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Da streghe a maghe del tempo

Da streghe a maghe del tempo

Provincia di Roma/ La qualità della vita delle donne - Una istantanea della quotidianità e del vissuto femminile in una ricerca commissionata all’Eu.r.e.s. dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro e della Qualità della vita

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2005

Una giornata dilatata a trenta ore di impegni sostenuti tra casa, famiglia e lavoro. La risorsa tempo è insufficiente per la maggioranza delle donne che, nonostante si sentano vittime di stereotipi e pregiudizi, tengono duro e scontano in prima persona la volontà di essere soggetti attivi e protagoniste del cambiamento sociale. “E’ interessante osservare che la maggioranza delle donne parla in modo positivo del lavoro, ma vive il carico delle attività quotidiane con affanno e che la percezione della sicurezza non è avvertita in termini negativi”. L’Assessora Gloria Malaspina, presentando la ricerca a Palazzo Valentini, ha commentato alcuni dati evidenziati e ha sottolineato le notevoli differenze nella qualità della vita delle donne romane rispetto a quelle che vivono nei 120 comuni della provincia, che “lavorano di più e che hanno maggiore propensione all’imprenditorialità e all’autoimprenditorialità. L’obiettivo della ricerca, che continua il lavoro avviato l’anno scorso con un’altra indagine sempre riferita allo stesso campo di analisi, – ha sottolineato Malaspina – è quello di far emergere il complesso universo delle donne, che attraverso le loro difficoltà e soddisfazioni proiettano il sentire di tutti quelli che hanno intorno: familiari, amici, colleghi”. I dati rilevati dalla ricerca, diventano utile base di lavoro per gli amministratori che intendono utilizzarli allo scopo di trovare adeguate risposte ai problemi delle persone. “Le pari opportunità e le azioni positive non solo uno slogan o una dimensione contrattuale, ma un concetto e uno strumento: usarlo significa consentire migliori opportunità ad una fascia ancora debole della popolazione e, con essa, a tutte le fasce meno ascoltate dai decisori politici. La residenzialità, i servizi insieme ai tempi, alla relazione e alla vita sociale, all’esame complessivo della condizione femminile, nel quadro della qualità della vita e della sicurezza sono i grandi temi indagati e che possono indirizzare, migliorare e qualificare positivamente il senso del nostro lavoro”. Alcuni interessanti aspetti posti in evidenza dalla ricerca sono stati valorizzati da Cecilia D’Elia, Presidente della Commissione delle elette, che ha sottolineato, tra l’altro, l’importanza del dato legato alla maternità “che nell’86% delle donne è stata dichiarata una scelta” e alla dimensione culturale, che “è espressa, sentita e praticata in modo diffuso”. Altro elemento ritenuto peculiare del femminile è “la maggiore importanza attribuita dalle donne alle relazioni rispetto alla carriera”.
La ricerca
- La maggioranza delle donne residenti nella Provincia di Roma (55%) apprezza il livello della qualità della vita nel proprio comune. Sono le più anziane e le più giovani ad essere maggiormente soddisfatte, mentre la percentuale si abbassa notevolmente per le donne tra i 30 e i 59 anni, quando il carico di impegni familiari e lavorativi rende più pressanti le problematiche organizzative e relative alla qualità dei servizi. Si vive meglio, inoltre, nei comuni di piccole e medie dimensioni (fino a 15mila abitanti), dove il ritmo di vita è meno stressante e più fitto il tessuto di relazioni sociali.
- E’ altissima la soddisfazione espressa per la qualità del dialogo e della comunicazione per 4 donne su 5 così come per tutti i principali aspetti della vita individuale con un 84,7% di apprezzamento per le relazioni familiari, l’85,5% di quelle amicali e l’80,5% di quelle affettive. Al centro del dialogo le donne pongono la famiglia (54,7%), le questioni economiche (33,6%), le questioni personali (29,9%), le amicizie (26,2%) e le relazioni affettive (25%).
- Trenta ore di lavoro al giorno è la media calcolata degli impegni assolti mediamente dalle donne, che svolgono di frequente più lavori in contemporanea. Per 6 donne su 10 (59,5%) è insufficiente la ‘risorsa tempo’ e il rapporto sale a 8 su 10 per le lavoratrici, mentre il 66% dedicherebbe a se stessa il maggior tempo a disposizione. E’ ritenuta insufficiente la collaborazione per la gestione dei compiti interni alla casa e alla famiglia. In particolare è ‘esclusivo’ compito della donna la pulizia nel 37,7% dei casi ed è ‘prevalente’ nel 15,3%. Una equa distribuzione degli impegni familiari è limitata ad un misero 13,9%. E’ confortante osservare, invece, che nella condivisione della cura dei figli i numeri indicano una maggiore presenza del partner.
- Solo il 24,3% ritiene che non esista attualmente alcun fattore di svantaggio per le donne rispetto agli uomini ed è nella presenza di stereotipi o pregiudizi che sono individuati i fattori che ostacolano maggiormente il miglioramento della condizione femminile.
- Solo il 50,1% delle intervistate dichiara di non aver mai sofferto di alcuna ‘patologia sociale’. Una donna su 4 ha dichiarato di aver sofferto di disturbi d’ansia, per il 16% c’è l’insonnia, per il 15,7% la depressione, per 7,9% i disturbi dell’alimentazione e poi a scendere lo shopping compulsivo, le fobie, gli abusi di sostanze intorno al 3%.

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