Calendario Italianuda 2010 - Le fotografie di Valeria Floris ispirano poetesse e poeti, dando nuove forme al mistero, alla realtà, all’ironia della “seduzione”
Benassi Luca Martedi, 26/01/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2010
In questi mesi, i siti internet dei principali quotidiani allestiscono una speciale sezione dedicata ai calendari del 2010. La maggior parte di essi contengono nudi di donna; di tutte le forme, dimensioni, ambientazioni e pose, si offrono all’occhio estasiato dell’osservatore nell’attimo di un clic. Si ripropone, in modo soft e accessibile a tutti, quel processo di oggettivazione e mercificazione del corpo femminile allo scopo di attrarre clienti, mediante un richiamo sessuale, per comprare un prodotto. L’almanacco appunto. C’è però un calendario che attraverso foto di nudi, opere grafiche e poetiche, sfugge a tale meccanismo, cercando di indagare il mistero del femminile, l’io corporeo e il suo rapporto con la realtà e il sentimento, la forza, la fragilità e l’ironia della seduzione. Si tratta di Italianuda 2010, pubblicato da Editrice Zona a cura di Maria Teresa Ciammaruconi, con scatti dell’abilissima fotografa Valeria Floris. Ciammaruconi ha chiesto a diversi artisti di lavorare sottotraccia alle immagini, coinvolgendo Antonio Amendola, Ignazio Apolloni, Lucianna Argentino, Leopoldo Attolico, Anna Maria Ferramosca, Silvana Baroni, Marco Berisso, Tomaso Binga, Luigi Cannillo, Antonella Cappuccino, Tiziana Colusso, Antonino Contiliano, Antonietta Dell’Arte, Gabriella Di Trani, Ilaria Drago, Michele Arcangelo Firinu, Giovanni Fontana, Barbara Gabotto, Giacomo Guidetti, Luca Gabriele, Marcello Gazzellini, Paolo Gentiluomo, Gianni Godi, Rosaria Lo Russo, Carmine Lubrano, Lunghia, Mario Lunetta, Dante Maffìa, Anna Maria Mazzoni, Donatella Mei, Massimo Mori, Marco Palladini, Antonio Rezza, Elena Ribet, Vito Riviello, Luisa Ruggio, Piero Varroni. Scrive Franco Romanò nella nota critica al calendario: “L’idea di fare interagire artisti che si esprimono in linguaggi diversi non è nuova; nuovo è forse il farlo con un calendario, un oggetto effimero in fondo, refrattario per natura alla durata nel tempo per cui aspirano l’immagine artistica e la poesia. Tanto più un calendario che proponga come spunto d’ispirazione immagini fotografiche di nudi femminili. […] Le fotografie di Valeria Floris si prestavano molto bene a una varietà d’ispirazioni, anche perché colgono aspetti essenziali delle vite femminili che mettono in scena: spesso drammatiche, talvolta ironiche, mai banalmente erotiche, sempre intense, sono state il punto di partenza ideale. I poeti che si sono cimentati con i testi oppure con gli interventi grafici sono stati molto bene al gioco, si sono lasciati guidare dalle immagini, senza commentarle, ma interagendo con le stesse. […] Tutti hanno compreso quale fosse la sfida implicita e cioè sottrarre questo utensile domestico così comune al gioco preferito degli ultimi anni: quello di una seduzione scontata.” Gli scatti della Floris si impongono per una plasticità capace di sfidare le inquadrature, amalgamarsi con il buio, con le lame di luce. Valeria Floris è nata a Cagliari nel 1967 e vive a Roma. Ha lavorato come tecnico nel reparto di ripresa fotografica per la realizzazione di progetti girati in pellicola e in digitale, destinati alla televisione e al cinema. Dal 2002 è impegnata in ricerche fotografiche, dalla foto “fine art” al reportage in altri Paesi, cercando di cogliere i vari aspetti dell’individuo inserito nel contesto in cui vive. Ha esposto in personali e collettive e collabora con diverse riviste; ha realizzato, fra l’altro, alcune copertine per Noidonne.
Tiziana Colusso - Settembre
Odor di muschio disertato
dai maschi, sfiorita stagione
che dopo storditi sabba di pollini
e cicale declina lenta
dal torpore al torpore.
Ultimo atto sontuoso,
urgente il corpo si amplifica
in sentori d’acacia, castagno,
Osmanthus fragrans, Erica gracilis,
gli Aster multicolori
e la sanguigna vite canadese
mettono in mostra spalancate
fioriture e l’amante
stregato di ribollente mosto
s’ipnotizza, mosca sull’orlo
della succosa oscurità.
Lucianna Argentino - Novembre
Corpo riposto, corpo esposto
corpo gravido, corpo partorito
nell’ombra in lievito di luce
nella complicità del legno
rifatto all’uso umano.
(scricchiolii e schiocchi notturni
memoria cedua dell’albero che fu).
E mammelle e amnio
e radici e linfa
per la vita che sarà
per la vita che viene nel presente
nel farsi infanzia del mistero
dove l’essere è nella contesa
soglia e transito
e indossa la nudità
calza la sosta
per abiti futuri
per futuri passi.
Luisa Ruggio - Novembre
Una cosa pericolosa che capita sottomano.
E mantiene intatta la notte nella stanza.
Il piacere muove le cose
ma è impossibile parlarne.
Gli armadi sono lettere
pronosticano la scomparsa.
Una ragione pratica, chiavi rotte nelle serrature
biglietti obliterati nelle ante.
Per aver creduto in qualcosa di impraticabile e irreale,
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