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Da invisibili a protagonisti

Da invisibili a protagonisti

Rifugiati a teatro - La Compagnia Afrodita è curatrice di due spettacoli interpretati dagli immigrati del Centro Enea

Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008

Pochi conoscono il Centro di Accoglienza Enea per i Rifugiati Politici, attivo a Roma nel quartiere Casalotti. Si tratta di una struttura aperta, che accoglie persone in fuga dai propri paesi perché perseguitate da regimi o da guerre: vi si trovano attualmente i richiedenti asilo, i titolari di permesso per ragioni umanitarie ed i rifugiati che vivono a Roma. Ospitata in un edificio degli anni '60 - una ex Casa generalizia delle suore comboniane - la struttura è articolata in diversi piani ed ospita ad oggi circa 400 persone. Proprio in questa sede si sono svolti due spettacoli sul tema dell’immigrazione, l’uno interpretato interamente da donne e l’altro da uomini, a cura della Compagnia Afrodita (nata nel 2005, attiva tra Italia ed Israele, collabora con il Teatro Arabo-Ebraico di Jaffa e con il Kibbutzim College of Education, in Israele) ed in collaborazione col Comune di Roma e l’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Prato. Entrambi gli spettacoli nascono dall’esperienza dei laboratori teatrali. Nel primo, ‘Struggimenti (Fantasy)’, un gruppo di artiste-donne di vari paesi interpreta ruoli di lavoratrici straniere, che ci svelano il loro mondo attraverso il teatro. Il lavoro nasce da un laboratorio svoltosi nell’autunno scorso a Prato, presso l’Officina Giovani - Cantieri Culturali, che ha visto coinvolte un gruppo di lavoratrici straniere. Scritto da Yossefa Even Shoshan, una delle più interessanti fra le giovani autrici israeliane, e diretto dall’originale regia di Claudia Della Seta e Glenda Sevald, Struggimenti è una produzione completamente al femminile, realizzata in coproduzione con Officina Giovani. E’ la storia del difficile incontro fra due “straniere”, diffidenti l’una dell’altra, che dopo una notte magica e drammatica, impareranno a conoscersi. Il secondo spettacolo, dal titolo ‘Migration Review’, per la regia di Dani Horowitz, è interamente girato da interpreti maschili: un piccolo gruppo di rifugiati, alla luce di torce elettriche, racconta storie di emigrazione, solitudine e sofferenza. Sono racconti autobiografici che parlano del desiderio di mettere radici e costruire un futuro a fronte di un tragico passato che non potrà mai cancellarsi. Il laboratorio, condotto da Dani Horowitz per la realizzazione dello spettacolo, si è svolto proprio al Centro Enea, con alcuni rifugiati che non solo hanno ispirato la scrittura dei testi, ma che, per l’occasione, sono diventati anche attori dello spettacolo, interpretato da dieci uomini. I rifugiati, affiancati da attori professionisti, riflettono sulla condizione di vuoto, di mancanza, di sradicamento, di costante ricerca di equilibrio nel limbo della clandestinità. Nella tragicità, la speranza e l’ironia non abbandonano i protagonisti ed è di grande arricchimento ascoltare le esperienze di chi arriva da Iraq, Kurdistan, Afghanistan, Bangladesh. Il progetto Teatro dei Popoli 2 della compagnia Afrodita ha avuto il pregio di unire, da un lato, rifugiati politici e lavoratrici straniere, dall’altro due spettacoli e due registi, un’italiana ed un israeliano, entrambi appartenenti alla seconda generazione di famiglie superstiti della Shoa. Bravi tutti gli attori, sia le interpreti femminili (Chantal Abi, Rossella Ascolese, Claudia Della Seta, Sofia Diaz, Valentina Kit, Mitrie Mundo, Sara Pesca, Chanit Simena, Moni Sultana) e sia gli interpreti maschili (Muhammad Ali, Sebastiano Filocamo, Azizallah Haidari, Ali Muhammad, Hasan Mahbub Rasul Hasan, Jim Mc. Manus, Olek Mincer, Biniam Tsegau, Stefano Viali).

(13 dicembre 2008)

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