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Dalle Alpi a San Pietro

Dalle Alpi a San Pietro

La via Francigena - Sulle orme dei pellegrini che prima dell'anno mille avevano già tracciato i cammini ancora oggi percorsi da chi vuole vivere un'esperienza turistica e ricca di spiritualità

Domenica Ricci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2007

L’itinerario della via Francigena, presentato dalla Presidenza del Consiglio all'interno del "Sistema degli itinerari culturali europei in territorio italiano”, vuole essere una sfida alle abitudini di sempre e allo stesso tempo la capacità di incontrare gli altri. Il suo messaggio è quello di un percorso che parla di noi e degli altri, che unisce il cuore, il corpo e la mente e si ricongiunge al tutto: “all’essenza della nostra vita, alla riscoperta del nostro io e dei valori essenziali della natura”. La Francigena è anche un passaggio, un ponte di apertura e di scambio con l’Europa. Nel passato gli elementi che caratterizzavano l’esperienza del pellegrino erano la”bisaccia”, come emblema della carità da offrire e da ricevere, “Il bordone”, bastone usato come sostegno che, derivava dalla fede. “L’insegna” che dichiarava la destinazione del pellegrino e diveniva un identificativo specifico per coloro i quali percorrevano un certo cammino. I pellegrini che tornavano da Santiago indossavano una conchiglia; coloro i quali tornavano dalla Terrasanta avevano come distintivo le palme; chi andava a Roma portava delle chiavi incrociate o la Vera Icona (Veronica). Dall’inizio del 700 d.c l’Europa fu percorsa da una moltitudine di pellegrini alla ricerca della fede. Tre sono i poli fondamentali della fede: Gerusalemme, ove è il Golgota; e per raggiungere Gerusalemme naturalmente Roma; luogo del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo; fondatori della comunità ecclesiale cristiana e, poi Santiago di Compostela, estrema punta dell’Europa Occidentale, dove furono deposte le spoglie dell’Apostolo Giacomo. Queste fasce di strade che portavano a Roma, vengono oggi identificate come “Itinerario francigeno”. Oggi siamo in grado di ricostruire uno di questi itinerari grazie ad un documento lasciatoci da Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, che nel 994, scrisse tornando da Roma alla sua diocesi, il diario delle tappe toccate durante il viaggio. Il cammino della Francigena in Italia attraversava le Alpi in Valle d’Aosta e scendeva dal Piemonte e, dalla Lombardia, nella Pianura Padana, valicava l’Appennino, dopo Berceto, attraversava la Toscana e il Lazio per raggiungere Roma. Questo il percorso nella Tuscia: Acquapendente, tappa importante per i pellegrini, grazie ad una preziosa reliquia portata dalla Terra Santa, conservata nella cripta della cattedrale; Bolsena conosciuta per le reliquie di S.Cristina, Montefiascone, centro medievale famoso per il suo vino; quindi Viterbo che, diviene poi uno dei cardini dell’intero percorso, ricco di ospizi, alloggi e memorie storiche. Il percorso più antico seguiva poi la via di valle di Santa Maria in Forcassi, Vetralla, Capranica e quindi Sutri. I pirati saraceni poi con le loro razzie spinsero i pellegrini sulla via di montagna: San Martino al Cimino, lago di Vico, Ronciglione e Sutri. Di qui attraverso Monterosi, Valle di Baccano, si arrivava percorrendo via Trionfale fino a Roma (San Pietro). Ecco una serie di siti da consultare per attingere informazioni utili che consentono di confezionare “un itinerario ..su misura” e di partire alla volta di questa bella esperienza dotate degli strumenti e delle guide necessarie: www.francigena-international.org; www.viafrancigena.info; www.ipellegrinidellafrancigena.it; www.viafrancigena.eu; www.masci.it/imprese/vieromee/.

(5 marzo 2007)

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