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Danza, un 'fenomeno' che arriva al 'cuore'

Danza, un 'fenomeno' che arriva al 'cuore'

Scuola di danza a scuola... in una scuola con insegnanti certificate e conto la violenza. Intervista a Rosanna Pasi

Martedi, 19/08/2014 - È possibile dare vita ad importanti progetti innovativi di rilevanza nazionale ed internazionale di danza anche da parte di persone che la danza non la “praticano sulle punte”? Possibilissimo. Ecco l’esempio di Rosanna Pasi, già insegnante di materie letterarie e dal 2001 Fondatrice Presidente della Federazione Nazionale Associazioni Scuole di Danza aderente all’AGIS, fondatrice e direttrice della rivista per le scuole di danza “Da:NS”, autrice dei libri “Balla Befana”, “La Befana”, “ I Re Magi”, curatrice di “Danzando tra le arti” e del recente “Leggere per Ballare”.



Chi è Rosanna Pasi?

Provengo da un ambiente povero economicamente ma con una attenzione alla cultura pensata come ascensore sociale; nel dopoguerra ho frequentato, complice la mia maestra delle scuole elementari, le scuole medie e superiori e l’Università. Per me fu importantissima Maria Rosa Brunati la docente di educazione fisica - e di pomeriggio insegnante di danza - che, con modalità "disinvolte" nel parlare e farci capire il nostro corpo, mi fece entrare in un positivo e felice rapporto col mio "corpo" . Fu così che pensai che se avessi avuto dei figli, avrebbero studiato danza. E così fu. Adesso come operatrice culturale ho provato ad inserire in questo straordinario ed affascinante ambiente una mia personale idea: inserire la scuola di danza nel settore della produzione di progetti/spettacolo per il teatro ragazzi in cui la danza è praticamente assente. Il mio campo di intervento è strettamente quello delle scuole di danza, "fenomeno" che da anni continua a diffondersi nel nostro paese in modo sempre più consistente da Nord a Sud che vede protagonisti giovani, giovanissimi e anche adulti. Scuole di danza, accademie, palestre, società: un fatto indubbiamente positivo che evidenzia in modo inconfutabile il valore formativo che tanti genitori attribuiscono alla scuola di danza.



Qual è la peculiarità della danza?

La danza arriva al "cuore" immediatamente come in genere succede per le arti espressive. È necessario un "cuore" capace di cogliere il valore aggiunto del "bello". La danza come altro linguaggio di una speciale comunicazione artistica coinvolge uomini e donne; ciascuno col proprio bagaglio sociale, culturale ed affettivo restituisce alla danza un senso di complicità e completezza.



Come è percepita oggi la formazione coreutica?

La danza viene percepita come attività prevalentemente femminile, il che costituisce la sua forza ma anche il suo limite. La sua forza perché la donna da sempre ha una sua specifica sensibilità didattico educativa ed espressiva capace di coinvolgere ma è anche il suo limite perché è lasciata in un abbandono legislativo abbastanza pesante. Come insegnante scoprii a malincuore che le mie colleghe consideravano la danza un’ attività per elite culturale ed economica a cui aggiungere due pre-giudizi largamente diffusi: l'omosessualità per i maschi e l'anoressia per le ragazze. Come donna notai che persone che facevano parte della mia vita - pur essendo colte –non avevano dimestichezza con la espressività del corpo – e, quindi, con la danza - allo stesso modo in cui erano incapaci di sostenere una conversazione sul sesso. Come consigliera comunale mi accorsi che tutto il mondo sociale - tranne quello della danza - si era organizzato per inter-agire con le amministrazioni comunali. Se il mondo della danza non aveva fatto molto per farsi "capire", occorreva anche comprendere che le insegnanti di danza - come tutte le persone super specializzate - non hanno gli strumenti idonei per farsi capire da un mondo che non è il loro.



A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico possiamo affermare che la danza potrebbe costituire uno dei pilastri della “Comunità educante”?

La Costituzione sancisce la libertà dell'insegnamento dell'Arte; ma la scuola di danza è prima di tutto un luogo di formazione dove i giovani vengono avvicinati ad un’ attività indubbiamente "artistica", però prima di arrivare all'Arte sono necessari anni e anni di studio in un percorso che potrà portare solo qualcuno a diventare un professionista, mentre la maggior parte dei giovani avrà comunque imparato a conoscere il proprio corpo, a lavorare assieme agli altri, ad esprimersi in uno spazio definito, a concentrarsi su un processo di consolidamento di competenze, il che sarà utile appunto nella formazione della persona, complementare alla formazione e le competenze acquisite di grande aiuto nella vita quotidiana.

La seconda obiezione a giustificazione della disattenzione pubblica è quella dell'attività privata. Eppure nel nostro Paese esistono servizi svolti dal "privato": la Scuola, la Sanità....ed in entrambi questi settori operano persone con competenze certificate riconosciute. Vorrei sottolineare le due parole Certificate e Riconosciute. Perché tante insegnanti di danza hanno competenze certificate ottenute da enti italiani e stranieri però non sono riconosciute da nessuno. A fronte di tante professionalità diffuse sul territorio nazionale e di una attività che assume per tutti valore sociale e culturale rilevante, per alcuni invece professionalizzante,esiste una totale indifferenza legislativa. Insomma nessuno oggi è in grado di dire a quale segmento formativo la scuola di danza ( per altro anche la dizione è impropria) faccia riferimento. Non fa parte del M.I.U.R. che si occupa del mondo della scuola in genere, non fa parte del MIBAC che si occupa dei professionisti, non fa parte del Ministero del Lavoro che si occupa di competenze riconosciute e certificate, non fa parte del Ministero della Salute…Insomma un mondo prevalentemente giovanile ignorato dal legislatore che vive nella più totale anarchia, parola forte purtroppo però molto vicina al vero, perché in assenza di ogni tipo di controllo, nessuno è in grado di sapere chi certifica la competenza dei suoi docenti. E’ negativo sia per i docenti di danza, sia per gli "utenti".



Un “impegno” nato da una esigenza reale, dunque...

A tutti coloro che vogliono avviare una attività imprenditoriale ( un laboratorio di estetica, una lavanderia, un negozio di ottica o di vendita di apparecchi acustici ..) i Sindaci dei nostri territori chiedono certificazioni o patentini attestanti un percorso formativo effettuato:.... a tutti insomma viene richiesta una certificazione di competenza, solo a chi vuole aprire una scuola di danza non viene chiesto nulla. Essendo le scuole frequentate da bimbi, giovani e anche giovanissimi, mi viene da aggiungere che nessuno si occupa della loro salute e del loro sviluppo psico-fisico. Non è una questione tecnica, ma una questione di comunicazione. Lo deve capire la scuola, lo devono capire i docenti della scuola, lo devono capire le istituzioni locali, regionali e nazionali e il mio impegno per il riconoscimento della scuola di danza quale luogo di una formazione speciale, sia per giovani sia per adulti è diventato un obiettivo della mia vita



Attraverso quali altre tappe raggiungerlo?

Assieme ad un gruppo di lavoro formato da Persone professioniste coordinate da Arturo Cannistrà (ATERBALLETTO) ho ideato un progetto denominato "Leggere per...Ballare" proprio per avvicinare le scuole istituzionali con gli strumenti che gli insegnanti usano, vale a dire il libro e, perciò, la lettura. LpB è dunque uno spettacolo di danza realizzato dalle scuole di danza e destinato agli allievi delle scuole istituzionali i cui docenti abbiano inserito la lettura del libro oggetto dello spettacolo nella loro programmazione curriculare. A teatro, luogo dove avviene una comunicazione "magica, si incontrano vari linguaggi: quelli verbali usati dagli allievi spettatori in platea e quelli visivi usati dai "danzatori" sul palcoscenico, ma soprattutto l'ora di teatro è un unicum con la programmazione curriculare e i messaggi veicolati sono conosciuti da genitori, insegnanti e ragazzi. Per questo parlo volentieri di "comunità educante" dove nel rispetto della autonomia di ogni singola struttura, si cerca però assieme di raggiungere obiettivi educativi importanti. Naturalmente mettere in funzione un progetto come questo, sono partita dal concetto del lavoro in rete e il primo anello della rete è quello delle scuole di danza fra di loro. Dunque nel paese sono nate diverse associazioni di scuole di danza che aderiscono ad una federazione nazionale di associazioni di scuole di danza - fnasd - che rappresento in AGIS a Roma. 



Quest’anno “Leggere per Ballare” ha prodotto “ VITTIME DEL SILENZIO”. Uno spettacolo straordinario che ha visto protagoniste le allieve delle scuole impegnate sul tema della violenza. Un fatto di grande rilevanza forse non solo nazionale. Come mai questo tema?

LpB è oggetto di un protocollo d'intesa col M.I.U.R e con Agiscuola e grazie a questo sono diventata partner del Dipartimento dello Studente M.I.U.R. che mi ha chiesto di realizzare un concorso per le scuole superiori del paese lasciandomi libertà di scelta sul tema e sulla bibliografia. Consapevole che uno dei problemi sociali più grossi oggi è la violenza nei confronti delle donne, ho scelto proprio questo tema e aiutata da un'associazione del mio territorio SOS Donna, ho presentato al Ministero Vittime del Silenzio un concorso destinato agli alunni delle scuole superiori che si conclude a teatro dove in uno spettacolo dallo stesso titolo vengono inseriti i gruppi dei vincitori. Debbo dire che quando al mio gruppo di lavoro - regista, musicista, insegnate, coreografe - ho presentato l'idea, ho avvertito un momento di disagio, poi la lettura di alcuni libri sul tema, l'aiuto di una insegnante di lettere, ma soprattutto la consapevolezza che la violenza nei confronti della donna è una costante nella storia della umanità, tutti si sono messi al lavoro ed è stato realizzato uno spettacolo che plasticamente racconta come alcune donne prese a simbolo ( Francesca da Rimini, Desdemona, la Monaca di Monza, Fantine, Maria Goretti...) sian state trattate nel periodo più delicato della loro formazione. Non uno spettacolo di violenza ma sulla violenza raccontata in modo delicato ma efficace. Al Tetro Comunale di Bologna il prossimo 6 novembre sarà in cartellone lo spettacolo realizzato dalle scuole di danza associate FNASD tramite Espressione Danza Bologna con la partecipazione di un gruppo di alunni del liceo Rambaldi Valeriani di Imola che hanno vinto l'edizione del concorso lo scorso anno, la stessa cosa avverrà a Torino grazie alla collaborazione con l'associazione Esperia e alcune scuole di danza della città nel prossimo mese di marzo al teatro Astra.



Queste date sono state precedute dal successo delle presentazioni e saranno seguite in altri luoghi vero?

Il progetto è andato bene, ha avuto un esito soddisfacente e in accordo col Dipartimento dello Studente verrà riproposto anche per l'anno scolastico 2014/2015 perchè convinta che dare voce a un tema come questo sia sempre più necessario e utile. Introdurre il concetto del "rispetto nella diversità" è difficile, sia a livello famigliare sia a livello sociale.



Che cosa rappresenta Leggere per Ballare per Rosanna Pasi? Un progetto “modulare”o anche di vita?

In questi anni mi sono molto concentrata sulla diffusione del progetto LpB che, che grazie al suo essere modulare" oggi viene realizzato in molte città del paese. Adesso mi sto concentrando sulla formazione dei docenti delle scuole di danza e sulla certificazione delle loro competenze. Lo stiamo facendo con la Fondazione Aterformazione, con IRSEF e col Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell'Università degli Studi di Bologna e con la regione Emilia Romagna, con l'obiettivo che il tema venga assunto anche da altre regioni e possa trovare una sua strada legislativa. Per una questione di "civiltà".



Con “Leggere per Ballare” Rosanna Pasi ha soddisfatto la propria sensibilità il suo senso di vivere in una comunita' “civile” di donne e di uomini oppure non le basta e sta lavorando ad altri, futuri progetti per il benessere e il miglioramento della qualità delle nostre vite?

Il percorso che sto facendo ora per il riconoscimento della formazione coreutica per giovani e docenti è senza dubbio il più difficile. In questi anni i miei interlocutori sono stati e continuano ad essere sindaci, assessori, insegnanti di danza, autori di libri, adesso i miei interlocutori devono essere a livello parlamentare e ho avviato una interlocuzione con ANCI regionale per arrivare anche oltre con l'aiuto della senatrice Josefa Idem. Ma siccome penso che il benessere e il miglioramento della qualità della vita passino per l'acquisizione del concetto di "bellezza" e quindi delle attività artistiche, sto lavorando ad altri progetti: per esempio un festival del libro Fare Leggere Tutti dove il libro è lo strumento che ci avvicina ad altre espressioni artistiche. Ma l'idea alla quale intensamente penso è riuscire a fare in modo che la danza diventi un sistema che, partendo dalle scuole di danza coinvolga le scuole istituzionali, il mondo dei professionisti e dei direttori dei teatri e dei circuiti. Dobbiamo costruire le Città della Danza con eventi capaci di coniugare turismo e cultura.



Ci vediamo allora il 6 Novembre a Bologna?

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