E' dedicato alla ragazze smart l'ultimo libro pubblicato da Cristina Melchiorri, 'Istruzioni per ragazze smart' (ed Lupetti). ed è dedicato a ragazze di tutte le età che vogliono realizzare pienamente se stesse nella vita. Ma questo libro parla soprattutto della vita lavorativa. Possono leggerlo con qualche utilità anche gli uomini, è ovvio, ma molti suggerimenti sono proprio per noi donne. Perche?
È più difficile per una donna affermarsi sul lavoro e raggiungere ruoli di primaria responsabilità. “Fare carriera”, si diceva lo scorso millennio. Deve essere brava, molto brava, spesso più brava dei colleghi uomini. E deve volerlo con molta determinazione.
In fondo, cos’è il lavoro? Moltissimo! Se lo viviamo intensamente, ma anche se lo subiamo come necessità, il lavoro è parte rilevante della nostra vita.
Quando non c’è ancora, e quando non c’è più.
E allora, perché non guardare meglio le regole del gioco, i comportamenti agiti da noi e percepiti dagli altri, i valori e i tranelli della vita lavorativa, e quelli che stanno dentro di noi e che portano o non portano le donne ad essere ai vertici?
Le riflessioni e i consigli pratici che seguono sono in “pillole”, il frutto di studi, di dibattiti, di ricerche e di esperienze di vita vissuta, in diversi contesti nazionali e internazionali, di migliaia di approfondite interviste a persone diverse, ciascuna con il proprio specifico modo di realizzare se stessa quando lavora. La seconda parte del libro deriva dalle esperienze, domande e risposte tratte dalla rubrica “Strategie private” pubblicata nel mensile NOIDONNE.
I cambiamenti prodotti dalla rivoluzione informatica negli ultimi 25 anni stanno modificando i concetti di capitalismo, di mercato del lavoro, di produzione e di valore. E sempre di più i criteri con cui le imprese cercano le proprie persone. Cosa cercano le aziende? Persone competenti, capaci, o con il potenziale per diventarlo, ma anche in grado di far valere la loro personalità, di assumere iniziative, di essere flessibili, soprattutto nel cervello e nei comportamenti. Ciò che ti fa essere smart, in altri termini.
Oggi ci troviamo di fronte a generazioni di giovani che, formati da una scuola ancora 1.0, hanno un dna permeato dal web, un nuovo proletariato informato e interconnesso, che ha cambiato radicalmente il proprio rapporto fra lavoro, tempo libero e guadagno, rispetto alla generazione precedente, la nostra, che comunque governa ancora il mondo.
Ma quanto contano per le aziende oggi gli anni di esperienza, le conoscenze e le competenze possedute dalle candidate e dai candidati? Sempre meno.
E quanto la capacità personale e la velocità di capire e risolvere i problemi, di comunicare in modo efficace, di pensare per obiettivi e non per compiti, di essere proattivi, di saper entrare in feeling con gli altri? Sempre di più.
E quanto conta l’energia personale, lo spirito di iniziativa, la fiducia nella propria capacità di raggiungere gli obiettivi per cui operiamo? Moltissimo.
Ma c’è ancora nel mondo del lavoro di oggi una significativa differenza tra donne e uomini con pari titolo di studio e pari esperienza nell’entrare in azienda e nell’arrivare ai vertici?
Si, troppa. Nei nostri stessi comportamenti.
Gli uomini spesso affrontano il lavoro come se fossero su un campo di battaglia, come se giocassero una partita, con la stessa mentalità competitiva che usano nello sport.
Le donne no. Di solito mettono le relazioni interpersonali al centro, sono attente a come il loro agire incide sugli altri, costruiscono reti di rapporti. Che c’è di male? Nulla, anzi!
Ma il punto è che l’universo maschile si fonda sull’azione, sui risultati concreti, le relazioni non sono importanti in sé, ciò che è importante è come le relazioni favoriscono i risultati.
Le “regole” cui fanno riferimento gli uomini non sono quelle di normale riferimento per le donne.
Questo non significa che le donne debbano agire come gli uomini. Ma comprendere come gli uomini prendono decisioni per sé e per gli altri, capire il loro gioco, anticiparlo, porta ad avere più chances nella competizione professionale.
E comunque, conoscere i diversi modi di pensare e di agire di donne e uomini aiuterà entrambi a capirsi di più e a lavorare meglio insieme.
È necessario cambiare alcune “regole” attuali, perché sono carenti e a volte ingiuste. Ma le regole si possono cambiare solo da una posizione di potere. Più donne varcheranno la soglia del comando nel mondo del lavoro, nella politica, nelle istituzioni, nella finanza e nella informazione, più facile sarà cambiare le regole che ci governano.
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