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CORRUZIONE - di Daniela Carlà

CORRUZIONE - di Daniela Carlà

'Costi della corruzione, vantaggi della legalità': il 15 ottobre presentazione del numero 04 del periodico on line Nuova Etica Pubblica dedicato al tema della Corruzione

Domenica, 09/08/2015 -

COSTI DELLA CORRUZIONE, VANTAGGI DELLA LEGALITA'

15 Ottobre 2015 ore 16.30

Sala Monumentale - Palazzo Chigi

Largo Chigi, 19 - Roma



Presentazione della rivista Nuova Etica PA, n.04 "Il contrasto alla corruzione nella pubblica amministrazione : legalità trasparenza".

Coordina l'iniziativa Daniela Carlà



Intervengono :

Paola Severino -  Eugenio F. Schlitzer - Angelo Rughetti - Alberto Stancanelli.



Pubblichiamo un estratto dell'editoriale di Daniela Carlà, direttora del periodico on line
Nuova Etica P.A. pubblicato nell numero di luglio 2015 dedicato al tema della Corruzione.



Scorrendo a caso nei vocabolari, ecco alcuni significati di “corrompere”:

-” Guastare, alterare: l’esposizione alla luce e al calore dell’aria corrompe la carne; ammorbare, contaminare: le esalazioni hanno corrotto l’aria; le carogne gettate nel ruscello ne hanno corrotto le acque”

-“Depravare, guastare spiritualmente: c. i costumi, l’animo, la gioventù, la società; le cattive letture corrompono il gusto”

-“Indurre con denaro o con promesse a venir meno al dovere: c. il custode, un impiegato, i funzionarî, i giudici, i testimoni “

”Alterarsi, decomporsi, putrefarsi: il cadavere comincia a corrompersi; guastarsi moralmente: nel lassismo generale, i giovani si corrompono facilmente; si è corrotto frequentando cattive compagnie.

E così via.

Insomma, la corruzione non è solo un costo, uno spreco, una tangente, ma un veicolo di dissoluzione e distruzione dell’insieme. La retorica italica, in fondo nella sostanza rassegnata e persino assolutoria, che descrive la tangente come un odioso costo in più che “olea” il sistema, è contraddetta dal significato delle parole e dalle esperienze della vita. La corruzione, sì, un costo, e in più distrugge il tutto. E finalmente se ne ha la diffusa consapevolezza. Il rischio di corruzione si annida ovunque nel sistema sgretolato, nel fastidio per le condivisioni e per le regole, nell’incapacità di programmare, nell’ingiustificata tolleranza per chi non applica le norme nella P.A., nell’incomprensione per le regole che alcune subculture chiamano con disappunto solo “vincoli”inutili. Si annida anche nell’incomprensione dei valori, dell’importanza e della specificità delle pubbliche amministrazioni. Spesso, si contrappone enfaticamente un privato, che si vorrebbe sregolato, a una P.A. gravida di freni, di vincoli, di impedimenti, mostrando così poi di non conoscere la moderna cultura delle imprese responsabili al proprio interno, socialmente, nell’ambiente, nelle relazioni internazionali. Il privato che si vorrebbe contrapporre al pubblico come luogo presunto di dinamismo non è quello degli imprenditori capaci e delle imprese responsabili, solidali, ma è spesso il “non luogo” delle zone grigie, nostalgico delle vecchie “partecipazioni statali”e del mercato assistito. Penso esattamente il contrario. La corruzione nel nostro paese si può contrastare invece solo con tante energie e condivisioni tra buona politica, corretta amministrazione, imprese responsabili, cittadini vigili, consapevoli e partecipi, nella collaborazione tra pubblico e privato. (…)

La corruzione deve essere ricondotta definitivamente a una dimensione considerata fisiologica e percepita come tale dai cittadini. Questi ultimi devono vivere il cambiamento di clima, verificare nei fatti le trasformazioni, riavvertire fiducia nelle amministrazioni. Davvero non vi è chi non veda come, anche di recente, il vistosissimo astensionismo elettorale sia collegato soprattutto alla sfiducia che la corruzione genera. Per porre rimedio si deve intanto riconoscere, come ci ricorda Giancarlo De Cataldo, tutta la pericolosità della corruzione, “nuovo terreno della criminalità organizzata”, che nel nostro paese ha storicamente una evidenza che non consente alibi e sottovalutazioni. Delle corruzione sappiamo anche che poco importa se le metodologie di misurazione non sono affinate e se le comparazioni avvengono sul grado di percezione più che sull’effettiva dimensione: in Italia la misura è colma. (…)

Il tema della legalità, del contrasto alla corruzione, della rifondazione dell’etica pubblica è sicuramente la priorità per l’economia del nostro paese, ma anche per la nostra democrazia, per riannodare il rapporto tra un presente intriso di difficoltà e le prospettive future da consegnare alle nuove generazioni. Abbiamo approvato ora una nuova importante legge. Ma sappiamo anche che l’evocato arrivo di Godot, al quale ha fatto riferimento il Presidente Grasso, non consiste solo nell’approvazione di una nuova legge, sia pure condivisibile e importante, ma in un recuperato clima di fiducia, nelle certezze, nella cura delle cose comuni, nella ricostruzione di recuperato senso identitario per luoghi, comunità, attività. Godot è tutto ciò. (…)

Le vicende di Mafia Capitale sono particolarmente avvilenti per lo scandaloso strumentalizzare le disgrazie, la povertà, l’immigrazione, per le complicità che emergono. Ma ugualmente tristi sono altri fatti e intrecci, anche quando, i protagonisti appaiono meno “romanzeschi”. Oramai la lotta alla corruzione evoca un problema di qualità della democrazia. Bisogna fare presto. Vi è il rischio del “laboratorio permanente” nella lotta alla corruzione. Approfondire, discutere: giusto e necessario, ma nel frattempo occorre non mettere sempre in discussione e svilire gli strumenti per la lotta alla corruzione. (…)

Per Nuova Etica P.A., affrontare il tema della corruzione non è una puntata del racconto, ma una costante riflessione per l’attività. Occorre valutare serenamente gli strumenti dei quali disponiamo, considerando questo tema quale banco di prova per una nuova maturità della politica, per la ricostruzione di un più avanzato rapporto tra maggioranze politiche, che superi i limiti degli ultimi decenni e proponga ai cittadini visioni aperte al confronto, regole per tutti e non per qualcuno. Occorre, tutti, riconoscere i rispettivi errori e lavorare con imparzialità .Bisogna anche ricostruire i legami tra contrasto alla corruzione e valutazione, tema centrale per la PA. (…)

Ci piace ricordare insieme la figura di Gino Giugno e la originale esperienza dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, che ha avuto l’obiettivo di coniugare i diritti dei lavoratori con le prerogative della collettività, governandone la complessità delle relazioni. Non vi è contraddizione nell’omaggiare il padre dello Statuto, nel periodo in cui lo si è modificato. È proprio ora che ne va valutata la portata e considerata l’opera e l’originale attività dell’Autority.(…) È un guardare negli occhi alle complicazioni di questo secolo! È con questo approccio che vogliamo concorrere, e lo faremo anche nei numeri successivi di Nuova Etica P.A, agli approfondimenti sul welfare nel nostro paese, ora che se ne riscrivono regole, ridisegnano finalità, confini, enti, agenzie per rispondere alle complicazioni di questo secolo, alle gestioni delle tante disomogeneità e differenze.

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