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Cortigiane e pagliacci

Cortigiane e pagliacci

Idee - Il futuro delle famose veline terminerà con le loro prime rughe o con i rotolini sottocoscia?

Iori Catia Martedi, 02/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009

Il putridume del quadro politico è tale da far pensare che oggi, più che la competenza intelligente, al potere ci sia l’autocrazia del letto: siamo forse tornati, unico paese dell’Occidente avanzato, alle sue forme perverse, quando lo Stato e i dicasteri venivano appaltati alle famiglie, ai favoriti, ai mariti delle amanti, alle amanti? La signora Lario al di là di tutto, inquadra a mio parere il momento drammatico della nostra storia: mi ero accorta che stavamo arretrando in termini di rivendicazione di diritti personali e da una presunta parità ma debbo ammettere che siamo al fondo: siamo all’epoca delle favorite di corte. Quelle del Settecento francese per intenderci che ci ricordano che la via per l’esercizio della politica passa ora con quel triste pifferaio che ci si ritrova, non più dalla cultura e dalla pratica ma dal portfolio personale in cui si mostrano enormi tette e le accoglienti ginocchia del Grande Capo. Magico e irrefrenabile, capo libertino di primo ordine. Di nuovo il valore di noi donne si misura nell’avvenenza fisica meglio ancora se giovanissima, quasi adolescente e oggi mi chiedo se il futuro delle famose veline terminerà con le loro prime rughe o con i rotolini sottocoscia. Se qui da noi la tv è veicolo indispensabile a ogni tipo di carriera specie politica, cursus che negli altri paesi si prepara in scuole di altissimo prestigio e competenza, ci si chiede come mai non siano stati cooptati i maghi del culturismo imperante estratti dal Grande fratello. E la risposta è semplice: il capo è un maschione che ama le donne e non ha la fama di gay. Addio dunque alle donne di età, forza, esperienza e pazienza che avevano dominato le passate legislature: queste donne devono tirare su il morale di un gerarca pure problematico, non gli si può certo dire di no: che le donne non pretendano di capire, devono sorridere, sculettare e adorare le virtù prodigiose di Sua Eccellenza. Ma che razza di paese stiamo diventando? Alla vigilia di un regime conclamato, qualcuno ci ricorda che esiste ancora la dignità. Una piccola parola, che è quelle della Veronica ma è pure quella di noi cittadini. Da tutelare costi quel che costi.



(1 giugno 2009)

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