Da una giovane un omaggio alla forza delle donne - di Ottavia Costantini
Care donne dell’UDI, sono Ottavia Costantini una studentessa di quattordici anni.....
Giovedi, 17/12/2020 - Riceviamo e pubblichiamo
Care donne dell’UDI, sono Ottavia Costantini una studentessa di quattordici anni che ha appena iniziato il primo liceo classico. Vi scrivo perché ho scoperto da poco il vostro sito su internet e la possibilità di poter comunicare con voi, anche se in realtà l’acronimo UDI mi è familiare oramai da alcuni anni. La vostra organizzazione mi è stata presentata per la prima volta da mia nonna, una donna nata nel 1945, che fin da giovanissima ha iniziato la sua militanza politica e le sue lotte femministe, aderendo anche all’ Unione Donne Italiane come delegata nazionale per la città di Taranto. Lei, nel tempo, mi ha raccontato della sua esperienza e del suo impegno per affermare temi legati all’ emancipazione della donna in un contesto non facile come quello del sud Italia di quegli anni. I suoi racconti erano spesso accompagnati da canti: come quelli delle mondine nelle risaie, delle braccianti che lavoravano la terra o da quelli interpretati dalla famosa Teresa Gatta, che lei immancabilmente mi cantava ogni 8 marzo per festeggiare il nostro “essere donne”. Quando ero più piccola mia nonna mi svegliava dal sonno al mattino, non solo con carezze e baci bensì con la sua voce che intonava melodie che altro non erano che racconti di vite e di storie di donne. Da due anni mia nonna purtroppo ha perso l’abilità di parlare in seguito ad un ictus, ma continua a farsi capire e rendere chiari i suoi pensieri senza voce, grazie alla grinta e alla forza che l’ha sempre accompagnata. Io oggi, pur giovanissima mi sento in dovere di parlare di femminismo e diritti delle donne, per renderla orgogliosa e per fare in modo di tradurre i suoi pensieri e la sua esperienza al mondo e alla società. Io voglio anche continuare a parlare di questi argomenti, sia in qualità di donna, che di ragazza appena entrata nel periodo dell’adolescenza. Ho iniziato a conoscere e a vivere sulla mia pelle da un po’ di tempo i pregiudizi che accompagnano spesso il nostro genere. Credo che perseverando nelle battaglie per la tutela dei nostri diritti e continuando a dialogare, nonostante le piccole e grandi molestie, il nostro pensiero possa arrivare anche alle persone che non hanno mai sentito parlare della parola femminismo e della parità dei sessi. Oggi a volte il termine femminismo da alcuni viene definito anacronistico, forse questi individui “poco illuminati” si sono convinti che la battaglia sia terminata, o che abbiamo già conquistato tutto o addirittura più del dovuto. Mi chiedo però se nella realtà dei fatti alla base di tali affermazioni ci sia un atteggiamento di stanchezza e di rassegnazione che non alimenta la voglia e la necessità di continuare a tenere acceso il fuoco dell’uguaglianza affinché non si abbassi mai la guardia riguardo queste tematiche. Ai tempi della militanza di mia nonna (anni 70’) il femminismo era veramente un modo di vivere e la voglia di combattere non finiva mai, perché la vita e gli ideali erano un solo grande intreccio. Con il passare degli anni le cose sono cambiate è andato tutto piano piano a sfumarsi, io vedo giovani che non si interessano di ciò che accade al di fuori delle loro vite o degli schermi dei loro cellulari. Questo mi fa rabbrividire perché credo sia importante ricordare ai ragazzi che la società comprende tutti e che se la vogliamo migliorare ognuno deve svolgere una parte attiva sia per se che per gli altri.
Per concludere sono veramente onorata di potervi scrivere e di fare parte con il mio contributo, anche se piccolo, di una lotta che aiuterà a rendere sempre più chiaro a tutti il vero valore di ogni donna.
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