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Cosa c’è dietro alla vittoria dell’astensionismo?

Cosa c’è dietro alla vittoria dell’astensionismo?

Incontro con la senatrice Albertina Soliani - “Questo risultato ha messo a nudo tante questioni che dobbiamo tutte prendere in esame con la massima attenzione e con il dovuto rispetto”

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2005

“La sconfitta è stata molto forte e purtroppo il problema della modifica della legge resta immutato”. Albertina Soliani, Senatrice della Margherita e sostenitrice dei Sì, commenta il risultato referendario. “Abbiamo sperato che si raggiungesse il quorum perché questo avrebbe dato un segnale chiaro ed eloquente. Ciò non è avvenuto e anzi una così alta percentuale di astensione ci obbliga a fare molte e attente riflessioni. Resta intatto per lo Stato e per il buon governo delle questioni il problema della qualità della norma anche se possiamo valutare positivamente il fatto che alcuni esponenti dell’astensione, a partire da Cardinale Ruini, abbiano fatto capire che modifiche si possono fare, probabilmente non di sostanza. La nostra posizione è di certo indebolita e questo non agevola il dialogo in Parlamento. Sono da analizzare con attenzione le ragioni per le quali gli italiani non sono andati a votare. Non credo che siano prevalsi gli argomenti portati dalla Cei e di coloro che nel merito chiedevano di lasciare le cose come stanno. Temo che l’astensione sia frutto della disaffezione dei cittadini per la politica, compreso lo strumento referendario. È difficile stabilire le percentuali e i confini. Comunque è stato un campanello d’allarme del malessere che attraversa la società riguardo alla politica e agli appuntamenti elettorali. Questo è molto preoccupante e richiede una lettura profonda perché svela aspetti importanti. Altro elemento che è entrato in campo, non meno preoccupante, è stato lo sconfinamento tra Chiesa e Stato, la perdita della laicità. La questione è da riprendere in mano riflettendo sulla difficoltà di comprensione tra laici e cattolici. Inoltre ritengo sia emerso il senso di una problematicità del valore della vita e dei confini della scienza, questioni molto forti e sconosciute. Sono temi forti e profondi che il centrosinistra deve affrontare con sapienza e accanto alle persone. Guai ad essere autoreferenziali e a dare per scontato valori quali la laicità, senza un sufficiente impegno per i necessari approfondimenti. Mi preoccupa molto il consolidarsi di un’area di teo-con che possono porgersi come guida di un Italia senza valori. Il centrosinistra deve esserci e deve porgersi come guida, dando risposte convincenti e condivise a questi temi. Da ultimo mi pare che dobbiamo riconsiderare l’opportunità di ricorrere a questo tipo di consultazioni e se invece non sia giunto il momento di riflettere sull’istituto referendario e sul suo impiego. Questo risultato ha messo a nudo tante questioni che dobbiamo tutte prendere in esame con la massima attenzione e con il dovuto rispetto”.
(16 giugno 2005)

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