Laicità - “In Italia ci sono due re: un re è Berlusconi, l’altro re è il Papa. Berlusconi comanda l’Italia, il Papa comanda gli italiani”. Suko, figlio di immigrati cinesi, anni 9
Stefania Friggeri Mercoledi, 01/07/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2009
Com’è potuto accadere che si sia radicato nel paese, diventando elemento fondamentale del panorama politico, quel fenomeno che avrebbe dovuto suscitare un’istintiva avversione (“un’ondata di barbarie eccentrica e di volgarità primitiva….plebeamente democratica”, Asor Rosa)? Se ieri è stato commesso un tragico errore – l’autoassoluzione di fronte al fascismo – oggi dobbiamo interrogarci per cercare di capire come mai il paese si è affidato alla guida di un politico la cui affermazione “può essere considerata il trionfo dei difetti dell’Italia e degli italiani: la scarsa coscienza civile, la mancanza di tradizione democratica, la prevalenza degli interessi particolari sui collettivi”(Marc Lazar). Un’ipotesi la offre lo storico Santomassimo sul Manifesto del 7 giugno: Berlusconi rappresenta l’autobiografia del popolo italiano che in gran parte “ha potuto rispecchiarsi pienamente e senza residui in un leader politico, si è sentito non solo tollerato ma nobilitato e glorificato nella beatificazione di tutti gli istinti che confusamente avvertiva in precedenza come appartenenti a una sfera di opaca assenza di civismo”. Berlusconi dunque ha approfondito i guasti e le distorsioni già radicate nel paese, vedi l’ossequio convenzionale e conformista alla religione cattolica, vissuta come la religione “dei preti”, nell’ignoranza e nell’indifferenza verso le risposte che molti trovano nel Vangelo alle domande di una vita ricca di esperienze spirituali. Nel caso di Noemi, ad esempio, anche se nel book la ragazza si presenta mezza nuda e in pose poco angeliche, Berlusconi ne esalta la purezza, il viso d’angelo, così come prevede la morale cattolica tradizionale. L’ipocrisia di questo maschio italiano è la stessa usata tempo fa da chi voleva carpire la verginità delle ragazze: ieri promettevano il matrimonio, oggi la carriera, o in tv o in politica, non fa differenza. C’era già stato lo scandalo delle veline che studiavano da ministro, ma questa volta la ragazza è minorenne e la denuncia di Veronica viene dopo atti di governo xenofobi che avevano indignato il mondo cattolico. Per tacere del caso Mills in cui ci sarebbe un corrotto ma non un corruttore. Berlusconi insomma è nei guai, talmente gravi che l’alto magistero cattolico non può non esprimersi. Aspetta tre giorni, poi raccomanda al premier uno stile di vita più “sobrio”. Da chi aveva chiamato assassino il padre di Eluana era un’indicazione precisa di come andava affrontato il caso: il privato non è politico, come avevano detto le femministe, dunque parlare di Noemi era fare del pettegolezzo (e questa era la linea di difesa già adottata dall’avvocato Ghedini & C.). Nel decalogo sta scritto “non dire falsa testimonianza”, ma se i servizi di sicurezza avevano provveduto alla bonifica del ristorante, come non arrivare alla conclusione che Berlusconi aveva previsto di recarsi a Casoria? Un’altra balla dunque, una delle tante che gli italiani continuano a perdonargli, anche se “Non si tratta di giudicare comportamenti privati, ma di valutare gli atti di chi in pubblico dice una cosa per conquistare i consensi e in privato ispira i propri comportamenti a ben altro stile di vita” (G. Giulietti). Ed infatti questo scandalo disturba anche il Vaticano e non solo perché mette in crisi un altro “uomo della Provvidenza”, ma perché amplifica la schizofrenia di cui soffre la Chiesa cattolica: da un lato c’è una Chiesa che opera nel sociale e si sforza di rispondere alle domande di chi cerca una vita spirituale ricca ed intensa, dall’altro c’è una Chiesa che tuona contro la libertà dei costumi sessuali e “la cultura della morte”. Che giudicherebbe rispettoso della morale cristiana solo un paese dove sono proibiti gli anticoncezionali e l’aborto, dove è ammessa solo la famiglia eterosessuale, dove viene negato agli inguaribili sofferenti di morire in pace, anche se… anche se in quello stesso paese la gente adora il dio danaro, non osserva la legalità e la smania dei piaceri materiali spegne il gusto per una vita sobria, costruita sugli affetti e sul rispetto. Nessun argine insomma è venuto seriamente da oltretevere all’avanzare di quel modo di sentire chiamato “berlusconismo”, anzi il conservatorismo religioso si è saldato naturalmente con quello politico che, in cambio, ha cancellato i diritti civili, la separazione fra lo Stato e la Chiesa, l’autodeterminazione delle donne, l’autonomia della scienza. Non solo: la destra e la Chiesa insieme si sono impadronite della piazza, luogo simbolico della sinistra (vedi il Family Day). Ma come è potuto accadere? Papa Wojtyla, in sintonia con Ruini e Ratzinger, fu costante durante il suo lungo pontificato nel contenere lo spirito del Concilio Vaticano 2°, “insistendo su visioni e norme antistoriche o non biblicamente fondate, o talvolta anticristiane” (da un appello di religiosi e laici). La globalizzazione riscriveva i luoghi e le forme dell’egemonia mondiale, ma il successo mediatico di Wojtyla copriva la crisi in cui era caduta anche la Chiesa cattolica e solo successivamente (era il momento storico della transizione, il paesaggio era confuso ed incerto) il pessimismo e la sfiducia hanno colpito il pontificato di Benedetto XVI. Che ha risposto ritornando al passato: il passato è noto e quasi sempre viene ricordato come migliore (ricordate la messa in latino?) perché offre certezza e tranquillizza l’animo di chi guarda con timore agli orizzonti aperti, ai territori avventurosi da cui viene la minaccia identitaria. E la scomparsa della DC ha fornito l’alibi ad una militanza irruente e bellicosa, priva della riservatezza e delle cautele tradizionali: con personaggi come la Binetti, ad esempio, ci si è preoccupati di indebolire il governo Prodi, meno affidabile di quello Berlusconi perché non la presenza, ma l’assenza di valori religiosi assicura la disponibilità del governo a sostenere le richieste “non negoziabili” del Vaticano. Una vera rivoluzione culturale che riconosce ai politici il diritto di mostrarsi pubblicamente bigotti e fondamentalisti; e non solo: questo comportamento è stato apprezzato come “nuovo”, fornito dei tratti sorprendenti del coraggio e della freschezza. Un salto enorme che solo pochi anni fa sarebbe sembrato impossibile e che Suko, figlio di immigrati cinesi, anni 9, descrive così: “In Italia ci sono due re: un re è Berlusconi, l’altro re è il Papa. Berlusconi comanda l’Italia, il Papa comanda gli italiani”.
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