Conti Viola Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2008
Le previsioni del 2008 per quanto riguarda le ricadute dirette ed indirette del costo dell’energia – con un petrolio a 96 dollari al barile ed a € 1,44 quale cambio euro/dollaro, secondo le associazioni dei consumatori, destano preoccupazione sia nelle famiglie italiane, che tra i responsabili istituzionali del nostro paese.
Infatti, per costi diretti le famiglie si troveranno a dover affrontare costi più elevati per servizi e per i beni fondamentali che li riguardano, come: per i carburanti, con l’aumentato prezzo di dieci centesimi una ricaduta annua di 120 euro; per il riscaldamento domestico, con 140 euro annui in più; per il gas, con 28 euro in più all’anno; per la luce, con 12 euro in più all’anno; per ricadute sui costi di trasporto, con 90 euro annui in più.
Il totale delle ricadute sulle famiglie sarà, quindi, pari a 390 euro annui con una stima inflattiva di circa 1.3 sulla spesa annuale.
Per costi indiretti, che incideranno nella determinazione dei prezzi dei beni di largo consumo, vi sono invece principalmente due cause: la prima, è relativa all’aumento del costo della Virgin Naphta che è la materia prima ricavata dal petrolio che le industrie utilizzano per la trasformazione chimica e per l’ottenimento di plastiche-vernici-detersivi ecc che comporterà una ricaduta negativa sui prezzi stimata attorno a 180 euro annui. La seconda attiene ai costi energetici per le trasformazioni industriali con esclusione di quelle alimentari, che comporteranno una ricaduta negativa sui prezzi stimata attorno a 160 euro annui. Questo secondo totale è pari a 340 euro all’anno, con una stima inflativa di circa l’1,1%.
E’ dunque necessario che il nostro Paese, per mitigare tutto ciò, predisponga nei tempi più brevi un piano energetico con misure urgenti di sostegno verso quattro filoni fondamentali: politiche di risparmio delle famiglie e delle imprese, un forte impegno sulle energie alternative a partire dal fotovoltaico, costruzione immediata di rigassificatori che, nel diversificare le fonti di approvvigionamento energetico sono di per sé strumenti di calmieramento necessario del prezzo del petrolio, razionalizzazione della rete distribuzione carburanti con l’apertura alla grande distribuzione (risparmi attesi pari a 144 Euro anno).
Non ultima per importanza per le associazioni dei consumatori, la questione della revisione della materia fiscale, sia sul versante dell’IVA sul gas equiparandola per tutte le famiglie al 10% oggi disomogenea dal 10 al 20% (con risparmi di 110 Euro annui a famiglia) e quella dell’imposta di fabbricazione carburanti (accisa) che dovrebbe variare negativamente quando aumenta il prezzo del petrolio, per compensare il contestuale aumento dell’IVA evitando speculazioni da parte dell’erario, come peraltro si è fatto anche con il precedente Governo per oltre 6 miliardi di Euro.
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