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Corruzione e illegalità. Le donne fanno la differenza

Corruzione e illegalità. Le donne fanno la differenza

Parte dalle donne un nuovo percorso culturale contro il dilagante fenomeno dell'illegalità e della corruzione. Il video e le interviste

Mercoledi, 14/11/2012 - Le donne. Con i loro differenti ruoli nella società di ieri e di oggi, non hanno mai smesso di cullare nel proprio ventre il seme della speranza, della cura, del rispetto della persona e dei suoi diritti. Un dato storico, a cui oggi se ne aggiunge un altro, anch'esso destinato a rendere il mondo femminile protagonista in una nuova sfida culturale, tutta da giocarsi.

È il dato che lega le donne al concetto di legalità in un rapporto direttamente proporzionale: più donne più legalità. In politica, così come nella pubblica amministrazione, nel lavoro in generale.

Parte da questa consapevolezza un nuovo percorso culturale, di sensibilizzazione e di conoscenza del dilagante fenomeno della corruzione, contro la quale si alza forte il 'NO' delle donne.

Il 13 novembre c'è stato il primo appuntamento di questo percorso presso il Senato della Repubblica. Organizzato dalla rivista 'noidonne' e da Noi Rete Donne, al convegno hanno partecipato in numerose, tutte interessate ad ascoltare autorevoli interventi di magistrati, docenti universitari, politici, imprenditori e sindacati.

Corruzione e illegalità al centro del dibattito. I loro costi, politici e sociali, la pervasività del fenomeno corruttivo, il quadro normativo di riferimento, le vittime di questa piaga.

Una piaga che la Corte dei Conti ha monetarizzato in 60 miliardi di euro. Tanto ci costa la corruzione in Italia. Costi che impattano sulla vita di tutti i giorni, traducendosi in tagli ai servizi socio-sanitari, alla scuola, università e ricerca, all'occupazione. Costi che sono soprattutto le donne a pagare.

“C'è bisogno di fermare i mille rivoli in cui si disperdono le risorse pubbliche” dicono le donne. Ma per questo occorre uno scatto culturale, eticamente e largamente condiviso, che restituisca al concetto di legalità il suo valore originario di 'bene comune' e non di 'vincolo' da aggirare furbescamente, magari avvalendosi di vuoti normativi o rifugiandosi nei meandri dell'interpretazione giudiziale.

No. Quello che le donne vogliono affermare è un rinnovato senso di legalità, fortemente ancorato alla ricostruzione della responsabilità civile, politica e morale di questo Paese, a tutti i livelli della società, in cui soprattutto la politica dovrà fare la sua parte. Magari mostrando più spirito di servizio, più rispetto verso i cittadini. Magari agevolando l'ingresso delle donne nell'arena pubblica.

Se è vero, come ci confermano i dati della Cassazione, che esiste un rapporto positivo tra donne e legalità, c'è da aspettarsi che più donne in politica equivalgano ad una migliore e razionale gestione della cosa pubblica e delle sue risorse. C'è da aspettarsi che, in quanto portatrici di legalità e trasparenza, riescano a disperdere la densa coltre dell'antipolitica che offusca gli animi e nulla aggiunge al processo democratico di questo Paese.

In attesa di un nuovo incontro su queste tematiche, saranno pubblicati sul sito www.noidonne.org tutti i contributi e tutte le testimonianze pervenute, da condividere e su cui elaborare proposte e riflessioni.



Il video con alcune interviste è su: http://ericantonelli.wordpress.com/

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