Sabato, 10/05/2014 - 'Danni da farmaci, costi per la società' è il tema della Tavola Rotonda tenutasi a San Giuliano Terme (Pisa) nell'ambito del Festival Donna&Salute (8/11 maggio 2011) e che ha sottolineato la necessità di "trovare nuovi paradigmi per per trattare le complessità".
Flavia Franconi, Docente di Farmacologia all'Università di Cagliari e Assessora regionale in Basilicata, ha illustrato come innumerevoli evidenze scientifiche e rilevazioni sul campo abbiano dimostrato il diverso impatto dei farmaci sulle donne e sugli uomini affetti dalle stesse patologie, anche perché "il corpo delle donne non è mai uguale e muta nelle fasi della vita, e perché vi sono molte differenze tra gli organi delle donne e degli uomini". Il fatto che i farmaci siano testati solo sugli uomini e che la ricerca tiene conto di un solo genere spiega l'insorgenza dei danni da farmaco con tutte le conseguenze in termini di costi per la salute della persona, e delle donne in particolare, e di costi sociali. L'AIFA raccoglie e analizza le denunce relative ai danni da farmaco, ma sono pochissime le Regioni che adempiono a questo obbligo di segnalazione. Pur non dimenticando che il nostro sistema sanitario è universale ed è tra i più avanzati al mondo, occorre segnalare che i contenziosi medico/paziente in Italia sono circa 30.000 all'anno e il punto di vista giuridico/ legale sui danni da farmaco lo ha portato la Prof.ssa Dianora Poletti, Ordinario di Diritto privato all'Università di Pisa, che si è soffermata sulla differenza tra la responsabilità personale del medico oppure del sistema sanitario e sulle difficoltà che incontra la legge nel quantificare il danno subito. Difficoltà aggravate dal fatto che spesso il danno si produce nel lungo periodo. Nel caso in cui il danno non è riconducibile ad un errore del medico il sistema dovrebbe essere in grado di fornire assicurazioni sociali. Il Decreto Balduzzi ha abolito parzialmente la responsabilità del medico allo scopo di arginare il fenomeno della medicina difensiva. Interessante la precisazione circa il fatto che l'attività del legislatore non conosce il genere e quindi non tiene conto delle differenze dei danni tra gli uomini e le donne. La psicologa Fiorella Chiappi, referente Ordine degli Psicologi della Toscana Commissione Medicina di Genere, ha sottolineato come si possano realizzare risparmi passando dal concetto della cura alla prevenzione e alla promozione di migliori stili di vita. In questo le donne peccano perché antepongono la cura dei familiari alle attenzioni verso se stesse, infatti praticano meno sport rispetto agli uomini. Tra i vari fattori che contribuiscono alla qualità della vita vi è lo stress e la capacità di gestirlo per ridurre gli effetti delle reazioni emotive. Anche in questo le donne hanno minori strategie, fattore che contribuisce ad innescare situazioni patologiche e quindi uso di farmaci. Quindi meno farmaci e più psicoterapia per evitare di affrontare un malessere come se fosse una malattia. Sarebbe però un investimento nel lungo periodo che chiede un tempo e una gestione.
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