Cercare la realtà senza toccarla - Una società satura di messaggi sessuali, che sfugge il potere dell'erotico
Berti Teresa Martedi, 24/11/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2009
Il mercato occidentale è saturo di erotismo e pornografia: internet, manuali, guide, riviste, romanzi, poesie, videogiochi, immagini, spettacoli, film, musei, opere d’arte e opere-spazzatura. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Anzi, nemmeno più l’imbarazzo, perché siamo bersagliate da messaggi talmente espliciti che, per dirla con un verso di Calabrò, l’eccesso di per sé anestetizza: il docu-reality Web Dreams sull’impresa del porno, la serie Sex Lives and Videotape (‘viaggio senza censure nel mondo di chi mette il sesso al primo posto nella scala gerarchica dei propri valori’). E poi: libretti con istruzioni per il sesso orale in versione ‘lui’ e ‘lei’, incontri Tuppersex (una specie di dimostrazione a domicilio di giocattoli erotici). Possiamo incontrare l’ex pornodiva pentita e convertita (che cerca di redimere i 'peccatori' negli strip bar), proprietari di locali per scambisti, registi di film porno amatoriali, esibizionisti, voyeur, amanti del BDSM.
E, mentre in Italia 3 giovani su 4 non usano i contraccettivi e in una scuola media del Colorado si fa a gara a chi indossa più braccialetti colorati per comunicare in una sorta di nuovo ‘codice’ le proprie disponibilità sessuali, una catena britannica di farmacie ha messo on line il "Sex calculator" che, attraverso un software, calcola in pochi istanti il numero di partner indiretti. Questo, affinché le persone capiscano quanto sono esposte alle malattie sessualmente trasmissibili e prendano opportune precauzioni. Il sex calculator, a partire da dati medi (il maschio inglese dichiara di aver avuto 9 amanti effettivi, mentre la donna ne rivela 6,3), procedendo fino a 5 ulteriori "generazioni" di compagni (i compagni dei compagni dei compagni… e così via) ha calcolato che un adulto inglese medio ha dormito indirettamente con 2.811.024 persone.
Allora, per evitare rischi (sia nel cuore che nel corpo) perché non dedicarsi scientificamente al sesso virtuale?
La giovane scrittrice Alessandra Di Gregorio, autrice tra l’altro del libro ‘L’analisi della conversazione in chat’, ha idee abbastanza chiare sulla cosiddetta web pornography. “Gli uomini che vogliono il sesso in cam e pensano sia sesso vero sono ovunque. Entri in una chat e te lo chiedono come fosse davvero uno scambio reale. Ci sono anche alcuni che pagano, ma è più facile trovare quelli che lo chiedono gratis e lo fanno anche gratis. Sono quelli che credono che affettività e sesso passino da lì”.
Ci sono anche persone che creano profili fasulli per vedere cosa succede: “Dei miei amici – racconta Alessandra – fecero un profilo fake di una di 15 anni e venne presa d'assalto da maschi arrapati anche sopra i 30 anni... fu un esperimento delirante e per me anche pericoloso. Credo che siamo nell'epoca della distorsione dell'affettività e del sesso. È un modo come un altro di bypassare l'atto fisico, molte webcam girls la prendono alla leggera, dicono di affezionarsi ai clienti virtuali, il fatto è che loro si affezionano a chi? A cosa? La chat è un modo per cercare la realtà senza toccarla, perchè fa paura”.
Forse dovremmo imparare da Audre Lorde, la poeta e scrittrice nera , lesbica, femminista, guerriera, madre, che a proposito del potere dell’erotico diceva: “Quando parlo dell'erotico parlo di un'asserzione della forza vitale delle donne; di quella potenziata energia creativa, la cui conoscenza e il cui uso stiamo ora rivendicando nel nostro linguaggio, nella nostra storia, nella nostra danza, nel nostro amore, nel nostro lavoro, nelle nostre vite. Ci sono frequenti tentativi di equiparare pornografia ed erotismo, due usi del sessuale diametralmente opposti. […] Nello stesso modo, abbiamo tentato di separare lo spirituale e l'erotico, riducendo così lo spirituale ad un mondo di piatta affettazione, un mondo dell'ascetico che aspira a non sentire nulla. Ma niente è più lontano dalla verità, perché la posizione ascetica è quella della massima paura, la più grave immobilità. La severa astinenza dell'ascetico diventa l'ossessione dominante. Ed è quella non di un'auto-disciplina, ma di un'auto-abnegazione”. Anche se, a dire di qualcuno, è proprio nel virtuale che ci mostriamo per come siamo in realtà perché, in assenza del corpo, è proprio l’anima (o una delle sue sfaccettature) a venire fuori.
QUALCHE INFORMAZIONE
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