Domenica, 08/09/2019 - Dopo la pausa estiva riprende il Percorso di formazione per volontarie dei Centri Antiviolenza con la lezione tenuta il 6 Settembre dall'Avvocata Filomena Zaccaria, presso il Liceo Classico/scientifico “De Sanctis” di Manduria. Il corso è stato fortemente voluto dal centro antiviolenza Rompiamo il silenzio, Ambito7. Il Centro rappresenta un punto di riferimento per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere.
Se è un'avvocata che tiene la lectio magistralis è chiaro che le corsiste hanno potuto avere un ventaglio di conoscenza su quella che è la legislazione riferita alla violenza sulle donne. Filomena Zaccaria ha subito precisato che ci vorrebbero per questo scottante problema non solo nuove leggi in progress, ma una raccolta delle stesse in un testo unico che non porti a confusione sia le vittime che gli addetti ai lavori.
Durante le tre ore di lezione le slide scorrono sulla lavagna luminosa e focalizzano l'attenzione sulle leggi:
612 bis del codice penale, “atti persecutori”; è la legge che punisce chi minaccia o innesca timore (ti mando al CIM, sei una povera pazza) e ansia (tuo fratello lo mando alla Maddalena, tuo padre lo stendo ecc..), chi costringe la persona offesa a cambiare abitudini di vita, o che la porta a non dormire la notte, in pratica la costringe ad avere timore nel quotidiano, durante le le normali attività della vita. Limita le sue libertà, quelle sancite dalla Costituzione, quelle inviolabili, e sappiamo bene che la persona che si vede limitata i suoi diritti, vede limitato il suo valore. Una corsista a bassa voce dice: “io mi sentivo inferiore alle mie colleghe, per la mia situazione che vivevo a casa. Era una sensazione che non mi sapevo spiegare. Ora inizio a capire. Lui mi perseguitava, seguiva, minacciava. Voleva correggere le mie azioni, come se fossi stata una figlia e non una moglie. Ma anche se fossi stata figlia non aveva il diritto di abusare dei mezzi di correzione.”.
612 ter del c.p. “Revenge porn” (diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti) è stato aggiunto dal “Codice rosso” (Agosto 2019); prevede la reclusione da 1 a 6 anni e una multa da 5.000 a 15000 euro per chi diffonde in illecito. La pena aumenta se i fatti sono svolti da un famigliare, marito, compagno ecc... cioè da una persona di cui la donna si fida. La situazione è di vulnerabilità perché il compagno sfrutta il suo ruolo per denigrare la compagna, invece di valorizzare. Violenze a sfondo sessuale anche tra le proprie pareti domestiche. “Come è possibile?”, chiede il giudice, “in fondo è suo marito”. Ma quando un marito prende con forza i polsi della moglie per avere un rapporto sessuale, che fotografa la propria moglie senza consenso, qui si tratta di sofferenze indicibili, ma se la donna parla il racconto per il giudice sembra “immaginifico”.
Purtroppo il racconto è reale, non è immaginifico; chiaramente si stenta a credere che questi fatti avvengano tra le nostre pareti domestiche, con i nostri mariti e compagni. Non è immaginifico, è l'uomo in giacca e cravatta che nella sua casa è rozzo e primitivo. L'uomo delle caverne. Ma che fuori dalla caverna scrive poesie, dipinge, studia.
A solo due leggi citate e sviscerate gli spunti sono tanti e la pausa è legittima per poter focalizzare quanto appreso. Una piccola pausa è d'obbligo in questi casi ma riprenderemo presto. È un dovere verso tutte le donne.
Elena Manigrasso
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