Dico dunque sono - Scendiamo giù dai monti a colpi di fucile...
scendiamo giù dai monti è Festa d'Aprile
Morselli Gianna Lunedi, 19/04/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2010
Da sessantacinque anni si festeggia il 25 Aprile Festa della Liberazione, donne e uomini di tutte le età sono morti allora, per garantirci i diritti democratici di cui oggi godiamo.
Le donne sono state protagoniste fondamentali di quel periodo, eppure come figlie di un dio minore, raramente sono ricordate nei libri di storia ufficiali, di loro si occupano principalmente altre donne che raccolgono con dovizia e amore i ricordi, le testimonianze, i documenti ma sempre in sordina, come se non si potesse disturbare più di tanto la Storia con la esse maiuscola.
Faticosamente i Centri di Documentazione delle Donne, gli Archivi delle Donne, voluti con caparbia dalle Associazioni femminili/ femministe, studiose e storiche, riportano, catalogano pezzo su pezzo ciò che succedeva in quegli anni. E' grazie a loro se si concretizzano, attraverso le parole le immagini e i fogli della stampa clandestina, i vissuti di staffette, partigiane, lavoratrici, dissidenti politiche e deportate. Una storia che ci appartiene; leggere i racconti, osservare quelle immagini un po' sbiadite, lasciarsi trasportare in quell'atmosfera di ribellione, di grande vitalità, dove osare l'impossibile era normale, aiuta a ri-mettere nel cuore e nella mente ciò che di più vero e sano il movimento delle donne ci ha trasmesso: cioè che si può, se lo vogliamo, cambiare il mondo. Certo il periodo che hanno vissuto è stato straordinario, il fascismo, la guerra, l'occupazione nazista ma è anche vero che il peso sociale e politico delle donne in quel contesto storico appariva ininfluente e marginale. Ciò che sono state capaci di infondere, da quel periodo in poi, con le lotte politiche, sindacali e nei cambiamenti di costume, ha prodotto in modo rilevante un salto di qualità all'insieme della società italiana. A quelle donne siamo infinitamente grate ed è prima di tutto a loro che dobbiamo riuscire a dimostrare di che pasta sono fatte le loro figlie.
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