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Da Nilde Iotti… a Burka Avenger

Da Nilde Iotti… a Burka Avenger

Sessismo e razzismo - Gli insulti alla ministra Kyenge prima ancora che razzisti sono sessisti...

Giancarla Codrignani Domenica, 13/10/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2013

Dunque, una legge sul femminicidio, se deliberata da un Parlamento composto da uomini e donne, non riesce a rispondere alle aspettative del popolo delle donne. Non avevamo bisogno di una verifica sullo sguardo di genere incompreso; ma nessuno ci domandi poi perché la politica neutra resta estranea alle donne. Ma le donne sono brave e - in assenza di qualche teoria o pratiche di una "politica femminista" magari non unitaria ma davvero di genere - non resta loro che mediare, anche quando sanno che, se si scambiassero le parti, le case/rifugio contro il maltrattamento sarebbero già da tanto un servizio dovuto in tutte le città.

Tuttavia non è possibile che le donne si riducano a "subire" per sempre. Forse ci basta ripensare al solo ritocco, portato "per far piacere a noi l'8 marzo del 2003", alla prima parte della Costituzione: fa dire all'art.51 che la Repubblica "favorisce le pari opportunità" nelle liste elettorali, come se non bastasse la parità di sesso dell'art. 3. Perché mai una Repubblica non dovrebbe "garantire" i "pari diritti"? Ma i parlamentari maschi in questi casi si sono sempre sentiti fin troppo generosi....

Sembra estraneo al nostro ragionamento, ma mi viene leggendo che, secondo il Journal of Experimental Biology, le femmine del pavone hanno una propria "differenza" che i maschi ignorano: sembra che la pavona non presti alcuna attenzione alle esibizioni di piume colorate. Si vede che solo tra noi troppe illuse credono segnali interesse per noi....

Intanto la ministra Idem si è dimessa per un problema erariale da 3.000 euro già sanato. Dopo lo "scandalo", il Pd, il suo partito, è entrato in un silenzio abbastanza insensato invece di farne un esempio di dignità istituzionale. Contestualmente un pluricondannato con condanna definitiva per frode fiscale di 470 milioni ha riempito i media di querimonie vergognose per ottenere una grazia che non poteva chiedere, nonostante perfino il suo compare Previti si fosse dimesso, e per contestare la legge Severino che aveva votato anche lui. E ci hanno speso parole anche quelli che semplicemente dovevano difendere la legalità!

Gli insulti alla ministra Kyenge sono stati - prima ancora che razzisti - sessisti (basta la terminologia da trivio). Come mai Calderoli non si era mai accorto della presenza in Parlamento di Jean Leonard Touadi congolese, bello nero come Cécile, o non aveva offerto banane al PdL Magdi Allam? Davvero l'essere donne disturba più dell'essere avversari.

Il sessismo non conosce limiti né continenti: nelle primavere arabe le donne scese in piazza nella speranza di una rivoluzione che migliorasse la propria condizione hanno pagato un prezzo di stupri e molestie. Il sito African Manager riferisce la nascita dei primi figli siriani delle ragazze tunisine persuase dagli integralisti al jihad al nikah, a raggiungere i combattenti siriani per le loro esigenze sessuali. In Turchia le donne hanno manifestato in piazza Taksim con grossi cuscini sotto le magliette dopo che in tv era stato detto che la presenza di donne incinte nelle manifestazioni era "uno spettacolo ignobile". Per fortuna in Pakistan, per sensibilizzare la causa dell'istruzione delle bambine e della parità, si sta producendo una serie tv con una Wonder Woman locale: con il burqa che svolazza e lascia vedere solo gli occhi. Ma è Burqa Avenger... davvero una speranza per le bambine?

Paul Krugman, che per fortuna non si definisce femminista, ha difeso a spada tratta Janet Yellen, vice presidente della Federal Reserve (la Banca Centrale Usa), rea di essere in gara per la presidenza: gli altri concorrenti contestavano l'ipotesi di un "dollaro a quota rosa" e avevano esternato la loro rabbia "senza - dice Krugman - una sola argomentazione razionale". Succede anche quando una è "come un uomo".

La pubblicazione del libro di Luisa Lama su Nilde Iotti (Donzelli editore) ha riportato l'attenzione sulla grande personalità di una donna che il suo partito ha esaltato per essere stata grande, appunto, "come un uomo" (NdR, leggi sul libro l’articolo di Livia Turco su noidonne di settembre 2013). Ma ancor oggi risulta scomoda la sua storia di donna, di una che, senza che mai apparisse, ha pagato alla morale bigotta del suo partito la perdita del figlio dell'uomo che pure l'amava, un prezzo davvero troppo alto anche per la doppia morale di quei tempi. Ed è bene che se ne parli. Non sapevo di lei quel che so oggi. E quando rileggo il discorso che tenne alla Camera di cui era diventata Presidente e ricordo i "vivissimi, prolungati applausi" che l'accolsero, oggi, mi commuovo.





Onorevoli colleghi, con emozione profonda vi ringrazio per avermi chiamato col vostro voto e con la vostra fiducia a questo compito così ricco di responsabilità e di prestigio.... Ma in particolare comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d'Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato (vivissimi applausi). Io stessa - non ve lo nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l'affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita.

Nilde Iotti





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