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Dalla bi-genitorialità alla famiglia allargata

Dalla bi-genitorialità alla famiglia allargata

Tabù - 'Il matrimonio è l’unica avventura aperta anche ai codardi', Voltaire

Emanuela Irace Lunedi, 25/10/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2010

Se i matrimonio è per tutti, il divorzio no. Per sciogliere un legame è indispensabile una buona dose di coraggio. Affrontare la filiera del dolore, che nutre il cosiddetto “divorzificio”, è un’impresa eroica. Una babele organizzatissima cresciuta nel cinismo e nell’ipocrisia che la nostra società utilizza anche per formalizzare il distacco. Un bazar fatto di avvocati, psicologi e assistenti sociali che alimentano il business della separazione centrata sui Tribunali. Un meccanismo rigido più adatto a individui che delinquono che a coppie che decidono di lasciarsi. Con il risultato di amplificare conflitti e mercificare sentimenti. La coppia, plasmata da una struttura che esaspera lo scontro, dà forma a una malvagità razionale utile al sistema sociale che la produce. In questa gara al massacro i figli diventano oggetti. Strumenti per vincere. Trofei da incorniciare. Il possesso prende il posto della generosità, e all’80% vengono affidati alla madre, vanificando il principio dell’affido condiviso. Il concetto di bigenitorialità, di famiglia allargata e dell’amore - come verità da trasmettere, specie nel legame che unisce i genitori con nuovi partner - è una ricchezza preziosa per lo sviluppo dei propri figli. La circolazione dell’Eros è un antidoto alla depressione. La felicità dei genitori un regalo alla crescita. Il “controllo” dei figli resta un capitale che non si è disposti a cedere. Un capitale che in caso di separazione diventa un tesoro. Una pensione per il proprio futuro. Un bene da sottrarre all’amore.



(25 ottobre 2010)

 

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