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Dalla portavoce dell’Unione donne in Italia a Napoli

Dalla portavoce dell’Unione donne in Italia a Napoli

Esposto alla Procura della repubblica di Napoli

Venerdi, 02/12/2011 - Alla Procura della Repubblica di Napoli







In qualità di portavoce dell’Unione donne in Italia a Napoli, espongo a questa Procura della repubblica di Napoli, quanto segue:

• A partire dall’anno 2007 sono stati stanziati fondi strutturali, definiti aggiuntivi e di importanza strategica, per le donne del comune di Napoli (inseriti nel piano europeo 2007/2013)

• A partire dal 2007 si è avviata la fase di concertazione tra Regione e Comune per la messa in atto del piano di Pp. Oo. In attuazione delle finalità fissate ne FESR ed aprire la convenzione interistituzionale.

• Nel 2009 sono stati emanati i decreti di ammissione al finanziamento da parte della Regione Campania

• Dal 2009, da parte della Regione Campania non vengono trasferiti i fondi al Comune di Napoli, nonostante il totale adempimento sia della Regione che del Comune degli atti amministrativi che consentono la messa a bando e l’impiego dei fondi.

• L’adempimento amministrativo- su fondi che , come esposto all’inizio della presente, non possono, per la loro natura strategica nello sviluppo, rientrare nel patto di stabilità inquanto non prevedono il cofianziamento dell’ente beneficiario- è atto conclusivo per il trasferimento dei fondi.

• Dalla fine del 2009 sono stati inviati numerosi atti di sollecito verso la Regione da parte dell’Assessorato alle Pp.Oo. del Comune di Napoli, per il trasferimento urgente dei fondi e la messa a bando dei progetti approvati e da licenziare entro il 31 dicembre 2011, data antro la quale il fondi si ritengono non impiegati.

• Le ripetute azioni di protesta delle cittadine destinatarie dei fondi- in previsione della possibile chiusura di servizi essenziali nel contrasto alla violenza contro le donne, della possibile chiusura “dei nidi di Mamma” a sostegno del lavoro femminile, del reiterarsi della totale assenza di misure contro l’inoccupazione femminile- hanno avuto l’esito totalmente insufficiente e probabilmente con intento di ingannevole soddisfazione della richiesta, del trasferimento inopinato di una parte minima dei fondi, ininfluente sul mantenimento dei servizi a rischio.

Sottopongo quanto sopra a questa Procura perché la stessa voglia aprire un accertamento dei fatti e verificare se oltre l’irresponsabilità politica vi siano estremi per l’individuazione di illeciti amministrativi e/o di comportamenti collusivi contrari al pubblico interesse, oltre alla palese omissione d’atti dovuti, per la quale denunciamo l’Ente Regione nella persona del Presidente Stefano Caldoro.

In fede Stefania Cantatore , portavoce dell’UDI di Napoli

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