Violenza alle donne / Modena - In un quaderno le proposte delle/dei modenesi contro la violenza alle donne
Daniela Ricci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006
Sono state pubblicate in un quaderno le proposte delle/dei modenesi contro la cultura violenta sulle donne, trascritte sui questionari distribuiti durante la settimana di sensibilizzazione, promossa nel mese di settembre 2006 dalle Associazioni delle donne. I questionari raccolti a Modena e in diverse località della provincia: Carpi, Soliera, Novi nel corso dell’iniziativa, sono stati 276. Le cittadine e i cittadini modenesi sono state/i chiamate/i a scrivere su un modulo, in forma sintetica e anonima, le proprie riflessioni e le proposte sul tema. Queste riflessioni sono oggi raccolte e pubblicate in un quaderno dal titolo “Cultura violenta: come fermare il femminicidio”, che sarà consegnato nei primi giorni di dicembre - in concomitanza con le iniziative per la Giornata Internazionale contro la violenza alle donne - alle Parlamentari modenesi e successivamente alle Istituzioni e agli Organismi di parità. La finalità dell’iniziativa è contribuire, attraverso le considerazioni particolari, allo studio di interventi concreti da parte del governo, delle istituzioni, della scuola, capaci di tradurre le richieste delle donne in rappresentanza e diritti.
Alla campagna di opinione hanno aderito in prevalenza donne, in totale 210, alle quali si sono aggiunti 66 uomini.
Le donne indicano tra le prime cause all’origine del fenomeno: la società e la cultura maschilista e violenta (35%), la scarsa tutela della donna in ogni ambito (20%) e la rappresentazione della donna come oggetto nella moda e nella pubblicità (12%). Se anche gli uomini la pensano allo stesso modo su società e cultura maschilista e violenta (35%), sulle altre cause le loro opinioni si discostano da quelle delle donne. Oltre alla rappresentazione della donna come oggetto nella moda e nella pubblicità (23%), infatti, un’alta percentuale di essi (15,38%) addebita le cause a comportamenti e atteggiamenti provocatori da parte delle donne.
Sulle proposte, uomini e donne sono concordi nell’indicare come prioritaria la necessità di interventi sull’educazione culturale nella famiglia, nella scuola, nella società (donne 26% - uomini 30%) e di leggi più severe ed efficaci (donne 26% - uomini 30%). Le donne ritengono inoltre necessarie: una maggiore rappresentanza femminile nelle Istituzioni e più politiche di Pari Opportunità (8%), una migliore tutela alla donna che denuncia la violenza (6,47%), ili sostegno ai Centri femminili e antiviolenza (6%).
La pubblicazione del quaderno, promossa dalle associazioni modenesi: UDI Unione donne in Italia di Modena e di Carpi, Casa delle Donne contro la violenza, Differenza Maternità, Donne nel Mondo, Gruppo Donne e Giustizia e Centro Documentazione Donna che da anni lavorano sul tema attraverso pratiche e progetti già realizzati e in corso, è stata resa possibile grazie al contributo e al sostegno delle Consigliere di Parità della Provincia di Modena. Anche questa iniziativa nasce all’interno del Tavolo di lavoro sulla cultura violenta contro le donne, avviato a Modena nella primavera 2006, che vede confluire per la prima volta l’impegno di ogni associazione in un percorso comune. Tra gli obiettivi del Tavolo: la realizzazione di iniziative utili a contrastare il fenomeno e a sollecitare in merito l’attenzione di tutta la comunità; la richiesta di leggi efficaci ed interventi concreti; lo sviluppo di una cultura e di una politica che pongano al centro una maggiore solidarietà e giustizia sociale per tutti/e.
I dati sulla violenza contro le donne a Modena
Sono oltre 2000 le donne, in gran parte vittime di violenza familiare, sostenute dal Centro contro la violenza alle donne di Modena (tel. 059.361050 - fax 059.361369 - e-mail: mostmodena@virgilio.it) nei suoi quindici anni di attività (maggio 1991- agosto 2006). E più di 220 sono le donne ospitate insieme ai loro bambini negli appartamenti del Centro quando era a rischio la loro stessa sopravvivenza. Queste vicende accadono "normalmente" a Modena, una delle città più ricche e sviluppate del paese. Questo succede in ogni altra città italiana. L’esperienza e le pratiche del Centro hanno consentito di individuare alcuni obiettivi volti ad arginare il fenomeno e i suoi effetti. Come l’avvio di un Osservatorio nazionale; di campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica per favorire il cambiamento culturale e la rappresentazione del fenomeno; di campagne di informazione sugli effetti che la violenza produce sulla salute delle donne e sulle conseguenze della violenza assistita sui minori. Ma anche il sostegno ai Centri Antiviolenza, progetti di reinserimento socio-economico delle donne che subiscono violenza, protocolli operativi e percorsi di formazione.
E’ in progressivo aumento anche il numero delle donne che si rivolgono ai servizi gratuiti di consulenza legale e psicologica dell’Associazione Gruppo Donne Giustizia di Modena (tel. 059.361861 - fax 059.374710 - e-mail: donnegiust@libero.it). In venticinque anni di attività (1982-2006) l’associazione ha accolto oltre 4.500 donne. L’utenza media negli ultimi anni è salita a 446 donne l’anno. Secondo gli ultimi dati riferiti al 2005, elaborati dalla socia Vanna Tori, la maggior parte delle utenti, due su tre, ha dai 30 ai 50 anni. Il 68% è di nazionalità italiana, mentre il 24% proviene da Paesi stranieri. In testa le donne provenienti dai paesi dell’Est europeo che hanno superato le straniere arrivate dai paesi arabi, in maggioranza dal Marocco, mentre, per la prima volta, anche le donne cinesi si sono rivolte all'Associazione. Più della metà delle utenti (53%) vive in città, ma sono in aumento le utenti dai comuni della provincia (38%). La grande maggioranza delle donne denuncia violenze di carattere psicologico (93%), ma aumenta notevolmente la denuncia di violenze fisiche, dal 22% del 2004 si passa al 27% del 2005. Crescono anche le denunce di violenze sessuali (2%). Più della metà delle utenti (56%) indica nel coniuge il maggior responsabile del proprio disagio, sale il dato riferito agli ex coniugi o conviventi (12,20%). Al terzo posto (12%) si segnala il convivente. Segue la voce suoceri, fratelli (8%), fidanzato (2%), datore di lavoro (1%). Al di sotto dell’1% le categorie figli ed estranei. Scendono le richieste d'informazione sulla separazione (39'%) e diminuiscono anche quelle sulla situazione economica e patrimoniale (21%). Il 16% delle utenti chiede informazioni sull’affido dei figli e assegno di mantenimento. Le informazioni sulla famiglia di fatto salgono al 9%, crescono anche le richieste su divorzio (3%), riconoscimento¬ e disconoscimento di paternità (2%). Salgono oltre il 14% le richieste di sostegno psicologico.
(22 novembre 2006)
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