Venerdi, 26/03/2021 - Di Dante, il nostro poeta-vate per antonomasia, si parla ormai dall’inizio dell’anno, in occasione del settimo centenario della sua morte, avvenuta nel 1321.
E dallo scorso anno è stato istituito il DANTeDI’, fissato per ogni 25 marzo, per ricordarlo e commemorarlo al meglio.
Moltissime le iniziative grandi e meno grandi a lui doverosamente rivolte, alcune già iniziate, ed è notizia recentissima quella dell’ottima sinergia messa a punto dalle città di Forlì e Ravenna che han deciso di riunirsi per un progetto di collaborazione con l’intenzione di valorizzare il grande lavoro scientifico e culturale svolto dalle proprie istituzioni museali.
In questa incipiente primavera, infatti, a partire da aprile – covid permettendo, diremo per scaramanzia - nelle due città romagnole si inaugureranno due mostre a tema dantesco: Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio, nella Chiesa di San Romualdo a Ravenna (dal 24 aprile al 4 luglio 2021) e Dante. La visione dell’arte, presso i Musei di San Domenico a Forlì, da dopo Pasqua, in linea con le disposizioni relative alla possibile riapertura delle sedi museali, fino all’11 luglio 2021.
Le due mostre faranno parte di un percorso espositivo dedicato al Sommo che vedrà a Ravenna le opere legate al periodo dell’esilio e con cui Dante era entrato in contatto, opere che in alcuni casi il Poeta poté vedere e conoscere e a Forlì una ricca selezione di oltre 250 opere che, nei secoli successivi, trassero ispirazione da Dante e dalla sua ‘Comoedia’ poi divenuta Divina.
In particolare la mostra forlivese intende essere un momento di riflessione complessivo sulla figura di Dante, simbolo per eccellenza dell’Italia ed il suo immenso lascito, in un confronto unico tra linguaggio dell’arte e figura letteraria. Il periodo storico-artistico analizzato va da Cimabue al Novecento, con celebri capolavori di Andrea del Castagno, Michelangelo, Pontormo, Zuccari ed affronta la lettura che nei diversi periodi storici è stata data dell’arte dell’Alighieri e delle sue opere.
Entrambe le mostre sono realizzate con il prezioso contributo di musei internazionali, tra cui le Gallerie degli Uffizi* che, con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, hanno ideato ed organizzato il percorso espositivo per i Musei San Domenico e contribuiscono a quello di Ravenna con due prestiti fondamentali per raccontare gli anni di esilio dell’Alighieri.
Il progetto nel nome di Dante nasce da un’idea di Eike Schmidt e di Gianfranco Brunelli. I curatori della mostra sono i notevoli critici Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca.
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