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Dare credito ovvero dare fiducia

Dare credito ovvero dare fiducia

Microcredito - Mentre la crisi globale creata dalla grande speculazione travolge il pianeta si riscopre il valore di esperienze nate nel Sud.

Angelucci Nadia Martedi, 19/05/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2009

Mentre la crisi globale creata dalla grande speculazione travolge il pianeta si riscopre il valore di esperienze nate nel Sud.

Il successo dei programmi di microfinanza ha costretto le istituzioni finanziarie tradizionali a confrontarsi con un sistema differente.



 

“Non è una bacchetta magica”, esordisce Marcella Corsi, professoressa di Economia politica presso la Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ e componente del Comitato Scientifico della Fondazione Risorsa Donna, “è però uno strumento di inclusione, oltre che di aiuto ad uscire da una necessità”. Fin dalla quarta Conferenza mondiale delle donne di Pechino, nel 1995, l’esigenza di promuovere l’accesso al risparmio e al credito per l’universo femminile è stata posta come uno degli obiettivi strategici per la lotta alla povertà. Lo strumento del microcredito risponde a questa necessità, senza voler essere una panacea per tutti i mali ma ponendosi come un mezzo per aiutare le persone credendo nelle loro idee e avendo fiducia nella loro capacità di realizzarle. Nato nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS) essenzialmente per far uscire dalla povertà la popolazione, soprattutto quella rurale, con crediti molto modesti, si è poi diffuso nei paesi cosiddetti ad economia avanzata dove ha assunto caratteristiche necessariamente differenti. “In occidente è essenzialmente un finanziamento alla microimpresa - dice Corsi, - un prestito, generalmente di ridotta entità (sotto i 25.000 euro) a soggetti che hanno buone idee di impresa e che possono offrire poche garanzie. Proprio per questo sono protagoniste le donne, che spesso hanno un grande senso pratico e creatività ma che, anche benestanti, sono fortemente discriminate nell’accesso al credito. La vera novità è dunque l’attenzione alla persona, alle sue esigenze e al suo percorso. L’accompagnamento è completo e va dal colloquio conoscitivo all’indagine di mercato, dalla redazione di un busines plan alla formazione e all’accompagnamento dopo la concessione e l’erogazione del credito. Mentre, normalmente le attività bancarie non sono tarate sulle persone, le istituzioni di microfinanza tengono in considerazione le esigenze del cliente. Questa attenzione globale all’utente risponde all’esigenza della stessa istituzione che concede il credito, oltre che a quella del creditore: infatti gli enti di microcredito devono autosostentarsi. E solo la certezza della riuscita di un progetto può assicurare il rientro di un investimento. Per questo si va incontro al cliente, si ascoltano le sue ragioni e le sue difficoltà e, al limite, si posticipano le scadenze delle rate”. Il microcredito opera soprattutto laddove il sistema bancario ha escluso parti importanti della popolazione: si parla di quote consistenti di persone nei PVS (fino all’80% in Bolivia) e dell’11% in Europa. E’ evidente come raggiungere questa quota di cittadini sarebbe assai importante per generare processi virtuosi. “La microfinanza in Italia è ancora poco sviluppata - continua Marcella Corsi - perché c’è una legge bancaria che non la facilita. Le istituzioni di microfinanza sono prevalentemente legate alle Organizzazioni Non Governative che operano con grande fatica in quanto non possono erogare credito ma devono appoggiarsi ad un soggetto bancario che le supporti. Tra l’altro la garanzia sul credito è data proprio da queste associazioni no profit che con il loro lavoro di rete garantiscono un legame forte con i beneficiari. Sarebbe necessario regolamentare anche questo settore”.

Per quanto riguarda in particolare le donne la professoressa Corsi mette in luce il ruolo rilevante dell’universo femminile nel ‘sistema’ microcredito: “Le beneficiarie sono tra il 35 e 38% in Europa occidentale, il 62% in Europa dell’Est, il 60% in Canada e negli Stati Uniti, il 69% nei Paesi in Via di Sviluppo”.

Come sempre dove c’è bisogno di impegno, creatività, testardaggine, capacità di cavarsela con risorse ridotte, le donne primeggiano.



Grameen Bank

Muhammad Yunus , economista e banchiere bengalese, premio Nobel per la Pace nel 2006, è stato l’ideatore del microcredito cioè di quel sistema di piccoli prestiti rivolti a persone troppo povere e senza garanzie per le quali era impossibile ottenere un credito presso una banca tradizionale. Ha fondato, in Bangladesh, la Grameen Bank, che in lingua bengalese significa Banca del villaggio. La Banca di Yunus attualmente ha 1.084 filiali in cui lavorano 12.500 persone. I clienti, 2.100.000 in 37.000 villaggi, sono per il 94% donne. L'organizzazione non è in perdita: il 98% dei prestiti viene restituito. La banca, inoltre, raccoglie depositi, fornisce altri servizi, e gestisce varie attività economiche finalizzate allo sviluppo, tra cui società commerciali, telefoniche e nel settore dell'energia.



Il Libro

Donne e Microfinanza. Uno sguardo ai paesi del Mediterraneo.

a cura di Marcella Corsi

2008, Aracne



Prendendo spunto da una ricerca svolta nel 2005 dalla Fondazione Risorsa Donna il volume avvia una riflessione sull’impatto socioeconomico dei programmi di microcredito in un’ottica di genere nelle differenti aree geografiche che si affacciano sul Mediterraneo: paesi dell’Europa occidentale (Italia, Francia, Spagna), paesi del Nord Africa (Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Tunisia), i Balcani (Albania, Bosnia, Croazia, Kosovo). L’insieme di saggi che analizzano vari contesti legati al microcredito, dalla finanza islamica alla ricostruzione post-conflitto nell’est Europa, dall’empowerment femminile alla situazione delle donne egiziane, rappresenta un grande contributo sia per la l’analisi e la messa a confronto tra i differenti contesti sia per la ricerca di parametri comuni. Uno dei risultati più evidenti della ricerca è quello di mettere in luce come la micro finanza sia uno strumento importante di rafforzamento della posizione sociale delle donne anche attraverso l’elaborazione e l’applicazione di un indice di cambiamento delle condizioni di vita delle donne coinvolte. Per le donne coinvolte nelle ricerca il microcredito è stato uno strumento di empowerment ma per quelle residenti nei paesi dell’Europa occidentale è emerso il nodo della conciliazione dei tempi: quando si comincia ad avere l’impegno costante del lavoro iniziano i problemi con la famiglia.



Le Tontine in Africa

Assimilabili al microcredito solo per la parte che riguarda l’attenzione alla persona e la fiducia come unica garanzia per il credito, le Tontine sono associazioni di donne africane, generalmente appartenenti allo stesso villaggio o allo stesso quartiere, che si mettono insieme con lo scopo di costituire un piccolo capitale e farlo ruotare tra le socie. Il gruppo si incontra periodicamente per versare una somma di denaro prestabilita e a turno ciascuna di loro di loro riceverà l’intera somma raccolta; in questo modo, a rotazione, ogni donna potrà disporre, in un tempo abbastanza breve, di una quantità di denaro consistente che non avrebbe potuto risparmiare da sola. Ognuna potrà poi decidere di utilizzare il capitale per iniziare un’attività commerciale, per sostenere spese domestiche ordinarie o straordinarie, per acquistare oggetti di consumo o di valore. Questa microgestione circolare del risparmio tutta al femminile, in cui ognuno è al tempo stesso creditore e debitore, promuove la reciprocità e la solidarietà attraverso due semplici principi: facile accesso al credito ed eliminazione di giacenze di liquidità.



(19 maggio 2009)

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