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Cuba. Avanti tutta, incontro al futuro

Cuba. Avanti tutta, incontro al futuro

Cuba/1 - Una conversazione con Laura Labañino Palmeiro e Blanca Rosa Pampìn Balado su economia e diritti umani

Bartolini Tiziana Domenica, 22/09/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2013

“Il 66% della forza lavoro tecnica e professionistica è femminile. E le donne sono la maggioranza nel campo dell’educazione, della sanità, nell’economia e nelle iscrizioni all’Università; in Parlamento le donne sono il 49% e nel Governo un terzo sono ministre”. Ecco la carta di identità di genere che Blanca Rosa Pampìn Balado tratteggia di Cuba, snocciolando poi dati sull’economia dell’isola, materia che conosce bene lavorando attualmente alla Consultorìa Econòmica CANEC dopo un percorso professionale che l’ha portata dalla docenza universitaria fino alla vice presidenza internazionale del Banco Nazionale di Cuba. “Tra i fattori esterni che colpiscono la nostra economia- crisi finanziaria internazionale e problemi climatici che hanno prodotto cicloni e siccità - l’embargo ha portato danni enormi in questi 51 anni e inutilmente l’ONU ne ha votato l’eliminazione per 21 volte. È una restrizione che colpisce tutti i settori dell’economia: dal commercio estero agli investimenti stranieri e ai rapporti bancari e monetari perché non possiamo utilizzare il dollaro, dalla mancanza di farmaci alle attrezzature varie. La nostra economia è in crescita, con il Pil al 3,1 nel 2012 e la previsione del 3,7 per il 2013, e abbiamo avviato l’aggiornamento del nostro modello economico allo scopo di raggiungere un socialismo più prospero e sostenibile. I cambiamenti normativi in atto intendono sostenere tre forme di proprietà: quella statale per controllare le principali attività dell’economia, lo sviluppo delle cooperative anche nel settore agricolo in cui avevamo già esperienza, il lavoro in proprio con l’obiettivo di raggiungere il 35% di forza lavoro nel settore privato. Tra le scelte strategiche c’è la sovranità alimentare, lo sviluppo del turismo, l’estrazione di nichel e petrolio e la produzione di alcuni prodotti farmaceutici e della biotecnologia”. Blanca Rosa Pampìn Balado è altrettanto puntuale nella descrizione di altri aspetti che queste scelte prevedono.“Preserveremo le nostre conquiste sociali perché intendiamo mantenere l’attuale 51° posto nell’indice di sviluppo sociale a livello mondiale con l’istruzione gratuita e il 100% di scolarizzazione. La nostra media del livello di studio è la maturità, e più di un milione di laureandi è la cifra raggiunta negli ultimi anni. La sanità continuerà ad essere gratuita e coperta al 100%, con la speranza di vita di 79 anni per gli uomini e di 80 anni per le donne”. All’orgoglio per questi traguardi di civiltà che il governo intende confermare si affianca la preoccupazione per alcune questioni che il futuro apre. “Abbiamo un basso indice di riproduzione, realtà che determina l’invecchiamento della popolazione. Però rispettiamo le scelte delle donne e delle famiglie e offriamo loro il massimo della sicurezza alla maternità oppure all’interruzione delle gravidanze”. Forse a non incoraggiare le donne a fare figli è il perdurare di un certo machismo e la poca collaborazione nel lavoro di cura... “Abbiamo fatto studi sul lavoro domestico e sulla violenza di genere. Tutti i latini, compresi i cubani, sono machisti e va anche detto che alle donne cubane piacciono gli uomini così. Cerchiamo di contrastare un’educazione discriminatoria fin dall’asilo nido, dove facciamo fare le stesse cose ai bambini e alle bambine, ma poi a casa non c’è analoga attenzione. Comunque a Cuba non c’è violenza di genere, possono esserci casi isolati, ma non nelle proporzioni di altri paesi. Dalle informazioni che ho sembra che la violenza di genere sia superiore nei paesi sviluppati, dove c’è tanta competitività tra uomini e donne”. Ma qualcosa sta cambiando anche nelle relazioni private tra le giovani generazioni e ce ne offre testimonianza la ventenne Laura Labañino Palmeiro, studentessa universitaria in Relazioni Internazionali. “Nella mia classe su 31 studenti 19 sono donne: era una facoltà e una carriera prevalentemente maschile, ma non sarà così in futuro”. Cogliamo l’occasione per chiedere a Laura un commento sulla sua idea dei diritti umani. “Sono figlia di Ramòn Labañino Salazar, imprigionato ingiustamente negli Stati Uniti nel 1998 dall’FBI perché accusato con altri quattro di spionaggio, accusa mai dimostrata. Sono tante le donne che lottano per la libertà: siamo donne, figlie, mogli, madri. Tra le violazioni dei diritti umani nel caso specifico segnalo quella di proibire la visita della madre di Antonio Guerrero una signora di 81, e in questi lunghi anni è deceduta la madre di Gerardo Hernàndez senza poter rivedere il figlio. Ci sono poi questioni molto delicate: quegli uomini non hanno potuto avere figli con le loro spose, che hanno superato l’età fertile ed è un diritto, quello alla maternità, che è loro negato per sempre. Abbiamo fatto campagne internazionali affinché gli Stati Uniti consentissero loro di avere figli, ma inutilmente”. Il 12 settembre “saranno trascorsi 15 anni dall’ingiusta condanna negli Stati Uniti ai cinque cubani: Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar, Antonio Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort e René González Sehwerert, che avevano come loro unica missione in quel paese di monitorare gruppi ed organizzazioni responsabili di azioni terroristiche contro Cuba”, si legge nel comunicato ufficiale che illustra la situazione sollecitando il Presidente Barack Obama ad utilizzare la Costituzione degli Stati Uniti, che “gli da la prerogativa di liberarli immediatamente e porre fine a tale sopruso”.



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