Dagli angeli del focolare alle casalinghe incazzate
Scoprire che la casa è, per la donna, il luogo più infido, più pericoloso e fonte di psicopatie, è stato come prendere una secchiata di acqua gelida in piena faccia. E questa triste scoperta la fece il femminismo guadagnandosi un’ulteriore ondata di
Domenica, 06/01/2019 - Un tempo, il portone di casa tracciava il confine fra la donna per bene, che stava al di qua, e la donna per male che stava al di là, in luoghi oscuri e pericolosi, popolati di insidie e scivoloni verso la licenziosità, l’immoralità e la perdizione. A partire dalla soglia, dunque, ogni donna doveva stare in guardia, circolare solo lo stretto necessario e preferibilmente guardando dritto davanti a sé. Scoprire che la casa è, per la donna, il luogo più infido, più pericoloso e fonte di psicopatie, è stato come prendere una secchiata di acqua gelida in piena faccia. E questa triste scoperta la fece il femminismo guadagnandosi un’ulteriore ondata di odio maschile.
Si scoprì dunque che in casa le donne subiscono ogni sorta di maltrattamenti e vessazioni. In casa vengono assassinate. In casa incorrono nei mille incidenti domestici. In casa consumano la loro esistenza di schiave riconoscenti. In casa si spengono i loro talenti e i loro sogni. Ecco perché le donne curano la casa con pignoleria maniacale: perché non trovando alternative, continuano a vivere in e per la casa
Le donne che non hanno la più pallida idea di quanto valgono, gli uomini invece hanno un grande concetto di sé stessi e tendono puntualmente a sovrastimarsi. La megalomania e il delirio di potere, infatti, sono caratteristiche squisitamente maschili stante che non c’è cosa che gli uomini non pensano di saper fare. Tutte tranne una: le pulizie di casa. Lì si dichiarano dei poveri inetti.
In realtà, come tutte le donne sanno molto bene, sono semplicemente pigri. In più sono anche ipocriti perché quasi nessuno è disposto ad ammettere che le pulizie di casa non le vuole fare né imparare e nemmeno prendere atto che esistono. E se la moglie protesta, le ingiungono seccati di non rompere le palle.
Guardate i cessi pubblici maschili: ecco come diventerebbe il bagno di casa se le donne, per autodifesa, non pensassero a cancellare i segni del loro devastante passaggio. Eppure la mattina ci si chiudono dentro per ore. Si lavano? Forse. Un fatto è certo, che si lavino poco, tanto o per niente, molti uomini puzzano. D’altra parte, un uomo che senza il minimo senso del pudore, dimentica di tirare lo sciacquone del water, è capace di dimenticare qualunque cosa in qualunque stanza: carta igienica srotolata, calzini sporchi, posaceneri colmi di cicche, lettere sbudellate, giornali spiegazzati, bicchieri sporchi, cassetti aperti, armadi spalancati.... e non trovando nulla nella sua bolgia cosmica, si incazza se la moglie non sa esattamente dove si trova tutto ciò che si va perdendo: documenti, chiavi, portafogli, o anche quella cravatta o quella cintura che non trovano più perché lei “si diverte a cambiare il posto alle cose”.
Ma la cosa più pazzesca è che questi uomini governano città, province, nazioni e praticamente il mondo intero. Ora qui non vogliamo dire che tutti gli uomini andrebbero estromessi in blocco dagli incarichi politici di ogni ordine e grado ed essere sostituiti interamente dalle donne… anche se sarebbe interessante fare la prova. Stiamo dicendo che le donne, prima di votarli, farebbero bene a informarsi sulla loro privacy e capire nelle mani di chi stanno mettendo il loro destino, quello dei loro figli e della comunità intera. Il concetto di ordine, di cui le donne hanno un bisogno universale, atavico e lancinante, quell’ordine di cui gli uomini si impipano allegramente, provoca ogni giorno, in tutte le case, scontri sanguinosi.
Né marito né figli capiranno mai la sofferenza che prova una donna allo spettacolo becero di una scrivania che trabocca di oggetti di ogni sorta ammucchiati alla rinfusa in attesa di una riordinata che non arriva mai. Come sulla bancarella di un rigattiere, vi si può trovare di tutto: pile cariche e scariche, astucci vuoti, fogli accartocciati, ritagli di giornali, opuscoli accatastati (sotto i più piccoli, sopra i più grandi), lattine semivuote, dopobarba, fialette di profumo, fazzoletti di carta, tappi di bottiglie, cartine di caramelle, matite spuntate.... Inutilmente, poi, la sventurata cerca di disporre gli indumenti nei rispettivi armadi secondo logica e funzionalità: in capo a due-tre giorni quest’ordine è completamente sconvolto e metà dei capi sono ammonticchiati sulla spalliera di una sedia che minaccia di crollare sotto il peso. Stesso schifo vale per librerie, porta-cd, impianto stereo, computer, letti, divani, scarpiere, tutto! Tentare di portare l’esistenza dei suoi maschi ad un livello di civiltà media, cioè alle caratteristiche per le quali gli esseri umani si differenziano dalle bestie, è tempo perso: la sciatteria che riescono ad imprimere all’habitat domestico sembra essere una forza maligna della natura, ineluttabile e senza rimedio giacché essi recepiscono ogni intervento femminile come un attentato al loro prezioso caos.
Perché mi fai questo? chiede la donna disperata al marito o al figlio di turno. Uffa che ossessione! risponde lo sfrontato. L’incomunicabilità è assoluta. Nulla dà più il senso di quanto poco valore diano i maschi al lavoro casalingo delle donne, quanto il loro disprezzo, la loro incuria, la loro trasandatezza e, nella più mite delle ipotesi, la loro mancanza di estetica. Gli esperti di statistica si affannano a stabilire quanti sono i mariti che aiutano in casa. In Italia dicono che ormai hanno raggiunto la ragguardevole cifra del 20%. Avrebbero potuto risparmiarsi tanti calcoli e guardare semplicemente una scenetta che si svolge ogni mattina davanti all’uscio di casa: lei che gli porge il sacchetto della spazzatura e lui che glielo strappa di mano sbuffando. Farglielo trovare semplicemente sul pianerottolo non funziona: lo scavalca e lo lascia lì.
‘Gli uomini non crescono mai - dicono teneramente le mogli-chiocce - sono degli eterni bambinoni, bisogna stargli dietro continuamente’. Che, in parole povere, significa che devono servirli 24 H. E questo umiliante sguatterare viene beffardamente tradotto nell’assioma che La donna è l’angelo del focolare e la regina della casa. D’altra parte convincere un uomo che il suo sporco è affar suo, richiede un tale dispendio di energie che spesso la donna soccombe e rinuncia. A meno che non sia disposta a rispondere colpo su colpo, e fargli notare che ogni 8 marzo lui dice che le donne ormai hanno conquistato la parità e dimostrargli che non è vero, a mangiarsi le budella giorno dopo giorno, e insomma a portare lo scontro quotidiano fino alle estreme conseguenze. Cioè al divorzio.
In compenso, gli uomini sono famosi per la loro versatilità nei lavoretti di riparazione: rubinetti che perdono, sportelli che non si chiudono, tende che penzolano..... Tutto sta nel riuscire a farglieli fare. Quando un uomo di appresta a riparare un guasto, infatti, è un evento che va salutato come un piccolo miracolo lungamente atteso e ripetutamente rimandato fino all’esasperazione. Quindi da festeggiare. Ma nessuna si illuda che sia gratis sol perché si risparmia l’onorario del tecnico. Un prezzo ce l’ha eccome ed è quello che lui vi fa pagare riducendovi i nervi in brandelli a suon di prediche, rimbrotti e maledizioni varie. Molto meglio chiamare un operaio, pagarlo e via.
A conti fatti, le fatiche domestiche di una donna verrebbero automaticamente dimezzate se soltanto gli uomini si degnassero di badare a sé stessi e ai propri effetti personali. Non fanno nemmeno quello, e quei pochi che lo fanno, vengono smodatamente elogiati. Se poi addirittura offrono un contributo nella gestione domestica, per piccolo che sia (comprare il pane, apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti quando lei è malata) è un coro di complimenti: “Che fortunata che sei! - dicono alla moglie le amiche - Ma che hai fatto per meritare un marito così speciale? – insistono el idiote - Dove lo hai trovato?
Eh sì, perché una donna che si sobbarca per intero il peso domestico, fa una cosa ovvia e naturale, un uomo che dà una mano, è un santo.
E’ stato calcolato che le donne single, vedove o divorziate, lavorano, rispetto alle sposate, due ore in meno al giorno (servizi sessuali esclusi). Che tradotto in soldoni significa che mantenere un marito è una fatica boia. Negli anni ‘70 le femministe dicevamo: La donna ha bisogno di un uomo come un pesce ha bisogno della bicicletta. Avevamo dannatamente ragione.
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