Dal sociale al frattale – L’opera di Haebel Antonio D’Anna patrocinato dal MUSIS
Un libro d’ arte presentato dagli storici dell’Arte Finizio e Crispolti con una mostra da visitare presso il MUSIS di Roma per comprendere il senso dell’Arte e della Scienza
Venerdi, 19/02/2016 - Una presentazione del libro “Dal Sociale al Frattale l’Opera di Haebel Antonio D’Anna” di Haebel Maestro del movimento italiano dell’Arte “frattale”. Una presentazione esposizione –che dura fino al 23 Febbraio 2016 presso il MUSIS, Museo Multipolare della Scienza e dell’Informazione Scientifica, Facoltà di Chimica, Università La Sapienza di Roma. Un evento voluto dal Prof. Luigi Campanella, Presidente del MUSIS e presentato da due big della Storia dell’Arte, il Prof. Enrico Crispolti e il Prof. Luigi Paolo Finizio, autore dello stesso testo.
Arte e scienza due realtà che sembrano indispensabili l’una all’altra, come afferma il Prof. Campanella e che in realtà sono caratterizzate da due funzioni complementari. In effetti, l’intervento del Presidente del MUSIS suscita alcune riflessioni sulla necessità dello scienziato d'immergersi nel profondo della realtà per esprimerne in forma di idee le forze propulsive, mentre l'artista cerca di plasmare, secondo quelle stesse potenze propulsive, la propria materia. Lo scienziato, dopo avere sperimentato la messa in opera del pensiero artistico, può portare con sé una visione della scienza in cui il pensiero creativo continua ad agire e voler mantenere, nel campo scientifico, la stessa libertà di creare che caratterizza l'artista. E’ in occasione di queste opportunità d’incontro Arte-Scienza che si può verificare una sorta di trapasso oggettivo dall'arte alla scienza, un punto nel quale entrambe si toccano e compenetrano, in modo di possedere la stessa perfezione.
Il Prof. Luigi Paolo Finizio afferma che nel mondo espressivo di Haebel ci sono due antinomiche temperature espressive, due emisferi, quello territoriale e sociale on street fino all’altro più temperato, sul gioco creativo delle astratte connessioni di pensiero tra gesto pittorico e computer. Ricorda inoltre la sua ricerca sub-acquea che con il coinvolgimento dell’immaginazione-conoscenza segna un contributo notevole negli anni del consueto naturalismo. Con gli anni ’70 si accentua il lavoro collettivo con “Linea Continua, Prop-Art e X/Arte, con una precisa volontà di comunicazione allargata dove le tematiche sociali vertono sulla salvaguardia tra natura e città. Il fare arte entra nel vissuto della gente napoletana e nella stessa condizione di vita. Un esempio è l’opera “Napoletanometro” realizzato con il gruppo “X-Arte”, di Haebel, Domenico Natale e Raffaele Boemio. Si tratta di comunicazione artistica nel sociale, con un gioco mutante e contaminante tra arte e cultura di massa. Negli anni ‘80 la conoscenza di artisti come Lewitt e Kosouth lo avvicinano alle esperienze concettuali per poi passare alla scoperta degli oggetti frattali con lo studio di Benoit Mandelbrot. Così Haebel si pone con un nuovo approccio verso la natura.
Il prof. Enrico Crispolti ricorda come dal naturalismo sub acqueo di Haebel si arrivi al lirismo delle strutture. Pone l’accento sulla consapevolezza frattalica, che garantisce meno della vecchia geometria euclidea, poiché tutto è ancora da scoprire: la grande chance odierna, che ripropone in termini nuovi, un rapporto tra consapevolezza scientifica e intuizione artistica immaginativa della realtà. Tale rapporto c’è sempre stato in maniera consapevole e inconsapevole. Inconsapevole quando si procedeva per intuizione, consapevole quando c’erano le attenzioni, come ad esempio nel Barocco con la nuova dimensione dello spazio. Ora siamo nella consapevolezza micro cellulare della realtà che ci permette di pensare nel vivo della natura, quell’aspetto della stessa che richiede forse un altro senso. Il libro propone l’attualità molto personale della ricerca pittorica di Haebel, proprio come un faro per il coraggio di andare avanti. Le cose, secondo il Prof. Crispolti, si fanno non per adesione a un modello esterno ma per una sorta di scavo alla ricerca di un’identità con un modello personale, che se è forte, riesce ad aprire suggestioni sulla realtà del tempo. La capacità dell’artista di risalire dal punto di mezzo situato tra il fondo marino e la superficie è sempre attuale.
I “Frattali”, afferma Domenico Natale, artista amico di Haebel nascono come una “legittima difesa” dopo che il Movimento prende le distanze dalla ricerca sociale. Interviene anche Raffaele Boemio che sottolinea il coraggio del loro Movimento che andava oltre la moda artistica del tempo –arte astratta-. Il prof. Campanella invita gli artisti presenti a intervenire. Lo scultore Mimmo Pesce cita Einstein: “ Quando io scienziato faccio dei segni sulla lavagna quelli che non capiscono tacciono, quelli che capiscono riflettono e quindi tacciono. Quando un grande artista fa dei segni su un’opera tutti credono di aver capito quindi intervengono e parlano”. Einstein poneva l’accento sulla difficoltà dell’artista di dimostrare la sua intuizione creativa.
Dall’intervento dell’autore, che conclude la serata, emerge la sua evoluzione, dall’arte sociale fino alla ricerca ulteriore di una dimensione profonda di Sé attraverso la dignità della ricerca scientifica, necessaria per stimolare l’energia vitale di una nuova creatività. La funzione matematica disvelante la quarta dimensione (inizialmente accantonata come aberrante a fine ‘800) è poi ripresa dal matematico Benoit B. Mandelbrot per offrire nuovi orizzonti al mondo scientifico. E’ il fisico matematico H. Otto Peitingen a presentare anche l’aspetto artistico della ricerca. Non si può capire la grande importanza della tematica se non si collegano i vantaggi della dimensione frattale al mondo scientifico, dalla misurazione delle coste alle apparecchiature mediche in campo diagnostico.
Mandelbrot e Peitingen conoscono Haebel e s’innamorano della sua arte, che ovviamente non si limita a riprodurre asetticamente l’originalità della frammentazione del segmento lineare, come con un computer si può già fare da anni. Haebel, da pioniere, va oltre la formula informatica e scava attraverso il segno grafico-pittorico immergendosi con grande raffinatezza e maestria nella nuova dimensione, dove la curiosità dell’artista ritrova quel senso della meraviglia caratteristico dell’essere bambino, ancora incontaminato, proprio come in quel tratto di segmento d’onda situato tra la profondità del mare e la sua superficie. La serata si conclude con un dono simbolico dal fisico Salvatore Milone all’autore: un broccolo, simbolo frattalico per eccellenza per la caratteristica dell’autosomiglianza o omotetia. La visita dell’esposizione è accompagnata da un gradevole buffet.
Una Mostra da non perdere anche per la preziosa collezione del Museo Storico MUSIS, già Museo di Arte e Scienza.
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