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Dedicato a Donatella Colasanti: a Roma teatro di denuncia per non dimenticare

Dedicato a Donatella Colasanti: a Roma teatro di denuncia per non dimenticare

Donatella Mei torna in scena con "Si chiamava Donatella come me", dedicato a Donatella Colasanti, vittima del massacro del Circeo

Lunedi, 14/09/2015 -
In occasione dei 40 anni dal fattaccio del Circeo e 10 anni dalla morte di Donatella Colasanti, torna a Roma per due sole serate lo spettacolo/omaggio alla sopravvissuta "Si chiamava Donatella come me": il 26 settembre alle 20,30 e il 27 alle 19,00 a Spartaco, via Selinunte 57 (fermata metro Numidio Quadrato).



Uno sguardo, un sogno, un monologo che vuole immaginare quello che Donatella Colasanti non ha detto e ricordare quello che ci ha lasciato, dai versi alla fondamentale legge contro lo stupro, che dal 1994 e grazie al suo processo viene considerato un reato contro la persona e non contro la morale.



Donatella Colasanti, vittima con Rosaria Lopez, che ne morì, del massacro del Circeo (1975) è scomparsa nel 2005 a causa di un cancro al seno. I trent’anni successivi alla violenza subita, la sua ricerca di giustizia, le lotte politiche, la scrittura, la poesia, la sua passionale aggressività, la legge contro lo stupro, sono la materia viva su cui lavora Donatella Mei. Da qui il titolo, L'Importanza di Donatella, giocato anche su una similitudine anagrafica tra l'autrice e la Colasanti.



Un viaggio introspettivo, nell’anima della protagonista in cui ogni tappa è documentata dalla storia giudiziaria, dalle udienze, dal paradossale destino dei tre colpevoli, dal continuo confronto con la realtà e la sua metabolizzazione. Ad accompagnare la sua vita il dolore, l’eco della violenza subita e una costante ricerca di giustizia. Lei, dentro, la forza la trova e la lucidità che le ha permesso di non morire la tragica sera del massacro la conserva ma, per andare avanti annulla progressivamente i segnali che il corpo le manda e muore giovane, a 47 anni.



L’importanza di Donatella è uno spettacolo di denuncia, ma anche di riflessione e di introspezione, sui meccanismi relazionali fra uomini e donne. Uno spettacolo di sorprendente attualità, che smaschera l'ipocrisia della parità: non bastano le leggi, le opportunità e i progressi fatti dalle donne in tutti i settori della vita pubblica ed economica. Di violenza maschile si continua a morire, anzi proprio laddove aumenta il potere delle donne, si inasprisce il conflitto con gli uomini.

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