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Corpi protagonisti e farfalle del potere

Corpi protagonisti e farfalle del potere

Iran e Italia - "Laggiù c’è un potere teocratico che passa attraverso il velo e le limitazioni delle libertà per le donne, da noi c’è un potere volgare e mediatico che calpesta le conquiste delle donne"

Bartolini Tiziana Mercoledi, 24/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009

La morte in diretta della giovane manifestante iraniana Neda, simbolo della lotta di un popolo per la conquista della democrazia, e le scalate alla para-politica delle veline in Italia, simbolo della decadenza della nostra democrazia, scandiscono in contemporanea i notiziari televisivi e le pagine dei quotidiani. È una narrazione della realtà dura da accettare e che ci sovrasta in quanto esercizio di un potere violento, maschile e maschilista. In Iran e in Italia ‘quelle’ donne sono sulla scena con la loro fisicità, innumerevoli declinazioni del protagonismo femminile. Laggiù c’è un potere teocratico che passa attraverso il velo e le limitazioni delle libertà per le donne, da noi c’è un potere volgare e mediatico che calpesta le conquiste delle donne: deliri di onnipotenza di uomini al potere (e di potere) che uccidono persone (in Iran) e dignità delle persone (in Italia), e fin qui non ci sono novità, fatte salve le enormi differenze tra i due contesti. Quello che colpisce è l’uso del proprio corpo che nelle diverse situazioni le donne hanno deciso di fare: contrasto ‘fisico’ alla aggressività dei picchiatori governativi nelle piazze di Teheran, mercificazione di se stesse per un briciolo di notorietà sugli schermi televisivi o come scorciatoia per una carriera che difficilmente intende la politica come passione e servizio. Gli scenari sono a tinte fosche, ma quello che in particolare brucia, da noi, è constatare che le lotte delle nostre tante ‘Neda’ sono rinnegate dalle donne oggi, ‘libere di’ grazie a loro. Sono consapevoli di ciò le varie ‘papi-girls’ felici delle scintillanti farfalline e tartarughine che hanno ricevuto in dono? La loro sudditanza ha permesso all’avvocato Ghedini, onorevole della Repubblica per nomina, di arrivare impunemente a definire ‘utilizzatori finali’ gli uomini che vanno con le prostitute e poco importa se questa affermazione, dal suo punto di vista, si è resa necessaria per difendere il suo cliente che è anche Presidente del Consiglio. Il punto è che lo ha detto e ribadito senza provare la minima vergogna, né istituzionale né umana. L’indignazione per il livello di oltraggio raggiunto, delle donne e degli uomini, circola nella rete e sulle pagine di qualche giornale, meno forte appare nel paese vivo, forse ancora disponibile a tollerare oppure ormai incapace di cogliere la gravità di quanto sta accadendo. La Caritas, dati alla mano, racconta un paese sempre più povero, ma - come non osservarlo - un paese che non reagisce all’inadeguatezza del governo neppure utilizzando lo strumento del voto. Berlusconi, la sua immagine e il suo potere escono indeboliti dalla verifica elettorale, ma resta impressionante il numero degli italiani e delle italiane che gli hanno rinnovato la fiducia nonostante il fragore degli scandali che hanno contrassegnato la campagna elettorale sostituendosi al dibattito politico.



(24 giugno 2009)

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