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Cronaca semiseria di un pellegrinaggio

Cronaca semiseria di un pellegrinaggio

Valeria Luzi - "Ma che ci faccio a Medjugorje?!?" è online solo su Amazon e in poco tempo ha scalato le classifiche

Conti Viola Sabato, 13/10/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2012

Valeria Luzi, trent'anni, romana, è laureata in Filosofia con specializzazione in Estetica con tesi sperimentale sulla scrittura creativa in Italia. Dopo essersi accostata a svariate professioni scopre le sue vere passioni: la scrittura e il viaggio, che rappresenta una delle sue fonti d'ispirazione. Nel 2009 Aliberti Editore pubblica il suo primo romanzo "Figabook", la sexy fiaba di una patatina ossessionata dalla ricerca del pisello azzurro. Nel 2012 Valeria fa il grande salto all'editoria digitale e pubblica, anche in inglese e tedesco, il suo nuovo romanzo "Ma che ci faccio a Medjugorje?!?" online solo su Amazon. Il libro è una cronaca semiseria del pellegrinaggio che l'autrice ha realmente svolto nel 2011 con il padre nella celebre cittadina bosniaca dove da trent'anni apparirebbe la Madonna.



"Ma che ci faccio a Medjugorje?!?" è il racconto autobiografico del tuo viaggio nella città religiosa che diviene spunto per affrontare il tema della spiritualità e dei rapporti familiari, partendo dal ritrovato rapporto con tuo padre. Perché hai voluto raccontare questa tua esperienza?

Innanzitutto perché è stata un'esperienza molto forte che valeva la pena di essere raccontata, in quanto mi ha cambiato la vita per tanti versi. Si perché, nonostante io sia atea, sono cresciuta in una famiglia estremamente religiosa e ho voluto trattare la fede in chiave ironica, ma pur sempre con smisurato rispetto. Essendo la figlia ribelle che se ne è andata di casa e si è distaccata dai dettami familiari, ho trascorso gli ultimi dieci anni della mia vita a litigare con i miei genitori che non hanno mai condiviso le mie scelte professionali, prima fra tutte quella di scrivere. Quindi, quando più di un anno fa, mio padre mi propose a sorpresa di accompagnarlo a Medjugorje, avrei voluto tanto rispondergli: "Tu sei pazzo, io non verrò mai", ma qualcosa mi ha trattenuto. Adoro viaggiare ed erano anni che avrei voluto fare un viaggio con mio padre. I miei genitori sono anni che cercano di convertirmi in tutti i modi possibili e immaginabili, senza riuscirci e l'idea del pellegrinaggio a Medjugorje era l'ultima spiaggia per riuscire nella loro impresa. Ma il vero miracolo non è stata la mia conversione, bensì la pace con mio padre e soprattutto con me stessa. Erano alcuni anni che non avevo più l'ispirazione a scrivere nulla e questa esperienza mi ha spinto a prendere di nuovo la penna in mano, o meglio, a rimettere le dita sui tasti, per condividere con gli altri questo fantastico viaggio che mi ha cambiato la vita.



Perché hai scelto di rivolgerti al web e non al sistema editoriale tradizionale?

Dopo il mio libro di esordio con "Figabook" pubblicato cartaceo da Aliberti nel 2009, ho approfondito sempre di più la conoscenza e la passione per internet e la tecnologia, soprattutto per i social network e le nuove tendenze dal resto del mondo. Poi avendo vissuto due anni tra Londra e New York, ho sempre avuto ben presente la situazione editoriale d'oltreoceano, dove l'editoria digitale è molto diffusa già da vari anni. Oltretutto volevo rendere la mia esperienza a Medjugorje fruibile ad un pubblico più ampio possibile e quindi l'ho fatto tradurre sia in inglese che in tedesco. Pare infatti che in Inghilterra, Stati Uniti e Germania quasi tutti possiedano già il famoso ebook reader Kindle brevettato da Amazon che contiene fino a 1500 libri con una batteria che può durare anche tre mesi. Quindi, con grande timore di non riuscire, ho fatto il grande salto e tentato la sorte ancora una volta, pubblicando "Ma che ci faccio a Medjugorje?!?" solo su Amazon in tre lingue al prezzo economico e popolare di appena 2 euro. Infatti, è proprio il lato democratico della rete che mi attira molto. Mentre nell'editoria tradizionale è sempre stata una ristretta cerchia di intellettuali o pseudo tali che ha sempre deciso cosa bisognava pubblicare o no, adesso grazie ad internet ognuno è libero di pubblicare ciò che vuole e l'ultima parola spetta sempre all'insindacabile giudizio del pubblico.



Stai già scrivendo un'altra storia?. Puoi già anticiparci qualcosa?

Ho molte storie in mente. Sono molto tentata di scrivere a proposito del mio pazzo anno vissuto a New York oppure potrei scrivere delle tante avventure successe su internet e soprattutto su facebook. Voi cosa mi consigliate?



Da quando lo scorso maggio sei uscita con “Ma che ci faccio a Medjogorje” sei entrata in poche settimane nella classifica tra i libri più scaricati di Amazon. Che effetto ti fa essere nella classifica dei più letti sul web?

È senza dubbio una magnifica sensazione, anche perché mi conferma di aver fatto bene a rischiare e di essere sulla strada giusta. Non appena il mio libro ha iniziato a scalare la classifica alcuni editori cartacei mi hanno proposto di pubblicare in modo tradizionale, cosa di sicuro gratificante sulla quale sto riflettendo perché, per certi versi, mi sembrerebbe di tornare indietro. L'ideale sarebbe poter avere il mio libro sia in versione tradizionale in ogni libreria d'Italia, sia in formato digitale.



Valeria, sei una bella e giovane scrittrice capace di comunicare in chiave comica i suoi pensieri sul mondo, che sono anche quelli di molti giovani di oggi. Hai già sul tuo profilo facebook più di 15.000 amici che ogni giorno possono confrontarsi con te in modo semplice e diretto. Quali altre tappe vorresti bruciare?

Le lotte più ardue e i traguardi più difficili da raggiungere sono sempre quelli con noi stessi e per ottenere gli stupendi risultati che hai elencato, la prima che ho dovuto spingere e combattere è stata proprio la parte timida e insicura di me stessa. L'unica cosa di cui sono certa è che non avrei mai potuto convivere con il rimpianto di non aver provato con tutte le mie forze a realizzare i miei sogni e sono davvero orgogliosa, non solo di esserci riuscita, ma anche di aver dato voce a tanti che la pensano come me sulla vita e sull'amore, ma magari non hanno le mie stesse possibilità di esprimere le loro idee. Ho trentuno anni e dopo una vita a bruciare le tappe, ora vorrei continuare sempre ad andare a 300 all'ora ma godendomi di più il viaggio, senza l'ansia e l'angoscia di non arrivare in tempo... a realizzare tutti i miei sogni!

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