CUBA / Da rivoluzionarie a dirigenti: la fermezza delle donne cubane
Irresistibile ascesa quella di un'isola dove le donne hanno conquistato posti di rilievo. Intervista a Ivis Fernández Peña, Delegata del Ministro del Turismo
Martedi, 18/06/2013 - Fra le figure femminili che a Cuba svolgono un ruolo di primaria importanza a livello dirigenziale, spicca nell’ambito del turismo e della cultura, Ivis Fernández Peña, Delegata del Ministro del Turismo, la prima delegata donna a rivestire questo ruolo: in lei spessore umano ed intelligenza si sposano, come quasi in tutte le donne cubane in posti di rilievo, con una grande semplicità e professionalità. Durante una relazione tenuta al FITCuba2013 (la Fiera Internazionale del Turismo), in Varadero, la Delegata aveva evidenziato come tale località, famosa per le spiagge ed il mare, abbia anche un’importante storia, tra cultura e memoria, ricordando i racconti dei suoi nonni sulle spiagge di Varadero, quando la località era un luogo frequentato dai pirati, nel XVI sec., ed un agglomerato di case di pescatori in legno, negli anni Venti del Novecento, fino all’espansione turistica attuale. La intervistiamo sul ruolo e sull’ascesa professionale delle donne cubane.
Oggi a Cuba le donne che occupano posti di livello dirigenziale sono molte: cosa ha reso possibile questo importante risultato?
Nella storia del nostro Paese la posizione delle donne è davvero cambiata con il trionfo della Rivoluzione, nella quale hanno giocato un ruolo fondamentale; poi, nel tempo, è andato a poco a poco affermandosi il ruolo delle donne, fino ai ranghi direttivi, con responsabilità di governo, statali, sempre più importanti. Prima le donne svolgevano quasi esclusivamente compiti domestici, oggi il corpo professionale del Paese ha una rappresentazione molto forte nel genere femminile e, realmente, ogni giorno di più cresce e si sviluppa il ruolo della donna a Cuba. Per esempio nell’ambito del turismo, sul territorio che io rappresento (provincia di Matanzas), la presenza delle donne è il 38% della forza lavoro, al primo livello di direzione, nel sistema alberghiero, extra-alberghiero e di imprese di appoggio, dove mai c’era stata la presenza femminile. Abbiamo fatto di recente un Taller sul tema ‘La donna dirigente nel turismo’, molto bello, in connessione col Ministero del Turismo che lo ha promosso sul territorio, e che è poi culminato in un grande Taller nazionale, dove sono stati discussi i principali problemi che hanno le donne dirigenti, nello scenario attuale, e l’impatto e lo sviluppo economico che si determinano nel Paese inserendo in maniera attiva la donna cubana in posizioni realmente decisive.
Cosa pensa della situazione delle donne in molti altri Paesi del mondo?
Il nostro esempio può essere una guida, una meta per altri paesi (anche latinoamericani ma non solo). A Cuba si è dimostrato che con l’inserimento attivo della donna nel cambiamento e nello sviluppo del mondo del lavoro, i risultati sono più sostenibili e durevoli, per gli stessi sentimenti e valori di cui le donne sono portatrici.
Esistono a Cuba programmi sociali che favoriscono la promozione e l’orientamento delle donne anche nel campo della conciliazione casa-lavoro?
Sì, il Paese ha programmi sociali che appoggiano totalmente le donne e che sono diretti e monitorati dalla Federazione delle Donne Cubane, un’organizzazione cubana fondata subito dopo la rivoluzione (il 23 agosto del 1960), che ha una storia importante ed una figura di leader storica di rilievo come quella di Wilma Espin, moglie di Raul Castro. La Federazione, con circa 4 milioni di donne iscritte in delegazioni territoriali, svolge un ruolo di orientamento, formazione e trasmissione del sapere delle donne, oltre a favorire il pieno esercizio della parità fra i sessi e la promozione femminile nei posti di direzione del Paese. Per quanto riguarda la conciliazione casa-lavoro, anche noi cubane combiniamo, allo stesso modo delle donne di tutto il mondo, le nostre responsabilità materne e familiari con la funzione professionale e di direzione, una sfida difficile ma non impossibile.
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