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Dai crisantemi al pungitopo alle pigne. I simboli e la punteggiatura delle nostre ricorrenze

Dai crisantemi al pungitopo alle pigne. I simboli e la punteggiatura delle nostre ricorrenze

Spigolando tra terra, tavola e tradizioni - ... se l’albero si impone, certo di pungitopo, vischio e stelle di Natale sarà difficile fare a meno ...

Ortensi Paola Domenica, 02/11/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2014

 Novembre col suo ricordo dei defunti riempie di infiniti colori i nostri cimiteri. Sono i crisantemi i fiori più simbolici, una tradizione tutta italiana, creatasi forse perché i crisantemi fioriscono a novembre, resistono bene al freddo e offrono una gamma di colori e oramai anche di forme e grandezza senza fine. Fiori simbolo ufficiale del Giappone e legati a tante leggende per l’infinito numero dei loro petali di una miriade di colori pastello. Centinaia le varietà. Nel mondo si considera parlino di bene e di gioia forse anche per quel nome che viene dal greco e si traduce con fiore d’oro. Tanta la loro allegria. Superata la ricorrenza dei defunti rimangono visibili sul mercato ad occhieggiare per invitarci a goderne la bellezza e magari continuare a ricordare i nostri cari. I giorni camminano e l’atmosfera delle festività sembra allargare ogni giorno lo spazio dei pensieri, dei progetti, delle vacanze che segnano le scuole e tanto altro. Quando novembre apre le porte a dicembre, sono gli alberi di Natale che fanno capolino da fiorai e vivaisti, per fortuna sempre più pudicamente offerti in vaso con tutte le radici per continuare a farli vivere di anno in anno. Ma se l’albero si impone, certo di pungitopo, vischio e stelle di Natale sarà difficile fare a meno: piante belle, vive piene di simbologia. Avremo tutti cura di non farcele mancare. E allora eccolo il pungitopo o agrifoglio, presente in ogni casa con le sue palline rosse di buona fortuna e le foglie verde intenso dal disegno che ricorda un ricamo, agli antichi romani diedero l’idea di eternità per quell’essere sempreverdi e di aggressività per essere pungenti. Vale la pena di sapere, inoltre, che il pungitopo è una delle essenze più benefiche che la natura regali. I germogli, raccolti in primavera, possono essere utilizzati in cucina analogamente agli asparagi per insalate, frittate o minestre. Il rosso di Natale accanto al pungitopo sarà esaltato generosamente dalle foglie delle stelle di Natale. Ma durante le feste i giorni corrono e all’avvicinarsi della fine dell’anno in ogni casa che rispetti la tradizione - donato o comperato - dovrà fare mostra di sé un mazzetto di vischio dal verde morbido punteggiato dalle palline bianche quasi fosforescenti e misteriose. È sotto quei rami che allo scoccare del primo minuto di un nuovo anno milioni di esseri umani si sono scambiati e si continueranno a scambiare teneri baci d’affetto e d’amore. Una tradizione che sembra affondare le sue radici nelle leggende degli antichi popoli del nord Europa come i Celti o i Druidi, che sotto al vischio scambiavano segni di pace. Ma fine e principio dell’anno non possono veder mancare uvetta passa o zibibbo e lenticchie che simboleggiano l’augurio di guadagni, ricchezza e benessere. Non per finire ma per aggiungere ancora testimonial di feste e festività tante le tavole o le porte ornate da pigne dorate o argentate per l’occasione. Le pigne, con la loro forma ad uovo sono simbolo di vita e fertilità per quei pinoli nutrienti e gustosi accucciati nel loro ventre, stretti nei loro alvei, rappresentano la certezza di nuovi futuri possenti alberi. Un simbolo di buon augurio spesso adornato da foglie o rami d’albero magari dello stesso pino.



RICETTE



Pesto tradizionale alla Genovese. 100 gr di basilico, 40 gr di pinoli, 100 gr di parmigiano, 20gr di pecorino sardo, 100 gr d’olio, 1 o 2 spicchi d’aglio, 6 gr di sale grosso.



La torta della nonna è un dolce composto da un involucro di pasta frolla ricoperto di pinoli e zucchero a velo con un ripieno di crema pasticcera.



Frittelle di zibibbo. Pastella con acqua, vino bianco, tuorli d’uovo e abbondante zibibbo fatto riprendere in acqua calda e poi scolato bene. Friggere con olio bollente.

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