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Da grande farò la sarta

Da grande farò la sarta

Con il progetto "CUCIMONDO" sei donne hanno imparato un lavoro

Domenica, 15/12/2019 - Nel grandioso Salone del Podestà, dove nel 1200 visse ed amò il famoso Re Enzo, sei donne hanno ricevuto il Diploma di “Operatore dell’abbigliamento” dato da E.C.I.P.A.R dell’Emilia Romagna e valido su tutto il territorio nazionale, perché hanno frequentato il corso "CUCIMONDO" ideato ed attuato dall' Associazione Armonie di Bologna.

A loro è stato consegnato personalmente dal Direttore dell’ECIPAR (Ente Confederale Istruzione Professionale Artigianato Regionale) e dal Presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, cioè l’ente finanziatore del progetto.

Le sei donne, selezionate su più di una ventina che lo richiedevano (dovevano essere disoccupate e con ISEE molto basso), sono state una italiana e cinque migranti . Tutte hanno frequentato le 600 ore di preparazione, svoltesi dal febbraio del 2017 al giugno 2019. Alle ore di laboratorio si sono affiancate le ore di frequenza del corso di lingua italiana, del corso di alfabetizzazione informatica ed il corso sulla sicurezza.

Alma, albanese da quattro anni in Italia racconta: "...ero disoccupata, nel senso di senza lavoro, perché non sapevo fare bene nessun lavoro; offrivo solo le mie braccia, ma nessuno le voleva, perché per fare un lavoro occorre anche la testa, tanta testa e tanta consapevolezza del lavoro che sai fare. L’Associazione Armonie mi ha proposto di attaccare la testa alle mie braccia imparando a fare sartoria. Ero titubante, perché ci volevano due anni e li vedevo come una perdita di tempo, non come un investimento su di me. Avevo anche paura della macchina da cucire. La avevo sempre vista, ma mai toccata. Non so come dire…la gentilezza? …l’accoglienza?... la tranquillità che mi dava la mia insegnate dicendomi che ogni errore era una vittoria per migliorarmi… ecco ... adesso se qui ci fosse una macchina da cucire comincerei subito a lavorare".

Allo stesso modo interviene Saitha, nigeriana: … sì, io faccio i vestiti per i grandi, ma mi vengono fatti meglio quelli per i bambini, perché ho tre figli (una di cinque anni era sul palco con il vestito fatto dalla mamma) e i vestiti per i bambini mi appassionano di più… e vado bene anch’io come artigiana di sartoria…, perché anche la mia passione ha avuto spazio e canalizzazione.

Il percorso che ha preparato queste operatrici sartoriali è difficile da definire: è stato “un intreccio”? o forse “un concerto” tra attori diversi? Ovvero: nessuno fa niente da solo, ma a costituire gli steli che hanno creato questo mazzo di fiori sono stati tanti attori: l’Associazione di donne Armonie, che ha scritto e portato avanti il progetto, l’ente locale Comune e Regione, che, attraverso il Quartiere hanno dato la loro linea politica, E.C.I.P.A.R che ha individuato il settore lavorativo con necessità di mano d’opera specializzata, la Fondazione Banca del Monte di Bologna e Ravenna, che ha creduto nel progetto e lo ha finanziato, e poi? Poi il substrato culturale e sociale di una città, che da sempre, dal 1200 l’era storica dei Comuni, integra, include, ha fiducia e dà fiducia ad un intreccio di attori, dove nessuno prevarica l’altro, per arrivare tutti all’obiettivo designato.

L’insegnante di sartoria, presente alla consegna dei diplomi, ha rapidamente sintetizzato: “…siamo partite dalla conoscenza dei tessuti, poi dei modelli su carta e del fare i modelli, in contemporanea con la scuola di italiano e di alfabetizzazione informatica, perché sono conoscenze imprescindibili per arrivare ad acquisire la metodologia per proporsi sul mercato come imprenditrici, siamo passate al cominciare a conoscere i punti e l’assemblaggio dei tessuti e al lavoro su misura. Adesso continuiamo a trovarci per imparare la riparazione dei vestiti, che è un altro aspetto che rinforza una impresa sartoriale”.

La sintesi del lavoro fatto dall’Associazione Armonie: “ pensare il progetto, fare la selezione delle donne richiedenti, accompagnare queste donne nel risolvere le loro pratiche di permesso di soggiorno, seguirle nei corsi di alfabetizzazione della lingua italiana, di informatica e il corso della sicurezza. L’organizzazione di tutto il lavoro svolto con i privati per avere donazioni di tessuti, creare mercatini per l’abbigliamento prodotto, organizzare sfilate per mostrarlo, ed infine la ricerca dei tirocini formativi inseriti in azienda, che sono la premessa all’assunzione.

Due cose, per terminare: una sulla contabilità ed una di orgoglio.

1) La contabilità. Il finanziamento di € 30.000 spalmati su due anni sembrano una enormità, ma hanno rasentato appena la sufficienza, perché sono stati acquistati tutti i macchinari, sono state pagate in regola le insegnanti, pagati i vari corsi di alfabetizzazione della lingua italiana, alfabetizzazione informatica, corso di sicurezza, corso per gestire una impresa, corso di ricerca di mercato e vendita, spese di allestimento sfilate, partecipazione ai mercatini, etc.

2) Sull’orgoglio: una donna africana di queste sei partecipanti non è riuscita ad avere il permesso di soggiorno a causa della legge Salvini. Ha detto a se stessa ed alle altre: “…il permesso di soggiorno mi manca, ma le competenze sono nella mia testa e nelle mie mani. Vi saluto, vado in Germania…”. Adesso ha il permesso di soggiorno avuto dalla Germania ed ha aperto una sartoria e veste le donne tedesche.

L’orgoglio è il suo ed il nostro.

Per contatti: www.armoniedonnebologna.it; info@armoniedonnebologna.it; tel. 051.548151 dalle 16 alle 19.




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