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Corpo, anima, mente

Corpo, anima, mente

In memora di Lucia Natoli -

Luisa Barbaro e Gabriella Giannetto Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007

Lo scorso 22 agosto è morta la professoressa Lucia Natoli, ‘noidonne’ affida alla sua parola, il ricordo e la storia di una delle protagoniste della storica testata degli anni 70, nel contesto della fondazione del primo Consultorio Autogestito a Messina. La sua morte dimostra che nulla deve essere scontato; la sua scomparsa suona come un potente schiaffo, come un tuono che urla in faccia tutta la nostra fragilità e la nostra impotenza.
Rigorosa nella vita e nella professione; ironia della sorte, proprio lei che ogni giorno si confrontava con i ragazzi con gravi disagi per aiutarli a redimersi e con le alte istituzioni per garantire impegno quotidiano per la prevenzione, per l’efficienza, ha perso la vita uccisa da ciò contro cui combatteva: è bruciata sul rogo della superficialità, dell’approssimazione e della scorrettezza.
A lei dobbiamo riconoscenza per il lavoro svolto e per avere introdotto l’aspetto sociale nella cultura ginecologica, privilegiando prospettive interdisciplinari, ma facendo, nello stesso tempo, della ginecologia sociale e preventiva, una disciplina scientifica specifica.
Vorremmo poter parlare con la musicalità delle sue parole, degli episodi fisiologici delle donne, laddove descrive la progettualità femminile, sintonica ai ritmi della natura, l’eterno ritorno del sole, della luna, delle stagioni, dell’esistere come ritmo e pulsazione, come segno che la vita è dentro di noi. Tutto, nei suoi scritti, è reso leggero e positivo; la tristezza si trasforma in gioia di gustare i cambiamenti della vita. Ha saputo rappresentare in maniera vibrante, una donna che è corpo, anima, mente, emozioni e sentimenti. Questa immagine di Lucia ci seguirà anche quando, domattina, parleremo di clinica, di farmaci, di sindromi e di rischi. Ci ha insegnato a non dimenticare, né domani, né mai, che dietro il sapere e l’operare scientifico c’è una donna, un soggetto persona che mai, la medicina deve perdere di vista o rendere seconda alla tecnica. Della sua parola, rimarrà sempre per noi, il piacere di ascoltarla e ricordarla... grazie di cuore Lucia, grazie per esserci stata, grazie Lucia per il faro che hai saputo accendere, per noi navigatrici del Sud.

(21 novembre 2007)

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