Elezioni politiche - Domenica e lunedì alle urne per un voto che può essere decisivo per l'Italia e soprattutto per le donne
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2006
I numeri parlano, ma non dicono molto se non li contestualizziamo interpretandoli a modo. Al Senato si va dal 34,6% di candidate nel PRC al misero 10% in Alternativa Sociale della Mussolini, mentre alla Camera tra il 35 e il 36 è la percentuale delle donne nelle liste dei Verdi e di Rifondazione comunista. Di poco sotto un sostanzioso 33% del PdCI accanto al 30% dell'Ulivo. La Casa delle Libertà in media vede il 17% delle donne candidate alla Camera e il 15% al Senato, contro il 28,5 % e il 24,6% del centrosinistra. Qualche modesto passo avanti si registra dunque, nella coalizione di Romano Prodi, se non altro sul fronte dall'attenzione alla questione posta con una certa energia dalle donne. Nelle tabelle pubblicate a pag 8 – estrapolate dai dati forniti da fonti ufficiali – sono rilevabili alcuni elementi più di dettaglio e comunque scorrendo i nomi ci si accorge che una cosa sono le candidature altra sono le candidate, con gli stessi nomi ripetuti in varie circoscrizioni. Per un bilancio consuntivo ci diamo appuntamento al dopo voto, quando potremo fare il saldo tra le eroine (cioè quelle che hanno accettato le candidature con spirito di servizio pur essendo in posizioni arretrate) e quelle che hanno avuto accesso alle fasce 'di sicurezza'. Le proiezioni che si possono fare segnalano incrementi significativi nel centrosinistra e impercettibili nel centrodestra. In ogni caso dovremo accontentarci, nonostante l'impegno profuso per ottenere maggiore attenzione anche con le quote rosa. Chissà, forse era sbagliato proprio il nome, oppure più probabilmente sarà da rivedere l'approccio. Se dalla guerra dei numeri avremo il coraggio e la lucidità di passare al 'reparto contenuti e modalità', la politica dovrà starci a sentire e non potrà non mettersi in discussione. La coperta già è corta e le previsioni la danno in ulteriore restringimento. Sarà dura, ma se non terremo duro sul terreno de welfare, dei servizi sociali, della scuola pubblica, del lavoro o della sanità non riusciremo ad incidere quanto necessario nel processo innovativo e per noi andrà sempre peggio. Le parlamentari, tutte quelle che ci saranno, dovranno davvero fare la differenza ed essere la forza propulsiva per una sterzata adeguata alla gravità della situazione. Al centrosinistra, al quale senza se e senza ma dobbiamo chiedere di governare, tocca la responsabilità davvero storica di fare le riforme necessarie e di farle con le donne, tenendo conto delle loro richieste.
(7 aprile 2006)
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