Roberta Mori - Il lavoro che attende la nuova Commissione Parità della Regione Emilia-Romagna.
Mori Roberta Giovedi, 02/04/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2015
I diritti delle persone hanno improntato l’avvio della decima Legislatura regionale. La crisi economica ed occupazionale che ci attanaglia da sette anni ha senza dubbio aumentato le disparità sociali, la forbice tra i redditi, le discriminazioni, in tutta Italia e dunque anche in Emilia-Romagna. Le istituzioni debbono collaborare in modi inediti per rispondere ai nuovi bisogni e garantire ad ognuno l’esigibilità dei propri diritti. Coerentemente con l’impegno della scorsa Legislatura, la Commissione che presiedo diventa commissione referente per l'attuazione della L.R. 27.6.2014 n. 6, con esplicita responsabilità sulla medicina di genere e per l’osservatorio regionale e il monitoraggio permanente sulla violenza contro le donne. Sottolineo che attuare fino in fondo la “legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere” significa confermare un metodo di partecipazione democratica, di coinvolgimento autentico delle istanze sociali senza il quale la politica è destinata a fallire. Significa attuare la Convenzione di Istanbul che, per prevenire e contrastare la violenza di genere, mira “al rafforzamento dell’autonomia e dell’autodeterminazione delle donne”. Significa farlo grazie ad un’alleanza forte tra donne e uomini, tra le istituzioni e fra queste e il pensiero e l’azione di associazioni femminili mature. Sarà nostro compito “contaminare” di questo metodo e di queste finalità ogni provvedimento della Giunta che andrà ad incidere nelle condizioni di vita delle donne, ma un’attenzione particolare la daremo al sistema di welfare che oggi, purtroppo, non ci sostiene nelle scelte di maternità e di lavoro: basti dire che quasi una donna su due non torna al lavoro dopo il parto o che la differenza salariale a parità di competenze oscilla tra il 12 e il 20%.
Nuove sfide, da concretizzare nei prossimi mesi, si trovano nelle altre competenze che arricchiscono la Commissione: diritti di cittadinanza e delle persone (Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea - Nizza, 7.12.2000); rapporti con gli Istituti di garanzia; Corecom. Oltre la brevità formale, si tratta di creare una collaborazione davvero inedita con il Garante delle persone private della libertà personale e con il Garante per l’infanzia e adolescenza, istituti autonomi ma che hanno contiguità di funzioni con l’Assemblea che, non scordiamolo, oltre a legiferare è l’organo di rappresentanza della comunità regionale che promuove e presidia i diritti di cittadinanza e democratici. Vi sono temi che mi stanno a cuore e di cui mi sono occupata da tempo, come i diritti dei più giovani rispetto al bullismo sul web, o il maggiore ricorso a pene alternative al carcere attraverso il terzo settore, che saranno al centro di iniziative comuni. Così come importante sarà la collaborazione con il Difensore civico regionale, figura di tutela dei cittadini nei rapporti con la pubblica amministrazione, e con il Comitato regionale per le Comunicazioni, che la legge quadro per la parità coinvolge sugli obiettivi di una corretta rappresentazione della donna, sulla lotta agli stereotipi sessisti nelle diverse forme della comunicazione pubblica.
In sintesi, la vera sfida che ci attende sta nel far convergere tutti gli strumenti, di garanzia e tutela, di governo e rappresentanza, sull’obiettivo di rendere accessibili ed esigibili tutti i diritti costituzionali delle persone e di realizzare in Emilia-Romagna una compiuta democrazia paritaria dove le discriminazioni non trovino più posto.
*Presidente Commissione regionale Emilia Romagna per la Parità e Diritti delle persone
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