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De@ terra, il premio all'agricoltura femminile

De@ terra, il premio all'agricoltura femminile

- Tredicesima edizione del riconoscimento del Ministero attribuito all’imprenditoria agricola femminile e che valorizza l’innovazione e la tutela delle tradizioni

Ortensi Paola Mercoledi, 28/05/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2014

 Sei imprese agricole, a titolarità femminile, Roma sono state le protagoniste belle e indiscusse del Premio De@ Terra, che da tredici anni il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dedica all’imprenditoria femminile. Per questa edizione (6 maggio 2014) sono stati valorizzati gli aspetti innovativi nella conduzione dell’azienda e l’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio naturalistico, grazie ai quali è stato apportato un contributo significativo alla crescita economica, sociale e culturale delle aree rurali in cui le aziende operano.

Se la premiazione si collega, come è giusto che sia, alla realtà economica e di lavoro del Paese, le singole storie costituiscono una speranza e lasciano una ventata di ottimismo, a cui si aggiunge la piacevolissima sensazione che l’agricoltura di successo è capace anche di rappresentare un’Italia più unita ed omogenea da sud a nord nella sua capacità di traino allo sviluppo, forse più di qualunque altro settore. Il dr Giuseppe Cacopardi, Direttore Generale allo Sviluppo Rurale, ha riassunto le caratteristiche delle aziende premiate e ha sottolineato come anche queste, per le loro specificità, confermino la tendenza femminile all’innovazione e l’apertura alla collaborazione col territorio, con altre imprese ed altro ancora; concetti ripresi poi dalla dott.ssa Graziella Romito, dirigente responsabile dell’ufficio di programmazione dello sviluppo rurale nonché della valorizzazione dell’imprenditoria femminile. Le donne premiate hanno descritto, con articolate e colorate presentazioni, la quotidianità delle loro imprese e il percorso compiuto per raggiungere i traguardi attuali accanto alle ambizioni per il futuro e ai valori alla base delle scelte compiute. Mariangela Costantino dopo una laurea in agraria ed esperienze molto utili in Europa è tornata in Calabria. In provincia di Catanzaro ha fatto di un antico villaggio rurale della sua famiglia un nuovo luogo di multifunzionalità agricola dove prodotti freschi, trasformati, cucinati, turismo e tempo per l’ambiente e per la cultura costituiscono un’attrazione di successo. A Castelrotto in provincia di Bolzano Martha Gasslitter Mulser ha organizzato nel suo maso biologico Pflegerhof la coltivazione di ben 500 varietà di piante, dopo anni di lavoro e grazie alla collaborazione ed il supporto di tutta la sua numerosa famiglia. Un elenco senza fine di piante di cui fanno parte 40 tipi di menta e quasi 50 tipi di salvia ed una vetrina spettacolare di tisane, miscele di spezie, condimenti, sacchetti profumati magnificamente lavorati e confezionati che Martha ha portato come campioni porgendoli ai presenti insieme ad amiche, che come lei indossavano il loro costume tradizionale. L’azienda di Manuela Pagani, Dogville, è stata recentemente ribattezzata con il nome L’Ortica perché in questa pianta selvatica “ha rintracciato una sintesi delle qualità della sua impresa”. Interessante come Manuela ha raccontato come abbia ritenuto di poter applicare al mondo agricolo la sua professionalità d’ambientalista ed esperta di animali (domestici, d’allevamento e selvatici) così che l’azienda, ubicata a Castelvetro in Provincia di Piacenza, tra l’Emilia e la Lombardia, è oggi “un laboratorio” che oltre a produrre ortaggi attua politiche d’impatto ambientale di ottimo livello e propone un'offerta didattica - scolastica e non solo - che punta a sviluppare responsabilità individuali e collettive verso l’ambiente. Notevole infine l’impegno di alcune aziende dell’Appennino nell’affrontare in modo specifico il problema della predazione del lupo. Dalla Pianura Padana si passa al Medio Campidano in Sardegna dove, tra boschi di lecci e sughere, Monica Saba nella sua azienda Gennè Sciria ha un gregge soprattutto di capre a cui si aggiungono oggi pecore nere di razza arburese salvate dall’estinzione proprio da un progetto di Monica. Oltre a produrre formaggi in un caseificio aziendale, Monica si è specializzata nella lavorazione della lana di pecore sarde che trasforma per “vestire “ i suoi formaggi con modalità davvero originale oltre ad avere ripristinato l’uso antico dell’argilla in sostituzione del frigorifero. La tradizione, come recupero rivisitato del passato e come filo rosa di tutte le aziende premiate, la troviamo di nuovo nell’azienda di Paola Maria Sfondrini, in provincia di Lodi a Terranova dei Passerini. L’azienda, situata in una cascina Lombarda a corte chiusa con fabbricati costruiti dalla fine 1700 all’inizio del 1800, è ad indirizzo cerealicolo zootecnico e l’allevamento è di razza Limousine. Dato il notevole impegno come azienda didattica, sono presenti in azienda anche varie altre tipologie di animali. L’impegno didattico è considerato così importante che l’azienda è riuscita ad aggregare e coordinare tutte le fattorie didattiche provinciali producendo un opuscolo congiunto. Un vero esempio di rete dove la competizione per il successo prevede la sinergia e non la divisione delle imprese in campo. Gli ultimi impegni su cui Paola Maria e famiglia hanno posto grande entusiasmo riguarda lo sviluppo della fattoria sociale, ovvero porte aperte alla disabilità con lavoro e l’attività di pesca sportiva nel Laghetto delle Cascine. Rimanendo in Val Padana conosciamo il “Fondo Prognoi” a Montorio in provincia di Verona di Laura Tinazzi. La terra qui produce vigna, seminativi, un piccolo frutteto dove “rinascono” alberi di antiche cultivar come i peri “trentossi” e i pomi “dessi”. La caratteristica dell’impresa di Laura risiede nell’essere la prima azienda agricola del veronese ad essere certificata Biodiversity Friend dall’ente certificatore CSQA. In sintesi è proprio la difesa e sviluppo della biodiversità il vanto aziendale. C’è poi una riflessione interessante presentata dall’imprenditrice che riguarda l’esigenza di tutte le aziende che come la sua sono ai margini dell’abitato cittadino, di vivere questa situazione come una opportunità e non come elemento di disagio. Per finire, lasciando alla curiosità di ciascuno la possibilità di saperne di più su queste belle aziende (tutte rintracciabili via web), l’augurio è che - al ritorno dal viaggio in Spagna, dove andranno tutte insieme a conoscere esperienze agricole locali, quale parte integrante del premio del Ministero per lo scambio di buone prassi - queste imprenditrici ci riportino un nuovo risultato: la costruzione di una rete d’amicizia e conoscenza fra di loro che si trasformi in scambio di competenze, informazioni e, perché no, anche di “viaggiatori” appassionati all’agricoltura e al territorio. 

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