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Dall’impresa neutra ad un’impresa di donne e uomini

Dall’impresa neutra ad un’impresa di donne e uomini

Bollino rosa -

Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2007

Anche l’Italia si sta avviando verso la certificazione di genere delle imprese. Ad ottobre, infatti, è presentato dalla Sottosegretaria al Lavoro Rosa Rinaldi il progetto per diffondere il marchio di qualità “Bollino Rosa – SONO – Stesse Opportunità Nuove Opportunità” rivolto alle imprese, pubbliche e private. E’ un’iniziativa che si colloca, nella sua prima fase sperimentale all’interno delle iniziative in occasione dell’anno europeo per le Pari opportunità, ma che decollerà nel 2008.
Il nostro Paese si posiziona, così, a fianco delle altre esperienze europee che sono in atto come la Francia il Belgio la Germania, e su questo terreno si sta muovendo la Spagna dopo l’approvazione della “Ley Organica para la Igualidad Efectiva”.
Iniziativa è interessante perché, per la prima volta, in linea anche con valide esperienze sperimentali già avviate in alcune realtà italiane, ci si propone di incidere direttamente sull’organizzazione del lavoro denunciando per questa strada il fatto che le organizzazioni, le imprese e gli enti, sono molto spesso costruite su una visione “neutra” delle risorse umane, visione che di fatto è tutta piegata ad una visione “maschile”, alla quale le donne si devono adattare.
Il Ministero del Lavoro interviene anche con questo strumento per valorizzare la presenza delle donne nei contesti lavorativi ricercando e rimuovendo, in via prioritaria, le cause che determinano i differenziali salari tra uomo donna.
La commissione di esperte, che da mesi sta approfondendo la tematica, ha infatti prefigurato l’indagine aziendale attorno ai temi “caldi” della condizione delle donne nel mondo del lavoro quali: il sistema degli orari, la conciliazione lavoro e lavoro di cura, il sistema di valutazione e premialità, la stabilità del lavoro ed i percorsi di carriera.
E’ una scommessa, importante, sulla “riformabilità dei sistemi aziendali” partendo dalle esperienze di eccellenza con l’obiettivo di estenderle attraverso pratiche condivisibili.
Si tratta ora di vedere se il sistema delle imprese darà risposte positive a questa sfida. Sfida che del resto offrirà alle stesse imprese l’opportunità di acquisire, attraverso la certificazione di qualità di genere, benefici “endogeni” relativi all’adozione di un sistema organizzativo che favorisce il benessere di tutti i lavoratori, attraverso la valorizzazione delle diverse competenze presenti nell’azienda, e vantaggi “esogeni” sia attraverso un sistema di incentivazione e/o premialità, sia attraverso azioni di marketing e comunicazione basati sul riconoscimento del valore sociale e culturale di politiche non discriminatorie nei luoghi di lavoro.
Il tentativo, come si vede, è ambizioso e destinato al successo con la partecipazione di tutti gli attori sociali, ma soprattutto di tutte le donne.

(25 ottobre 2007)

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