Dacia Maraini. Le Lettere d’Amore sbarcano a Seoul
Maraini - Da un'inedito carteggio tra Gabriele D'Annunzio e Barbara Leoni il testo teatrale di Dacia Maraini. Lettere d'amore è stato rappresentato anche al Seoul Performing Arts Festival
Colla Elisabetta Domenica, 04/11/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2012
Non cessa di stupirci l’energia vitale e la poliedricità di Dacia Maraini, tra le sue passioni di sempre c’è quella del teatro e una delle sue ultime creature autoriali, Lettere d’amore, è un testo teatrale costruito come una storia d’amore, attraverso il filo conduttore del carteggio autografo ed inedito tra Gabriele D'Annunzio e Barbara Leoni (una giovane conosciuta a Roma dallo scrittore nel 1887). Si tratta di un monologo, in cui il personaggio di Mara, figlia di Barbara, di fronte alle spoglie della madre morta, ricostruisce il percorso di questa forte passione, a partire dalla scoperta delle lettere e del suo destinatario (non il padre ma un ‘certo’ Gabriele), dando vita ad una storia di grande effetto e di contenuti intensi, che suscita ampie riflessioni sull'amore e sulla famiglia. Dopo diverse letture e performances in giro per l’Italia, Lettere d’Amore acquisisce respiro internazionale: con la regia di Roberto Agostini (un talentuoso autore e regista romano, anche collaboratore di Liliana Cavani) lo spettacolo è stato rappresentato di recente a Seoul, nell’ambito della Sezione teatro del Seoul Performing Arts Festival (SPAF), in collaborazione con l'Istituto di Cultura Italiano di Seoul, presso la Sala Mary Hall dell'Università di Sen Gong, interpretato dalla brava attrice Annalisa Picconi, che da diversi anni collabora con Dacia Maraini ed ha fatto parte di alcune sue produzioni recenti, fra cui Passi affrettati. “Sono rimasto spiazzato e al tempo stesso affascinato dal connubio D’Annunzio/Maraini - afferma il regista - due autori apparentemente distanti e inconciliabili fra loro. Approfondendo il lavoro, ho scoperto alcune inaspettate analogie e da qui è iniziato il mio percorso, dalla ‘donna’, centro dell’universo letterario di entrambi. Loro stessi mi hanno suggerito la strada: D’Annunzio con le sue lettere appassionate all’amante segreta Barbara Leoni e la Maraini con la sua drammaturgia saldamente imperniata intorno a una protagonista femminile. Il mio obiettivo è stato ricercare un’armonia fra questi due mondi, senza tradirne le forti individualità”. Filo rosso della drammaturgia della Maraini è la condizione delle donne, insieme all’impegno civile. Celebre come autrice teatrale per opere provocatorie, quali Dialogo di una prostituta con il suo cliente (1973), I sogni di Clitennestra (1978), Maria Stuarda (1980), Veronica, meretrice e scrittora (1991), Camille (1995), o di denuncia, come Se io muoio ti dispiace (1972) e Stravaganza (1986), oggi l’autrice è presente in prima linea in molti progetti, dirige il Festival del Teatro di Gioia, da lei fondato, e gira il mondo con Passi affrettati, una mise en espace contro la violenza sulle donne, ispirato a storie vere rielaborate scenicamente.
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