Focus - Cibo Ribelle/2 - La scelta di aderire all’alimentazione crudista si fonda prima di tutto sul bisogno di stare bene
Marta Mariani Sabato, 30/05/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2015
Laura Bragagnolo e Marco Benedettini, di Crudo&Salute, sono entrambi appassionati di alimentazione crudista. Dal 2013 sono impegnati nella divulgazione di opere in lingua italiana sulle nozioni di Frederic Patenaude. A loro abbiamo rivolto, per il focus “Cibo ribelle”, le nostre domande e la nostra attenzione.
È possibile, in poche righe, definire il crudismo e chiarire meglio o l'origine di questa particolare dieta?
LAURA. Il crudismo è uno stile di vita basato sulla scelta di nutrirsi con alimenti “vivi e integri”, ossia il più possibile vicini al loro stato naturale.
MARCO. Le origini del crudismo possono essere rintracciate addirittura in tempi remoti. Nel corso della storia, ad esempio, questa particolare dieta alimentare compariva già nell’antica Grecia con Ippocrate, o nell’antica Roma. In Italia, peraltro, era lo stile alimentare adottato dalla scuola medica salernitana. Molto più tardi comunque, negli Stati Uniti, Herbert Shelton, uno dei pionieri del crudismo, fece numerose ricerche e sperimentazioni sui cibi crudi. Ad oggi il crudismo è stato nuovamente apprezzato, rinascendo e diventando uno stile di vita piuttosto rinomato.
Esiste un solo movimento crudista, o anch'esso ha le sue frange e le sue fazioni? Cosa vi ha portato a scegliere, su tutti, il regime alimentare crudista?
L. Esistono diverse correnti nel crudismo. Alla base delle scelte alimentari di un crudista c’è (o dovrebbe esserci) la consapevolezza di quali siano gli alimenti adeguati alla fisiologia dell’essere umano, quindi, principalmente: frutta, verdura, noci e semi. Per trarre il massimo da questi alimenti, poi, bisognerebbe assumerli crudi, integri, prediligendo processi di trasformazione leggeri, che permettano di conservare le proprietà dell’alimento. La filosofia crudista non ha nulla a che vedere con lo slogan “mangio tutto crudo, qualsiasi cosa sia”. Un pensiero di questo tipo non è affatto una scelta salubre, né sensata. E' preferibile, piuttosto, mangiare crudo al 75%, per esempio, evitando prodotti processati o inadatti alla nostra fisiologia. Personalmente sono arrivata al crudismo per motivi di salute. È stato un percorso lungo, lento, graduale, in cui via via ho scoperto e sperimentato i benefici dell’alimentazione vegetariana e vegana, prima, poi gli insegnamenti igienisti e del crudismo. Questi ultimi due passaggi sono stati importantissimi e mi hanno veramente permesso di dare una svolta alla mia vita.
M. Io sono arrivato al crudismo per curiosità oltre che per motivi di salute. Avevo 22 anni quando, per problemi intestinali, fui costretto a stravolgere il mio stile di vita. Praticai lo yoga e passai ad un’alimentazione vegetariana. Così, mi appassionai alla nutrizione. Poi, durante un viaggio in Sudafrica, nel 2009, conobbi una comunità di crudisti che organizzava eventi culinari per la promozione della consapevolezza alimentare. Con loro feci un’esperienza annuale crudista, adottando una dieta di cibi crudi ad alto contenuto di grassi.
In quali aspetti principali (salute, vita sportiva e dinamica o lavorativa, vita relazionale etc...) le abitudini crudiste hanno maggiormente rivoluzionato le vostre vite?
L. Come dicevo, per me il crudismo ha avuto un impatto positivo, in primis, sulla salute - che comunque è alla base di molti altri aspetti dell’esistenza. Ho superato, cioè, problemi cronici (con cui convivevo da lungo tempo) liberando energia e vitalità, dedicandomi finalmente alla vita con più gioia e soddisfazione. Di qui sono venute altre scelte, come quella di impiegare parte del mio tempo per la divulgazione di ciò che è stato utile per me. Oltretutto, un grande “dono” che ho ricevuto dalla pratica degli insegnamenti igienisti e crudisti è stato, di recente, la maternità: un corpo e una vita più sani mi hanno permesso di accedere a questa esperienza che, senz’altro, sta rivoluzionando completamente la mia vita!
M. Onestamente, il crudismo ha rovinato la mia vita nei primi 2-3 anni. Un continuo alternarsi di crisi di depurazione, abbuffate e vita sociale disastrosa. Inizialmente trovavo grandi difficoltà nel reperire le giuste informazioni su uno stile alimentare corretto, e andavo a tentativi. Quando rivoluzioni la tua dieta devi domare molte diverse dinamiche psicologiche ed emotive, cosa non facile. Dopo 3-4 anni, pian piano, trovai una sorta di equilibrio. Anche se non avevo del tutto abbandonato né i cibi cotti, né i condimenti, stavo iniziando a reperire informazioni valide sull’igienismo e sulla dieta crudista a basso contenuto di grassi. Adesso che ho trovato il mio equilibrio non tornerei mai indietro. I benefici sulla salute sono tanti. Ho molta più energia di quando avevo 20 anni (ora ne ho 32), sono più flessibile e dinamico, ho un sistema immunitario più reattivo, mi sento molto più positivo e più a mio agio con la natura e l’ambiente.
Vi capita di sentirvi giudicati per queste scelte legate alla nutrizione? Le persone che vi attorniano generalmente come reagiscono?
L. Mi è capitato, talvolta, di sentirmi giudicata e ritenuta forse un po’ “fissata” o estremista. Ma questo è successo via via sempre meno, forse perché io stessa ho adottato un approccio più morbido e non ho più bisogno di affermare rigidamente le mie idee, né di convincere gli altri. In generale, mi trovo meglio evitando gli “ismi” e le posizioni fondamentaliste. La vita è per definizione fluida, in costante evoluzione, e credo richieda queste stesse qualità da parte nostra.
M. Le persone giudicano continuamente, ma il fatto di sentirsi giudicati accade perlopiù dentro di noi. Qualunque cosa fatta “fuori dagli schemi” verrà guardata con giudizio e scetticismo. È un bene, in fondo, perché fa venire a galla quei giudizi che noi esprimiamo su noi stessi, e ci consente di riconoscerli e abbandonarli. Imparando noi stessi a non giudicare potremo essere finalmente liberi da questo meccanismo egoico. In questo modo, il giudizio degli altri non riuscirà più ad attecchire in noi, al massimo potrà farci sorridere. È vero che quando una certa serenità trova spazio dentro di noi, anche gli altri smettono di giudicare in nostra presenza.
La diffusione del crudismo in America e in Europa è un dato attualmente sensibile e certificato. Alcuni media vogliono vedere in questo fenomeno soprattutto il dilagare di mode alimentari. Voi cosa ne pensate? A cosa si deve il favore di cui gode questo nuovo regime nutrizionale?
L. Credo che alla base di questo fenomeno e, in generale, alla base della crescita di interesse per le scelte vegetariana e vegana ci sia un bisogno fondamentale delle persone: quello di stare bene; assieme alla consapevolezza crescente che scelte fino a poco tempo fa ritenute “normali” si sono rivelate in realtà disastrose per la salute umana e del pianeta. La consapevolezza, data dall’esperienza personale, del resto, è sempre più sostenuta dalle testimonianze e dalle ricerche di numerosi autori scientifici, le cui osservazioni non fanno che confermare la salubrità di un’alimentazione preferibilmente vegana, basata su una grossa percentuale di cibi crudi.
M. Credo che il crudismo sia divenuto una moda grazie anche alla diffusione di questo stile alimentare nelle cerchie di attori famosi americani. È comunque, questo, un segnale di interesse importante. Il diffondersi di questo stile di vita, infatti, ha dato modo a molte persone di interessarsi agli aspetti più salutisti del vivere.
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