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Dell'amore, del danno

Dell'amore, del danno

L'ultimo spettacolo di Maria Inversi contro la violenza sui bambini.

Mercoledi, 05/05/2010 -
E' andato in scena il 5 maggio a Roma al Teatro Palladium di Roma, in un’unica replica, lo spettacolo “Dell’amore, del danno: la violenza sui bambini”, con testi, drammaturgia musicale, luci e regia della poliedrica autrice e regista teatrale Maria Inversi, nota per il suo impegno artistico ed umano nei confronti della condizione femminile, e per i molti testi e spettacoli realizzati contro la violenza nei confronti delle donne. Lo spettacolo era nato da una collaborazione tra il Comune di Roma Ufficio Pari Opportunità, il Master in Formatori ed Esperti in Pari Opportunità dell’Università Roma Tre e l’Associazione Culturale Alfabeti Comuni (fondata dalla stessa Inversi). Questa volta l’autrice, coinvolta sul palcoscenico in prima persona, si confronta con un dolore vicinissimo a quello delle donne, l’abuso e la prevaricazione verso le bambine ed i bambini. In occasione dello spettacolo abbiamo intervistato Maria Inversi.



Raccontaci il senso di questo spettacolo, tu lavori da molti anni sulla violenza…

Sì mi occupo di violenza alle donne da anni, in particolare dal 2003, dietro lo stimolo di fatti realmente accaduti ad amiche ed altre attrici. Questo spettacolo è un contenitore, con 3 momenti scenici distinti, ma che trattano tutti della violenza sui minori. Nel primo, dal titolo “Smemorata: A.M. Franzoni in carcere è tranquilla”, si è cercato di lavorare in maniera frammentaria, ad un testo che ricostruisse il pensiero di Anna Maria Franzoni, in modo non continuo (un modo che appartiene in parte a tutti noi) e privo di conseguenza logiche. Ci siamo chiesti, noi tutti, chi è questa donna e se è davvero colpevole come i giudici, dopo accurate indagini hanno stabilito. Ci siamo chiesti se sia vittima del nostro sistema giuridico, o di se stessa, della sua personalità, del suo modo di essere donna nel mondo di oggi dove milioni di madri si affannano nelle faticose metropoli per conciliare famiglia e lavoro. Ci siamo chiesti se il silenzio, l’eccesso di tranquillità, la solitudine possano essere la soluzione a duna vita serena e scandita dalle voci dei bimbi. Hanno scritto di quanto Anna Maria sia tranquilla in carcere… sarà proprio così? Abbiamo comunque deciso con Cristina Aubry, l’interprete, di attribuire diverse responsabilità anche al marito della Franzoni. Purtroppo il Comune ha deciso, all’ultimo momento, di ritirare il contributo che aveva stanziato per lo spettacolo, perché non era d’accordo nel nominare la Franzoni e questo ci è dispiaciuto molto. Lo spettacolo lavora su un testo sperimentale, corto, povero, basato sulla ‘vuotaggine’.



E il resto dello spettacolo come si svolge?

Dopo questa prima parte, ci saranno due miei racconti sulla violenza, il primo “Corri amore corri: Ettore salva Elena da un pedofilo” dura 12 minuti e verrà letto da me con l’accompagnamento del violoncello di Giovanna Famulari, in un gioco tra musiche e parole. L’altro, “La violinista”, sempre piuttosto breve,racconta di una bambina adottata che viene violentata dal padre adottivo ed anche qui la lettura si alternerà alla voce del violoncello. Abbiamo sostituito con quest’ultimo racconto quello previsto nel programma (“Un uomo”), perché l’attore Giorgio Colangeli, che doveva interpretarlo, non potrà essere presente. Ci sarà poi un dibattito che riteniamo molto importante con Liliana Cavani ed il pubblico sul valore dell’amore e della tutela, un tema certamente molto vasto…



Potresti dire alle nostre lettrici almeno una battuta sul tema della tutela?

Sì, certo. Vorrei dire quanto farebbe bene insegnare a tutti cosa vuol dire la cura dell’altro, e non solo nel mondo femminile … bisogna cercare sempre di accendersi ed uscire dalle nostre certezze, stare sul liminare delle cose perché le certezze non producono nulla mentre le incertezze producono molto.





MARIA INVERSI,
autrice e regista teatrale, è vissuta in diverse città italiane e straniere, è laureata in lingue e letterature straniere e diplomata in giornalismo. Ha frequentato i corsi di teatro presso la Sorbonne-Censier III, Parigi. Ha studiato tecniche recitative, acrobatica e danza con maestri italiani e stranieri. In qualità di attrice è stata diretta da registi italiani e stranieri. Dal 1990 si dedica alla regia teatrale: tra i suoi testi ha allestito: Camille C…, segnalato nel Patalogo di Franco Quadri, Judith (Artemisia Gentileschi) menzione speciale Aquilegia Blu, Al di là del filo (incontro ipotetico tra I. Bachmann e E. Hillesum -1992-94), finalista al festival internazionale di Bruxelles; Un uomo senza ambizioni, dal canovaccio del testo con clown, Oggi voglio essere felice-Sabina Spielrein, Jung, Freud (1999), Symphoníai Medea (2000). Di autrici e autori contemporanei ha diretto: La voce umana (Jean Cocteau), Incontri segreti, racconti di Margherite Dumas, Simone Weil e Quel ch'è vero da Ingeborg Bachmann, La Tomba di Antigone di Maria Zambrano, due versioni (1997-2002). Tanti Baci, da Sylvia Plath (collage-2004-2005). Ha insegnato presso scuole professionali di teatro e tenuto corsi e seminari per attori (Artaud e il Teatro contemporaneo) e danzatori professionisti (danza Butoh-Masaki Iwana). È stata direttrice artistica di alcune rassegne teatrali e del Teatro La comunità - Roma (1990-91). I suoi spettacoli, recensiti su quotidiani nazionali, riviste specializzate di teatro e d'arte, Rai e TV, hanno circuitato in alcune città italiane e straniere presso teatri governativi, comunali e privati. Ha organizzato convegni su Maria Zambrano (1997), Sabina Spielrein (1999-2000), sulla riscrittura dell'archetipo in Medea (2000), sulla storia delle donne (2001) e sui temi "Futuro senza guerre, identità femminili nei conflitti" (2003) e Grafie del sé e trasmissione della memoria (2005). Ha fondato l’Associazione Alfabeti Comuni, finalizzata a promuovere l’arte delle donne.

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