo. Io. E' tante cose. E' anche impegno e responsabilità.
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ADNKRONOS.**Governo: Carlà (Noi Rete Donne), 'ci voleva più impegno da esponenti politiche Pd'**
'Ora riflettere su leadership femminile, dal punto di vista giuridico occorre norma che imponga equilibrio di genere in composizione del Governo'. Roma, 15 feb. (Adnkronos). (Sib/Adnkronos)
Su ministeri e quote rosa, "Zingaretti si sarebbe dovuto impegnare di più, ma si sarebbero dovute impegnare meglio anche le donne del Pd. Ora mi auguro che la discussione non porti a richieste nell'immediato ma a una lunga riflessione sulla leadership femminile, sul ruolo tra tecnica e politica, all'interno degli schieramenti di centrosinistra. Tranne alcune eccezioni, le donne dem, in questa fase, non le abbiamo viste nella comunicazione pubblica, non ne sono state protagoniste. Le vediamo oggi che sono risentite". A dirlo all'Adnkronos Daniela Carlà, coordinatrice insieme a Marisa Rodano, di Noi Rete Donne. "C'erano aspettative indubbiamente" ma che le donne nell'attuale esecutivo "sarebbero state poche lo avevo già detto in precedenza. Non era, d'altronde, questa la fase in cui poter conseguire l'obiettivo del riequilibrio di genere nel governo. Non si può pensare che l'intensificazione dell'associazionismo risolva gli squilibri storici".
"Che il centrosinistra non abbia indicato nomi per il ruolo di ministre è un fatto grave, la causa però è dentro agli stessi partiti di quell'area - rimarca Carlà - Se ne dovono assumere le responsabilità le donne di quei partiti che non hanno formulato un ventaglio di possibilità all'altezza di una situazione straordinaria". La ministra delle Pari Opportunità non basta: "può esercitare senz'altro una importante funzione, ma non è sufficiente a riequilibrare questa situazione", aggiunge Carlà.
"Occorre una norma, personalmente l'ho proposta da tempo, forse transitoria, che imponga l'equilibrio di genere nella composizione del Governo", sottolinea Carlà, a giudizio della quale, bene i nomi di ministre in ruoli chiave nell'esecutivo Draghi (vedi Cartabia e Lamorgese) ma "queste svolgono funzioni più tradizionali, non ci sono invece donne a capo di ministeri per cui il governo precedente è caduto, ministeri con cui si disegnerà il futuro (transizione ecologica, innovazione). Ma faremo arrivare le nostre proposte". E conclude: "Non è una situazione rispetto alla quale dobbiamo arrabbiarci, dobbiamo invece riflettere e attrezzarci contando fino a tre prima di fare proposte. Perché queste devono essere serie. Finora si sono disperse energie preziose".
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