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Dalla terra alle fabbriche

Dalla terra alle fabbriche

Storia della CGIL - Le lotte dei contadini negli anni cinquanta nei Castelli Romani e la trasformazione della società da agricola a industriale

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2006

"Non me le dimentico quelle giornate. Il 19 settembre 1947 si riunirono tutti i capilega dei Castelli Romani per preparare l’occupazione delle terre per chiedere l’applicazione della legge Gullo: l’assegnazione delle terre per noi rappresentava il riscatto, la possibilità di uscire da una miseria nera. Eravamo giovani ed entusiasti”. Marisa Massa è una delle protagoniste di quelle lotte e il racconto dei suoi ricordi si snoda nel fiume della storia degli anni cinquanta di quell’Italia che stava faticosamente uscendo dalla disperazione della guerra. Con Marisa Brini si materializza un passato che ha visto le donne protagoniste di scioperi per conquistare salari più alti e orari meno duri. “Aspettavamo le donne all’alba per poter parlare con loro, il picchetto era fondamentale. Il nostro obiettivo era bloccare il lavoro specializzato, come quello della scacchiatura della vite, il modo più efficace per ottenere dei risultati visto che il lavoro era soprattutto stagionale. Le nostre battaglie erano giuste soprattutto per le donne. L’occupazione femminile era superiore a quella maschile nelle aziende medio-grandi, ma le donne erano sfruttate e anche umiliate con delle paghe basse: prendevano 250/300 Lire al giorno contro le 500/700 degli uomini, a parità di lavoro”. Ricordi, racconti e documenti sono raccolti nel libro di Andrea Borghesi per riannodare il filo di una memoria storica locale che, ad onore di chi l’ha vissuta e costruita giorno per giorno anche pagando un duro prezzo, non deve essere dispersa. Ma c’è qualcosa di più in questo lavoro attento e minuzioso che ricostruisce e documenta le lotte per la terra dal dopoguerra e fino alla fine degli anni cinquanta in quella parte della campagna romana. In “La memoria della lotta. Leghe e Capilega nei Castelli Romani” (ed. Ediesse, pagg 264, 12,00 euro) gli eventi locali sono inseriti nel contesto nazionale tenendo presente il panorama politico e sindacale, ma sono letti nella progressione storica che ha determinato trasformazioni profonde del tessuto economico. Trasformazione che in quegli anni “vede il ribaltamento definitivo dell’asse rappresentato dal mondo dell’agricoltura e dei contadini a favore del comparto industriale” influenzando “una progressiva trasformazione delle lotte, dei loro metodi e dei loro contenuti”. Il libro è frutto di un lavoro di gruppo cui hanno collaborato Marianna Bartolazzi, Stefania Berardini, Emiliana Gabellone e Massimo Marciano e la sua pubblicazione è stata possibile grazie alla volontà e al contributo della Camera del Lavoro Territoriale di Pomezia-Castelli-Colleferro-Subiaco e dello SPI-CGIL dei Castelli Romani. Genzano, la ‘capitale’ dei Castelli Romani, ha ospitato con una affollata manifestazione la presentazione di questo libro cui hanno partecipato numerosi personaggi storici del sindacato dei Castelli Romani, salutati –tra gli altri- dal Segretario generale CGIL di Roma e del Lazio Walter Schiavella, dal prof. Pasquale Iuso che ha firmato l’introduzione e da Sante Assennato, che ha dedicato il libro alla memoria del padre Mario e del fratello Felice, entrambi legati alla CGIL nella loro vita professionale.

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