Scenari - L'ultimo libro di Anna Politkovskaja parla della Russia di oggi e dei suoi problemi sociali e politici
Bertani Graziella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2006
Classe 1958, alta slanciata, capelli biondo cenere e occhiali da vista, icona della stampa indipendente russa, eroina dei diritti umani e della cultura del dialogo e della pace. Anna Politkovskaja è figlia dell’intellingencija diplomatica sovietica di alto rango. Nata a New York, è allieva dei più illustri Istituti del suo paese e vincitrice del più prestigioso premio della critica giornalistica Russa (del cui libro “Cecenia. Il disonore russo”- apparso in Italia nel 2003 - ha parlato nel numero precedente Cristina Carpinelli). Lo scorso settembre al Festival Letteratura di Mantova, introdotta ed incalzata da Paolo Flores D’Arcais, ha presentato la sua seconda pubblicazione italiana di ”La Russia di Putin”. E’ un libro di facile lettura, gradevole, ed in uno stile consentitemi di dire “di genere". Attraverso il racconto del vissuto delle persone che si trasforma in “narrazione corale” - degna della grande tradizione letteraria russa - in maniera semplice ed esaustiva riesce a dimostrare le sue tesi in maniera assai efficace. Nonostante da qualche tempo l’Occidente stia cercando di rassicurarsi su Putin e su ciò che la Russia è e che cosa rappresenta, le questioni che Anna Politkovskaja affronta riguardano il come si vive nella Russia di oggi e che cosa rimane dell’Urss, della Russia di El’cin con particolare riferimento alle prospettive per la Russia e per l’Europa a fronte di un mutato scenario internazionale. La guerra in Cecenia e le sue vittime “dimenticate” (in questa sezione emerge il ruolo fondamentale delle donne, vere attrici ed animatrici delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani e della persona), il processo degenerativo dell’ex-Armata Rossa, l’eccidio nel teatro Dubrovka di Mosca, la strage dei bambini a Beslan. Un popolo di ex-cittadini dell’Urss che ancora oggi vive in balia degli umori della nomenklatura e la legge 122 dell’1 gennaio 2005 che sentenzia la fine dello stato sociale e l’annuncio di un progetto di riforma costituzionale. Quale futuro per la democrazia in Russia, nella Russia di Putin? La scomparsa della media borghesia liberale, garanzia per uno sviluppo democratico, travolta dal crack economico del 1998 e l’affermazione del capitalismo oligarchico, ha determinato nel paese uno stato di forte disagio economico – infatti un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà – e sta rivelando un regime abbondantemente intriso di sovietismo con un Capo dello Stato ex-ufficiale del KGB con ambizioni imperiali. Riusciranno le future generazioni a nascere libere in Russia? Forse.
A condizione che il disgelo avvenga per opera delle persone di quel paese senza alcun tipo di delega al Cremlino. E con la speranza che questo processo sia indolore.
Anna Politkovskaja
La Russia di Putin
Ed Adelphi pagg. 293 Euro 18,00
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