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Corri, Pinocchio, corri

Corri, Pinocchio, corri

Teatro della Tosse - Da Genova è iniziato il cammino estivo dello spettacolo dedicato al burattino più famoso del mondo

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2006

Sarà anche una vecchia storia, mille volte ascoltata, quella di Pinocchio, ma nell’allestimento del genovese Teatro della Tosse, con quei costumi allegri e sbrindellati da povertà endemica, la spigliatezza e l’estro della narrazione, zampilla con freschezza e lascia intatto il fascino del viaggio e dell’avventura del burattino più discolo del mondo. Questa volta le peripezie di quella birba del figliolo di Geppetto, che ammaestrato dalle più terrificanti esperienze, si trasforma in un ragazzino in carne ed ossa, sono state infilate nella navata tutta severità solenne della chiesa gotica di Sant’Agostino a Genova.
Lo spettacolo si è svolto nel grandioso corridoio centrale intrecciando come in una rappresentazione medioevale la materia religiosa con elementi profani e popolari. Nelle navate laterali si ergevano le postazioni scenografiche, una profusione di pezzi grezzi assemblati e trasportati su ruote in funzione di azione condotta con il ritmo baldanzoso e la tempestosa fantasia tipica della compagnia genovese, ma in piena adesione allo spirito dell’autore e nel rispetto del racconto (i bambini, si sa, non ammettono deroghe). L’impostazione delle diverse scene è apparsa studiata con cura per assecondare gli spostamenti del pubblico. Nella buffa via crucis si sono visti i bambini rabbrividire e deliziarsi e i grandi hanno trovato con gusto nel bel testo screziato di toscanità e nelle sue illustrazioni i risvolti e i significati più nascosti della storia. Vestiti con vesti strampalate da figli di un’Italia miserella e contadina, accompagnati dalle musiche originali di Nicola Piovani suonate dal vivo da Franco Piccolo, gli attori hanno sostenuto con allegria i loro ruoli: Pietro Fabbri, un Pinocchio che inquieta e interessa per la sua carenza di tratti infantili, la Volpe e il Gatto, impagabili gestori finanziari imbroglioni (Enrico Campanati e Alberto Bergamini) Valentina Picello, graziosa e senza inutile glamour nelle vesti frusciati della Fata Turchina.
Lo spettacolo, diretto da Tonino Conte, avrà vita lunga. Dall’eccellente compagnia sarà riproposto anche in edizione estiva, sotto le stelle, in qualche grazioso centro di vacanza dell’entroterra ligure.
(12 luglio 2006)

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